Questa mattina Cesare Prandelli si racconta sulle pagine della Gazzetta dello Sport intervistato da Walter Veltroni e racconta, oltre che delle sue precedenti esperienze, della crescita o meno del calcio italiano e dei suoi ricordi da calciatore, anche della sua felicità nell’essere tornato ad allenare in Italia, sulla panchina del Genoa.

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In questi mesi ho potuto gestire il mio tempo, ritrovare anche la semplicità del quotidiano. Ma coi mie collaboratori non abbiamo mai smesso di guardare partite, giocatori, fare analisi. Perché un allenatore come me ha faticato tanto a trovare una squadra italiana? Non lo so: chiaro che quattro anni con la Nazionale ti fanno uscire dalle dinamiche delle società. Ma l’importante è essere tornato”.

E il suo presente si chiama Genoa, con tutti quegli episodi ce nelle ultime settimane lo stanno penalizzando. “L’altra sera c’è stato un grave errore tecnico. Quest’anno il VAR si usa di meno ed è un errore: ci saranno molte più polemiche se continuerà così. Confido molto in Nicchi perché è una persona perbene, professionale, seria e poi il nostro gruppo di arbitri è il migliore al mondo. Il VAR c’è, funziona, che venga usato senza esitazioni o timidezze. Gli arbitri sono in malafede? Sbagliato, non ci ho mai creduto. Commettono piuttosto degli errori. È umano. Ma ora sono più forti perché hanno uno strumento che rasenta l’oggettività. Perché non usarlo sempre?”. 

“Devo far capire, specialmente ai più giovani, che la fase difensiva bisogna farla tutti. Il nostro obiettivo è arrivare in una zona meno pericolosa e fare un campionato in cui emergano le basi per un progetto tecnico di qualità. Sono le parole del mio presidente. So che quando si parla di progetto nel calcio è sempre meglio toccare ferro, spesso prevale l’emotività, la pressione esterna. Il presidente Preziosi, che per questo mi ha chiamato e gliene sono grato, vuole andare in questa direzione. Cosa accadrà alla mia rosa a gennaio? La difficoltà maggiore al momento è avere tanti giocatori in rosa. Vorrei avere una rosa ridotta e poi al resto penserà la società. Hanno le idee chiare, e quindi non devo dare nessun suggerimento”. 


Grifoni, ruggire tutti assieme