Genoa 2-2 Udinese: Tanta voglia da parte di tutti  i rossoblu, contro una squadra più che organizzata molto fisica. La differenza di gioco tra il primo e il secondo della compagine di Juric non farà esaltare il critico. L’ardore del Grifone nel primo tempo  avrebbe meritato un altro premio, invece del risicato 1 a 0. D’accordo, il calcio non è il pugilato e non si vince ai punti, ma il secondo tempo lasciava speranze di chiudere la partita alla  svelta.

Juric ha ribadito nella conferenza stampa una frase classica del suo repertorio: “Il calcio è stato onorato anche sbagliando”.

Il Genoa frizzante del primo tempo è stato apprezzato, senza sbavature in difesa, con un atteggiamento pregevole davanti, con Piatek che ha lavorato molto per la squadra e Kouamé mobile. Tutto nel primo tempo è riuscito bene ai ragazzi di Juric, contro una squadra molto fisica, questo perché hanno sfruttato bene gli ampi spazi utilizzando i palloni lunghi che facevano saltare i friulani in aria con giocate di Bessa, pronto a fare la mezzala-trequartista con tanta qualità. Tanto che Evani, il secondo del CT della Nazionale in Tribuna, sull’italo-brasiliano ha preso molti appunti: nessuna sorpresa se Mancini lo dovesse convocare.

Nel primo tempo i friulani hanno sorpreso. Pur essendo sotto di un gol continuavano a giocare con il proprio schema, che non era  3 5 1 1 annunciato ma piuttosto il 4 1 4 1 vistosi nelle altre gare di campionato, prima del 3 5 2 contro il Napoli di domenica scorsa. Behrami davanti all’area con il compito randellare tutti. Se l’obiettivo principale dell’allenatore spagnolo era quello di tenere la squadra con misure equidistanti ci è riuscito, non permettendo al Grifone di chiudere la gara con un altro gol. Un altro Genoa e un’altra Udinese nel secondo tempo.

Il Genoa, parole di Juric: “Se giochiamo bassi, non dobbiamo aspettare che l’avversario sbagli ma aumentare la qualità difensiva senza concedere quei tiri (come quello di De Paul, fotocopia di altri)”. Film del pareggio genoano raccontato con poche parole da Juric, dopo essere passati nuovamente  vantaggio in poco tempo.

Paradossalmente, con tutta la difesa delle zebre ammonita, nella seconda parte il Vecchio Balordo ha confezionato poco lavoro per Piatek in mezzo a due marcantoni della Coppa d’Africa, che non lo marcavano a vista ma uomo molto strettamente. Con qualche giocata in attacco grifonata in più l’Udinese non avrebbe finito la gara in undici e il Genoa in 10. Unico errore di Mazzoleni, errore che avrebbe potuto cambiare corso, esito e risultato: il rosso a Opoku, per un’ entrata a piedi uniti su Sandro sanzionata solamente con il cartellino giallo.

Juric in conferenza stampa ha anche detto: “Poi ci sono le scusanti, perché alcuni giocatori erano un po’ sotto tono fisicamente”. Il problema era già stato sottolineato dai colleghi in Tribuna stampa durante le interviste a Radio Nostalgia, tanto che qualcuno ha anche chiesto se fosse sempre Pilati il preparatore genoano. Dopo la frase di Juric Radio Nostalgia e Buoncalcioatutti sono stati tempestati con un’altra domanda: “Ma è cambiato qualcosa dalla preparazione di Ballardini a quella di Juric?”

Certamente un cambio di preparazione va metabolizzato, senza dimenticarsi che contro la Juventus il Genoa – nelle statistiche disponibili sul sito della Lega – aveva valori superiori a quelli bianconeri. L’ago della bilancia in questa domanda o discussione è la condizione di Sandro. Lo sanno anche i muri a Pegli che deve essere preservato nel giocare una gara dietro l’altra. Ha bisogno di recuperare dal suo infortunio dopo ogni partita per rendere al meglio. Per niente Preziosi, Perinetti e compagnia non si sono fatti mancare l’occasione di tesserare lo svincolato Veloso, che muore dalla voglia di giocare nuovamente. Potrebbe essere lui in campo con il Milan e fare una staffetta in base al risultato con Sandro.

L’altro argomento all’ordine del giorno sarà: Piatek renderà meno in fase realizzativa con il modulo di Juric? Difficile, Piatek non ha fatto gol solamente contro i friulani, da fantacalcio pensare che avrebbe potuto realizzarne anche allo Stadium. Piatek bisogna sorreggerlo bene, fargli titoloni anche sui quotidiani nazionali, sempre prolifici con Milan e Inter, e Piatek ricaricherà la sua pistola.

Capitolo Romero. E’ acerbo ma buono. E’ solido, di grande forza fisica e di buon piede. Non ha paura di nulla, non teme i contrasti e si esalta nella lotta quando la partita si fa duro. Non solo nel Genoa, ma anche già nel Trofeo di Viareggio del 2016, nella Coppa Under 20 sudamericana e nel campionato argentino era considerato un temerario e questo modo di giocare gli procurava qualche cartellino giallo di troppo. Un duro come ce ne sono tanti dalle sue parti, un duro sul quale il Genoa e Juric punteranno molto in fase di contenimento e di costruzione.

Juric probabilmente contro l’Udinese, se non fosse stato pressato dalle esigenze imposte del ritorno, avrebbe fatto altre sostituzioni e al Ferraris anche in 10 contro 11 si sarebbe giocato la carta Pandev per fare risultato.

Juric è pronto alla sperimentazione e freme per mettere in atto una soluzione alla ricerca di più gol, giocatori più offensivi, difesa più alta. Una soluzione in più che non sarà un dogma o l’unico sistema di gioco, nel rispetto degli equilibri di squadra e di spogliatoio: tradotto in numeri, un film del 4 2 3 1 con tanto di difensori registi (Criscito) più Biraschi, Romero e un Lazovic sempre più bravo a difendere. La sua costanza ha permesso a Bessa di essere il mattatore e l’uomo partita, con Biraschi, contro i Friulani. Inutile fare i nomi nel mezzo e in avanti basta sfogliare l’album della qualità genoana, tanta dal centrocampo in su.

Adesso sotto con il Milan. Se la partita fosse stata giocata la prima giornata di campionato, il Grifone sarebbe più in alto in classifica viste le condizioni difensive rossonere dopo 9 giornate di campionato. Difficile che Juric in tre giorni riesca a correggere alcuni difetti intrinsechi del 3 5 2, in particolare la fase di possesso elaborata con trama anche se non fitta di passaggi a partire dalla difesa fino alla trequarti avversaria. Per ottenere risultati il gioco non deve risultare rallentato ma anzi, essendo la  transizione un tempo più rapido della conduzione, si potrebbero risolvere situazioni in avanti con Piatek pronto ad inquadrare i pali avversari.  

Scherzetto o dolcetto, mercoledì sera, al Diavolo rossonero. A Milano il Grifone aspetta sempre “un gol con la tibia o con il ginocchio”, una rete facile e poco spettacolare, una rete che possa allarmare Gattuso e compagnia. Si può anche fare, Juric in questo momento è un “Pitigrilli”, ama mettere i puntini sugli’i  come tanti dopo il pareggio del Vecchio Balordo contro l’Udinese.


Romero: “È solo l’inizio. Forza Genoa”