Oggi dirigente del Real Cesarea, Gaetano De Rosa vive con grande pragmatismo la sua nuova vita calcistica insegnando ai giovani calciatori i valori dello sport, del calcio, della sostanza. Ritiratosi dal calcio nell’estate 2008 dopo due stagioni ricche di soddisfazioni con la maglia rossoblu, che gli varranno il soprannome di “difensore goleador” (8 reti su 34 presenze nella stagione di Serie B 2006/2007), il difensore nato a Düsseldorf e ritornato in Italia assieme alla famiglia nel 1984 si è raccontato telefonicamente ai nostri microfoni, raccontando i suoi ricordi sui due derby a cui prese parte nell’annata del ritorno in Serie A del Genoa, nel 2007/2008.

Che cos’è un derby?

“L’aneddoto più bello che porto con me del Derby di Genova, che rappresenta di fatto quella che per me è la cultura dello sport, è l’immagine delle famiglie che si recano allo stadio. Coi figli, tutti con una casacca differente: magari un genitore con la maglia del Genoa, uno della Sampdoria. Mi ha sempre colpito questa immagine perché dimostra come va vissuto lo spirito del derby. È un’immagine che rinnova il senso di appartenenza di queste due squadre alla città e che dimostra in che misura questa partita sia unica”.

Come si prepara un derby?

“Il derby si prepara da sola come partita. Non credo alle parole, ma credo nel lavoro, nella preparazione quotidiana. E credo soprattutto nei valori della costanza. Sono partite che si preparano da sole, la cui importanza già si conosce. Sono partite che più le avvicini, più non devi pensarci. Per non avere effetti collaterali e arrivare paradossalmente scarico alla partita”.



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