Dopo il personale racconto della sua carriera calcistica, “Perinetti racconta Perinetti“, il direttore generale rossoblu Giorgio Perinetti ha raccontato ai nostri microfoni cosa rappresenti per lui il prossimo derby e quale importanza avrà sul futuro del Genoa, toccando anche diverse tematiche d’attualità che ruotano attorno al mondo rossoblu nell’ultimo periodo, dal calciomercato alle polemiche succedute all’ultima contestazione contro la presidenza Preziosi prima della gara interna contro il Napoli.

Che cos’è un derby per lei?

“Il riassunto di tutte le emozioni, della quotidianità e della professionalità che vivi tutti i giorni nel tuo lavoro. Per fortuna faccio calcio e un derby è il riassunto di tutte queste sensazioni. Specialmente quando vivi in una città che ha due squadre. Cosa caratterizza il derby di Genova? Usando un termine semplice è “Il Derby”. Il Derby vero. Difficilmente si percepisce una partecipazione così sentita come qui a Genova”.

Spesso la gloria nei derby è stata di chi ha segnato ed è poi rimasto nella storia, spesso anche solo per quel gol. Ma deve essere qualcosa di eccezionale per quei giocatori che fanno “fritto”, i gregari diciamo…

“Questo è il positivo e il negativo allo stesso tempo. Determinare un derby lascia imperitura gloria,  ma per essere calciatori si devono vivere tutte le partite in un certo modo. Il derby è l’esaltazione massima, tuttavia per giocare nel Genoa bisogna essere continui. Nel giorno del derby, al massimo, bisogna dare qualcosa in più”.

Come scriveva questa mattina sulla Gazzetta dello Sport in un bellissimo pezzo Sebastiano Vernazza, questo derby sarà quello del Ponte. Sarà però anche una partita ricca di interrogativi per ciò che accadrà alla società Genoa. E non solo…

“Questo derby cadrà in un momento particolare. Ci sarà la possibilità per Genova tutta, nella serata di domenica, di dimostrare nuovamente che ci sono grande dignità e grande orgoglio nel vivere il quotidiano nonostante le difficoltà e le avversità. C’è la possibilità di dimostrare che Genova vuole reagire a tutte le avversità che il destino le ha assegnato nell’ultimo periodo e di onorare il ricordo delle 43 vittime”.

Il derby non è una partita come le altre, malgrado il dilagare del mondo social. Dentro lo spogliatoio riescono a capirlo?

“Credo che abbiamo spesso un’immagine un po’ falsa dei calciatori come mercenari, che pensano solamente a sé stessi. I ragazzi vivono quotidianamente la città, e la città sta trasmettendo loro la volontà di una giornata speciale. I giocatori sanno benissimo di essere interpreti di un sentimento particolare. Da un lato è una cosa bella, dall’altro è un po’ pesante da gestire. Sanno che a loro si chiede tanto in questa partita: si deve avere un po’ d’equilibrio, c’è chi è più preparato e chi meno. Ma tutti hanno voglia di vivere questa serata in modo tale da essere ricordati per sempre e si rendono perfettamente conto che c’è qualcosa di differente”.

Criscito ha il record di derby vinti: 5 su 6

“Importante che ci sia e che il presidente lo abbia riportato qui strappandolo alle sirene dell’Inter. Lui ha dimostrato affezione e volontà di rivivere partite da Genoa. C’è questo strano modo di concepire le cose qui a Genova: si descrive sempre il Genoa come una squadra in difficoltà, la Sampdoria come una in grande spolvero. La classifica però parla d’altro: abbiamo un punto in meno della Sampdoria, abbiamo tre sconfitte consecutive per uno. Non capisco perché debba andare male per noi, non per gli avversari. Ce la giocheremo al meglio entrambe venendo da un momento particolare e da due situazioni non particolarmente brillanti”

Come si vive la bolgia del Ferraris dalla panchina, come ci ha abituato a fare da quando è al Genoa?

“Marassi regala un’atmosfera particolare. Attraverso sempre il campo a testa bassa, cercando di non farmi coinvolgere troppo dalla situazione e rimanendo lucido. Anche se cerco di vivere la partita dal campo, cercando di essere vicino ad allenatori e squadra. Quando poi guardo la Gradinata, dico che vedere e sentire quella curva è già un motivo per lavorare qui. Aprire le porte del “Signorini” per una carica da parte dei tifosi, magari durante il risveglio muscolare della squadra? Lo si è già detto prima: questi ragazzi sono già talmente carichi camminando per strada, entrando nei negozi, mangiando nei ristoranti che ritengo giusto che Juric abbia voluto chiudere le porte tutta la settimana”.

Secondo lei, si potrà un giorno giocare un derby per l’Europa qui a Genova?

“Questo calcio e questo campionato sono sempre più complicati. Non dimentichiamoci che Genova ha numeri particolari: 600mila abitanti e due squadre. Già è un miracolo che ci siano due squadre che affrontano sempre la Serie A e su buoni livelli, schierando giocatori importanti. Non è facilissimo. L’Europa è un’idea che abbiamo, ma che facilmente ci rubano anche gli altri: è un obiettivo che tante società, che hanno spesso ambizioni più grandi delle nostre, non riescono a centrare. Resta un obiettivo, ma deve arrivare attraverso il nostro lavoro di preparazione. Un giorno succederà. Spero che succeda prima a noi che alla Sampdoria”.

 Sarà il derby della ripartenza per chi lo vincerà?

“Abbiamo avuto entrambe, nelle ultime partite, annotazioni negative. Il derby è l’occasione opportuna per cancellare il momento negativo. Noi abbiamo avuto un calendario difficile, con partite segnate negli ultimi minuti da episodi negativi. Altrimenti parleremmo di cose più importanti”.

C’è un uomo derby nella rosa attuale del Genoa?

“No, anche se ovviamente il marcatore poi riassume un po’ tutto nei titoli e nelle analisi. Per come i due allenatori interpretano il calcio, ci sarà lo spirito di squadra da derby, il collettivo da derby. Sarà una gara da squadra”

Si parla sempre di Juric, di giocatori che vanno via prima del derby. Ci sono squarci di sereno rossoblu?

“Noi stiamo vivendo molto serenamente questa vigilia. Le prestazioni buone ci sono state nel contesto di un calendario assai complicato. Abbiamo perso un Milan-Genoa al 92’, un Genoa-Napoli su un campo poco plausibile non meritando di perdere. Non credo nella sfortuna e, anzi, credo che abbiamo un debito e un credito con la fortuna. Ci meritiamo finalmente, per quanto espresso, una partita col segno positivo”

Ma, per chiudere: è davvero già tempo di calciomercato?

“Il calciomercato è sempre attuale perché così vuole il nostro sistema. Sembra che faccia vendere o cliccare di più parlare di calciomercato. Noi, però, il calciomercato che facciamo non lo facciamo così. Sappiamo cosa vogliamo fare a gennaio correggendo qualcosa con un’entrata o due: non abbiamo né necessità né volontà di vendere giocatori cosiddetti “titolari”, bensì vogliamo migliorare la squadra. E ce la faremo. Poi mercato lo fanno tutte le squadre: non mi sembra che Torreira, Schick, Skriniar giochino più nella Sampdoria. Il mercato in uscita lo fanno anche gli altri: ci sono cessioni, ci sono acquisti. Nel Genoa stanno giocando quattro Under 21 su undici giocatori. Faremo le cose con calma per la prossima stagione. Kouamè aveva così tanti margini di miglioramento? Ne ha ancora. Enormi. E lui vuole migliorare: nei prossimi mesi lo vedremo ancora più forte. Si può migliorare sempre: racconto sempre che vidi Ciccio Graziani trasformarsi con Liedholm da attaccante a centrocampista”.

A margine delle nostre domande, l’augurio del direttore generale rossoblu perché sia una festa sportiva quella del 117° Derby della Lanterna. “Spero che questa sfida rappresenti una festa sportiva della città in relazione a tutti gli eventi negativi dell’ultimo periodo. Le cadute di stile, anche recenti, non appartengono invece al nostro club. Ci devono essere manifestazioni di giusto dissenso: le esagerazioni sono tutte sbagliate. Per questo mi auguro uno spettacolo calcistico”.


Mesto: “Che partita sia il derby te lo ricordano un’intera città e la sua magnifica gente” – AUDIO