Le parole della canzone “Mi fido di Te”  di Jovanotti (“deve avere le  vertigini, non aver paura di cadere ma voglia di volare”) si dovranno imparate a memoria da parte del Grifone  per uscire indenne da San Siro con la rosa a disposizione.  Peccato che la gara programmata il 19 di agosto arrivi il 31 di ottobre: il Vecchio Balordo con il Milan estivo poteva rimpinguare la classifica.

Rispetto al match con l’Udinese, i rossoblu avranno a che fare con un loro calcio più ragionato, con una manovra pensata e costruita per creare e cercare scompensi difensivi milanisti, stando chiuso e approfittando delle ripartenze.

Il Genoa contro il Milan dovrà cercare di andare forte per tutta la gara. Sia con Ballardini che con Juric ha dimostrato di non saper gestire la gara abbassando i ritmi. Nessuno in qualsiasi campionato è in grado di gestire con autorevolezza un calo di tensione come quelli che spesso hanno colpito i genoani, anche nelle gare precedenti finite non solo in rosso ma anche in rosa.

Difficile che Juric in tre giorni sia stato capace di migliorare i difetti dei momenti di pausa e tutti i difetti che vengono fuori dovendo assimilare i dettami tattici del Pirata. Lo stimolo contro il Milan è però quello di allungare il tempo di gioco visto nel primo tempo contro i friulani.

Decisivo sarà l’impatto che il Vecchio Balordo metterà in campo contro il Diavolo, come successo nel secondo tempo anti-Juve e nel primo anti-Udinese. Il Milan può andare in difficoltà: il cambio modulo di Gattuso contro la Samp non gli ha dato sicurezza ma solo il risultato.

Le azioni del Milan dovranno avere affanno già dalle ripartenze come era successo nella gara con il Betis Siviglia, dove tutto era dovuto al pressing avversario. Il Genoa a San Siro accenderà le luci con l’intensità delle giocate, con la pressione – anche se non asfissiante -, con l’equidistanza tra i calciatori e il continuo movimento nel recuperare palloni cercando appoggi sicuri e affidandosi a transizioni veloci e non alla conduzione del pallone. Così potrà fare male  al Diavolo con i difetti difensivi e il centrocampo con due mediani (non tre) in cui il play Biglia, con il 4-4-2, per questione di ritmo ha fatto passaggi arretrati e ha perso molti palloni pressato dal dirimpettaio blucerchiato.

Le nostre parole di presentazione di ogni gara del Genoa corrono sempre verso la positività. Non sono sogni, ma il compendio di quello visto in queste nove giornate di campionato, sempre fatto a metà anche nelle gare vincenti. Per quanto riguarda la formazione, se Juric potesse non cambierebbe nulla ma dovrà fare i conti con la fatica e gli acciacchi degli uomini cardine, uno su tutti Sandro.

Capitolo Milan. Presentare il Milan dopo la partita e il cambio modulo contro la Samp di domenica pomeriggio è difficile. Più facile sarebbe stato alla prima giornata di campionato con il Diavolo all’Inferno, anche se costruito per giocare nel Paradiso come confermato da tutti i giudizi degli addetti ai lavori.

Gattuso portando il Milan in Europa League dopo il disastroso avvio con Montella avrebbe voluto continuare sulla strada dello scorso anno e portare il Milan ad arrivare al risultato tramite la tecnica, la manovra, una serie di automatismi – e non causali – schierando Biglia, Bonaventura, Suso, Cahlanoglu in contemporanea più Higuain. In campo tutti assieme non vanno per caso.

Gattuso in queste nove giornate di campionato ha cercato di perseguire la continuità di un progetto chiaro, lineare, radicato nelle idee e nell’approccio al lavoro di Ringhio, ma non ci è riuscito vista la classifica che con una gara in meno e il calendario potrebbe presto anche sorridergli. Il rapporto storicamente non idilliaco tra il tecnico calabrese e Leonardo lo mette in continuazione in discussione: per adesso tutto è stato calmato dal paciere Maldini in attesa delle prossime tre gare.

Gattuso con i nuovi acquisti e la partenza di Bonucci sperava, pur perdendo l’impostazione lunga dal basso, di aumentare la cifra di dinamismo in fase di non possesso. Tutto questo gli avrebbe permesso di accorciare la squadra, aumentare l’intensità del pressing e mettere in atto lo scenario perfetto per Higuain. Il Pipita voglioso di farsi rimpiangere dalla Juventus si esalta come a Napoli in un gioco corto e aggressivo, in modo tale da associarsi con i compagni e dopo scattare in avanti a puntare il gol.

Tutto ciò si è visto a sprazzi fino all’ottava giornata di campionato e contro la Samp domenica scorsa Gattuso ha fatto un passo indietro schierando il Diavolo con il 4-4-2. Ha subito precisato in conferenza stampa che il risultato è arrivato non per merito dei moduli. Non sono stati cani arrabbiati come pretendeva Ringhio prima della partita ma neanche “chihuahua” come si erano visti con Inter e Betis la settimana precedente.

Il 4-4-2 sarà percorribile da Gattuso come dicono in tanti? La convivenza tra Cutrone, che non potrà più uscire di squadra, e Higuain li renderà sempre libri di dialogare come in occasione del gol del Pipita contro la Doria? Biglia e il suo ritmo possono reggere una mediana con due calciatori? Suso, l’ago della bilancia in qualsiasi modulo rossonero, è in grado di fare la corsia laterale con continuità?

A qualsiasi latitudine e longitudine calcistica le squadre si misurano in base al risultato, tenendo poco conto degli avversari andati in difficoltà, l’analisi completa di Milan-Sampdoria. Nessuno tiene conto anche degli equilibri di uno spogliatoio con un tecnico che deve lasciare in panchina Bonaventura e Cahlanoglu.

Milan-Samp è stata risolta solo da tre uomini, i migliori. Cutrone, Higuain e Suso. Il 4-4-2 in  questo momento, non potendo lasciare fuori Cutrone goleador più di Higuain, appare il modulo più congeniale ma se dovesse continuare Gattuso dovrà inventarsi un terzo centravanti. Più che il modulo, nel secondo tempo contro la Samp ha avuto successo l’atteggiamento molto meno arrembante rispetto al passato e più vicino alla prudenza.

Contro il Genoa domani sera non dovrebbero annunciarsi cambi considerato che Bonaventura e Cahlanoglu sono ai box per leggeri infortuni ai quali si è aggiunto Calabria. Vero però che Gattuso vorrà capire come si schiererà il Genoa di Ivan Juric e perciò anche la formazione del Diavolo la lasciamo allo speaker del Meazza.

Milan-Genoa sarà diretta da Pasqua di Tivoli, classe 1982 e libero professionista. Prima gara in serie A nella stagione 2012/2013; a seguire poche gare (al massimo due in ogni campionato). Il salto nei numeri delle gare fischiate è arrivato lo scorso anno con 16 gare. Nelle 28 gare dirette in serie A sono stati 6 i rigori fischiati e 4 i cartellini rossi. Pasqua è un talento fragile, a causa di infortuni, e dopo la buona partenza dello scorso anno si è perso nelle critiche di Benevento-Juventus con la Signora vittoriosa grazie al VAR.

In questo campionato è al quarto gettone di presenza di cui uno con il Grifone vittorioso contro il Chievo. Nessuno con il Milan. Con i rossoneri in carriera una sola vittoria casalinga contro l’Hellas Verona lo scorso maggio.

Primo assistente Paganessi di Bergamo, 2° Di Iorio di VCO, 4° Manganiello di Pinerolo. Var Mazzoleni di Bergamo,  Avar Mondin di Treviso.


Rassegna Stampa del 30 Ottobre: Genoa in ritiro a Vismara. Pruzzo: “Piatek tiri i rigori”