La nona giornata del campionato di Serie A è stata un inno alla gioia come il quarto tempo della nona sinfonia di Beethoven suonata dal Genoa e da Juric. Gioia per quelli che vedono riaprire il campionato, gioia per gli anti-juventini, gioia per i genoani che non vedono sempre il male dietro l’angolo con il Vecchio Balordo di mezzo. A dire il vero, neanche il primo inciampo della Signora in campionato è riuscito a mettere da parte la idrofobia genoana  visto qualche commento  social, nascosto da pseudonimi o nomi da battaglia.

Juventus-Genoa. Allegri più che nel mirino della critica dei suoi detrattori viene accusato di far giocare i preferiti e lasciare la qualità di Dybala, Douglas Costa e Bernardeschi in panchina. Si gioca in 11 – anzi, in conferenza stampa pre gara Allegri aveva detto in 14 – e così è stato. Juric si è preso la vetrina al suo ritorno in panchina per aver fermato per primo la Juventus, rilanciando il campionato e lasciando speranze di poterselo giocare. Pareggio della Juventus e subito la domanda su chi sarà l’anti Juventus. Non ci sarà, sono troppo forti. Juric dopo il pareggio allo Stadium è atteso dalla prova del nove contro l’Udinese: tre punti per rilanciare a seguire un altro gioco, quello preferito dal Pirata genoano, già nelle prossime due trasferte milanesi della prossima settimana, racchiuse in 4 giorni contro il Milan e l’Inter.

La notizia del primo falso della Juventus ha galvanizzato i partenopei partiti a razzo con una grinta mai vista, all’inizio con un giro pallone che ha lasciato frastornata l’Udinese del tecnico spagnolo Velasquez, che ha pure sbagliato il modulo difensivo. Napoli che vince  senza Insigne e perde il sostituto, Verdi, dopo 2’ di gioco. Per i friulani quarto KO consecutivo anche se in casa hanno giocato con Lazio, Juventus e Napoli. Velasquez il trainer delle zebre rischia il posto non tanto per i risultati  ma per la mancanza di gioco e identità. Ancelotti, il camaleonte della tattica, è pronto a gustarsi il Paris Saint Germain in Champions.

Altro tonfo casalingo della Roma contro la Spal vincitrice all’Olimpico. La Roma ci è ricascata dopo 3 vittorie consecutive. La Lupa ha creato e sprecato, ma gli estensi cinici hanno vinto dopo 4 sconfitte consecutive. Terzo KO stagionale per i giallorossi, il primo in casa: ora sono a -13 dalla Juventus e – 4 dalla zona Champions.

Chievo Atalanta 1 a 5. Ventura resuscita Gasperini, Ilicic e la Dea. Il nuovo tecnico clivense ha avuto il coraggio di partire a 70 anni nuovamente dalla provincia dopo il flop contro la Svezia. La “manita” della Dea lascerà il segno nello spogliatoio clivense. Chissà cosa passerà nella testa dei calciatori con il tecnico più bersagliato del panorama calcistico italiano. Ilicic è stato il gerovital di Gasperini grazie al 3-5-2 “libidine” di Ventura: 3 reti in un’ora di gioco alla prima da titolare in stagione. L’errore di Ventura è stato accettare l’uno contro uno in tutte le parti del campo. Vittoria che il Gaspe spera possa restituire al campionato l’Atalanta che vuole lui.

Fiorentina Cagliari 1 a 1. Il Cagliari e Pavoletti in campo nel secondo dopo una notte insonne, diventato padre, spezzano il filotto di risultati casalinghi della Viola che fino a domenica scorsa non aveva perso un punto al Franchi. Un minuto di applausi per ricordare Astori. Pioli ha perso tatticamente contro Maran non avendo saputo porre rimedio ai raddoppi di marcatura dei sardi su Chiesa e Pjaca, completati dagli scambi continui dei centrocampisti. La carta vincente isolana poteva essere mandata in fumo da un doppio errore di Barella su Chiesa con tanto di rigore.

Milan beffato da Icardi al 92’. Un derby della Madonnina che potrebbe lasciare il segno non solo nella classifica. L’Inter rimane sul podio, il Milan nel limbo della parte sinistra. Derby da tanti colpi, anche proibiti, ma non brillante. Milan rinunciatario, Inter più propositiva a cercare il gol aggirando la linea difensiva di Gattuso sulle corsie laterali. Higuain isolato in avanti e la papera di Donnarumma hanno impacchettato la stracittadina a favore del Biscione.

Lazio vincente a Parma e quarto posto in classifica per Lotito dopo una serata sul podio. Inzaghi vince contro i Ducali con un calcio di rigore contro la coriacea difesa di D’Aversa. Questa volta il calcio dei crociati, sempre all’italiana con catenaccio e contropiede, si è arreso al gioco sempre nelle mani e nei piedi della Lazio. Non sempre le ciambelle possono riuscire con 6 tiri e 6 gol e 13 punti come nelle precedenti gare.

Spreca il Torino in vantaggio di 2 a 0 e si fa raggiungere dal Bologna al Dall’Ara. Il Torino pensava di aver chiuso la gara sul 2 a 0 e viene beffato e raggiunto dal Bologna di Pippo Inzaghi che tira un grosso sospiro di sollievo visto l’andamento della partita con le 14 scornate inutili del Toro dentro l’area felsinea.

Frosinone ed Empoli fanno 3 a 3 alla giostra del gol, fatta di emozioni ed errori da scontro salvezza. Pareggio che rischia di isolare sempre più ciociari e toscani. Urge sistemare le  difese per entrambi gli allenatori.

Sampdoria-Sassuolo di lunedì sera. Uno 0 a 0 non è stato un inno alla gioia del gol tra il sarrismo di Giampaolo e il guardiolismo di De Zerbi, confermando che in qualsiasi modulo la differenza viene fatta dagli attaccanti. Il bel gioco c’è stato nel primo tempo ma sono  mancati i gol anche facili della Doria e quelli del Sassuolo, che ha preso un palo grazie ad un tap-in sconclusionato di Berardi. Un’occasione persa per entrambe le squadre. La Samp si consola con la striscia positiva di 4 gare, il Sassuolo muove la classifica dopo le sconfitte con Milan e Napoli.

Arbitri, VAR e designazioni. Crisi attenuata sul comportamento degli arbitri e il VAR alla nona giornata di campionato. Solo un episodio contestato da Mazzarri in Bologna-Torino per una  spinta Nagy-Izzo. Banti non interveniente, il VAR neppure in nome del protocollo che in ogni riunione arbitrale predica “minima interferenza-massimo beneficio“. Corretti  dalla tecnologia Giacomelli da Aureliano e Orsato da Sacchi. Due esordienti in serie A.

Più che il VAR, in questo momento preoccupano le designazioni di Rizzoli in ogni giornata di campionato: appaiono come quelle degli scommettitori in base al presunto risultato e non sembrano seguire il grado di difficoltà delle gare.


Juventus-Genoa, le statistiche: Romulo sfonda 12 km. E allo Stadium nessuno è come il Grifone