Pur giocando quasi un’intera partita in 10 uomini, il nuovo Genoa targato Prandelli è riuscito a conquistare un punto contro la Spal e oggi sarà impegnato nella difficile trasferta contro una Roma in crisi, che in questa stagione ha avuto un rendimento inferiore alle attese. Tutti i giocatori, il mister e i dirigenti romanisti sono nell’occhio del ciclone: la partita contro il Grifone sembra sia diventata uno spartiacque.

Cominciamo l’analisi dall’allenatore.

Di Francesco è lo stesso tecnico del campionato scorso, quando venne portato in trionfo per il prezioso piazzamento in Champions. Oggi “DiFra” è però criticatissimo dalla tifoseria giallorossa. Di Francesco è allenatore preparato  e capace, e  non scende a compromessi, cosa non sempre apprezzata. Schiera la squadra con un 4-2-3-1 molto elastico ed offensivo. La Roma è una compagine forte fisicamente, ma lenta e con poca qualità in mezzo al campo. Invece trova molta velocità sugli esterni, a volte anche troppa. I giallorossi palleggiano parecchio anche dalle retrovie, però sempre a marce basse.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

Olsen, che ha raccolto la pesante eredità di Alisson, è un portiere regolare: dopo qualche titubanza iniziale ha avuto un rendimento più che buono, è più che sufficiente in tutte le componenti del ruolo, forte fisicamente e freddo nei momenti caldi del match. Florenzi e Kolarov sono gli esterni difensivi. Florenzi è un maratoneta instancabile e rappresenta un pericolo costante per le sue incursioni e i suoi tiri effettuati da posizioni impensabili: ci ha già castigato alcune volte, calcia quasi sempre con il piede destro. Kolarov, l’esterno di sinistra, dispone di mezzi tecnici di primordine, ha un tiro al fulmicotone, i suoi cambi di campo sono una delizia per gli occhi, ma è un po’ pigro quando c’è da difendere. Il serbo si è imposto comunque come leader in campo e fuori. Manolas e Fazio formano la coppia centrale. Il primo, forte fisicamente e veloce, è diventato indispensabile per il suo elevato rendimento e per la sua bravura nel leggere i movimenti della retroguardia, ma domenica scorsa a Cagliari ha sofferto un clamoroso blackout nell’azione del gol del pareggio degli isolani. Fazio è tecnico ma lento: buono quando lavora di reparto, va palesemente in difficoltà quando viene lasciato solo nell’uno contro uno. Essendo alto è bravo nel gioco aereo e pericoloso sulle palle inattive.

Il centrocampo.

I due mediani sono Cristante e Nzonzi. Cristante, approdato a Roma dopo una brillante stagione all’Atalanta sotto le direttive di Gasperini, è bravo sotto l’aspetto tecnico ed è forte fisicamente, in più  possiede un tiro forte e preciso con entrambi i piedi e ha il tempo giusto negli inserimenti. NZonzi, francese fresco campione del mondo, ex Siviglia, stando ai si dice sarebbe il cocco del d.s Monchi: sino ad oggi criticassimo ed inviso dai tifosi, lungagnone lento nelle movenze, è il cattura palloni dei giallorossi.

L’attacco.

Kluivert, Zaniolo e Under costituiscono un reparto giovanissimo e di ottima prospettiva, che fa della velocità il suo caposaldo. Kluivert e Under sono gli esterni alti. Kluivert, olandese, destro di piede, è un’ala vecchio stampo: rapido, vuole dribblare sempre l’uomo. Certe volte va più veloce del pallone, ma se in giornata Kluivert può essere determinante. Under, turco con un piede sinistro che può essere letale, ha tiro e forza nelle gambe, ma caratterialmente deve migliorare. Zaniolo, il più giovane dei tre, è certamente destinato a una carriera brillante: sino ad ora ha alternato momenti buoni a pause evidenti. Mezzi tecnici eccellenti, corsa e forza ne fanno un giocatore completo e la Roma spera possa diventare in futuro un top player.  Schick è la punta centrale: ex Sampdoria, sostituisce il bomber Dzeko infortunato. Mancino sopraffino, finora non è entrato nelle grazie del popolo giallorosso: bravo in progressione e con un buon dribbling, lavora molto per i due esterni, dà profondità alla squadra, ma non è un cuor di leone e non ama la battaglia.

Come si comportano sulle palle inattive?

Sui corner e sulle punizioni laterali a sfavore difendono a zona con il famoso castello e con l’aiuto di Olsen, che non si fa pregare per uscire dai pali. in fase offensiva i corner e le punizioni laterali sono calciati da Kolarov ed Under con il piede sinistro, invece con il piede destro provvedono Florenzi e Kluivert, e a volte fanno il gioco a due. Salgono sia Manolas sia Fazio, molto forti di testa. Schick, Cristante e Nzonzi rappresentano il resto della truppa aerea. Sono una squadra con una fisicità importante e cercano di sfruttare in toto questa caratteristica. Dal limite dell’area Kolarov è il favorito alla battuta e a lui si aggiungono a volte Cristante ed Under.

In conclusione?

A livello ambientale il Genoa troverà sicuramente una polveriera. Saranno importantissimi i primi venti minuti, passarli indenni o addirittura in vantaggio potrebbe essere determinante. Il match sarà giocato sul filo dei nervi. Il popolo romanista potrà essere l’ago della bilancia, starà ai rossoblu farlo pendere dalla parte giusta.


LE ULTIME DI FORMAZIONE

GENOA (3-5-2): Radu; Biraschi, Romero, Zukanovic; Romulo, Hiljemark, Sandro, Bessa, Lazovic; Kouamè, Piatek. Allenatore: Cesare Prandelli.

ROMA (4-2-3-1): Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nzonzi, Cristante; Cengiz Under, Zaniolo, Kluivert; Schick. Allenatore: Eusebio Di Francesco.


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