Trentesima puntata di Very Important Genoani. Nella zona più centrale della città di Genova, in via Ceccardi, tra libri, focaccia e profumi, dove c’è la più comune delle stanze dei bottoni. Ma di quelle che li rivendono, senza segreti. Senza segreti perché ormai la “Casa del Bottone” di Fabrizio Pianetti è aperta dal 1948. Senza segreti perché non solo la vetrina, ma pure l’interno, tradiscono immediatamente la fede genoana.

“Mio padre è morto parlando di Genoa. Questo era il negozio storico della famiglia e mio padre ci portava allo stadio a vedere il Genoa della Serie B, il Genoa del niente, del nulla. Ti dava ancora qualcosa in più. Essere Genoani è una mezza malattia. Ero innamorato di Dan Petrescu, che giocava in un Genoa frivolo. Un Genoa da Genoani, insomma: se non eri veramente Genoano, perché dovevi seguirlo? Eri sempre in Serie B, figlio di nessuno. Il sogno di un tifoso genoano? Mandare la Sampdoria in Serie B, così come il sogno di un tifoso blucerchiato è mandarci il Genoa. Per questo il derby col gol di Boselli è stato, per noi genoani, tanta roba. Se vengono da me tifosi della Sampdoria? Sì, ne vengono tanti: ho un bellissimo rapporto con la tifoseria blucerchiata. Da bambino ero anti-sampdoriano, ora non lo sono più. E non dimentichiamoci che ho moglie e suoceri doriani, perciò…”.


Portieri accolti a braccia aperte al Museo del Genoa. Radu: “La carica dei tifosi ci aiuterà”