Il Grifone ci patisce prima di ogni gara contro la Lazio all’Olimpico nel vedere l’Aquila volare, perciò domani pomeriggio ci proverà nuovamente a volteggiare più in alto come è già successo parecchie volte negli ultimi anni con diversi allenatori in panchina. Lo scorso febbraio fu Ballardini ad imporsi con le reti di Laxalt e Pandev.

I rossoblu a quarti ci proveranno anche domani perché hanno fiducia nei loro mezzi. La fiducia, non solo nel calcio ma da parte di tutti, è il bisogno di avere lo spirito tranquillo ed è la condizione essenziale di qualsiasi attività.

Ballardini avrà preparato come lo scorso anno la partita sulle peculiarità dei biancocelesti, bravi nello sfruttare il gioco tra le linee favorito dai continui movimenti in profondità di Immobile, sempre pronto ad allungare la difesa avversaria con i suoi scatti, non tenendo conto della partita di Europa League contro i ciprioti.

Lo scorso anno Ballardini è riuscito a fermare la Lazio rompendo l’equilibrio tra attacco in transizione e gioco tra le linee, il grande segreto degli uomini di Inzaghi Simone in fase offensiva.

Come? Grazie a un 3-5-1-1 con Pandev alle spalle di Galabinov scegliendo bene  i cambi nella seconda parte di gara. In particolare l’entrata (65’) di Medeiros per Rigoni, inaspettata visto il risultato di 1 a 1; quella di Lazovic (83’) per Pereira e, infine, quella di Bessa (87’) per Pandev. Operazione riuscita bene con la Lazio sulle gambe, reduce dalla partita di Europa League, grazie al gol di Laxalt al 92’.

La stessa scenografia si potrebbe trovare domani all’Olimpico visto che la partita con i ciprioti di giovedì da parte di Inzaghi e compagnia è apparsa come se i biancocelesti avessero scaricato le pile in una partita da quarti di finale.

Ballardini contro la Lazio potrebbe avere due ballottaggi in testa: il rientro di Zukanovic sulla sinistra per Günter. L’altro dubbio è tattico nel cuore del gioco: Mazzitelli e Hiljemark parlano la stessa lingua da mediani e non sono apparsi affiatati contro il Bologna. Sono simili e la forza fisica li fa apparire anche statici. Difetto che viene accentuato dalla posizione dello svedese come mezzala. Entrambi hanno dato il meglio con una mezzala mobile vicina, perciò Ballardini potrebbe scegliere Romulo vicino a Hilijemark. Il brasiliano fra l’altro ha anche la qualità nelle battute dei calci da fermo che in questo calcio fanno la differenza.

Anche durante questa settimana, mister Ballardini avrà cercato la formula giusta per esaltare i suoi attaccanti senza essere scoperto, che diventa causa di gol banali.

Ci sarà o non ci sarà Sandro? La scelta di unirsi al gruppo in ritiro toccherà al calciatore come è successo per tutti gli altri rigenerati dal Genoa negli anni passati. Tutti i genoani sognano un altro film già visto quando debuttò Thiago Motta non al meglio al posto di Milanetto con un problema muscolare.

Importante che il Genoa faccia il proprio gioco in casa e fuori casa. Importante che tutti, a Pegli e dentro lo spogliatoio, abbiano capito che essere pronti quando si è chiamati dalla panchina può aiutare a fare risultati. Lazio-Genoa sarà altra partita dai cambi giusti vista la qualità sulla panchina rossoblu.

La probabile formazione del Genoa la lasciamo alla conferenza stampa di Ballardini di stamattina per capire qualcosa in più.

CAPITOLO LAZIO – La Lazio di Simone Inzaghi è partita con il freno a mano in questo campionato e dopo le sconfitte con Napoli e Juventus si è ripresa vincendo, ma senza mettere in mostra il gioco dello scorso anno, contro il Frosinone a domicilio e contro l’Empoli. Sempre senza che le due neo promosse meritassero al sconfitta.

Tutto è stato confermato alla prima gara di Europa League contro i ciprioti dell’Apollon Limassol dati per sprovveduti alla vigilia. Lazio indecifrabile, che conferma la fatica fatta negli ultimi due successi in campionato con Frosinone e Empoli per una non buona condizione fisica e un handicap in più: le riserve non hanno convinto.

I motivi potrebbero essere molti. Simoncino Inzaghi ha scelto nuovamente la Lazio dopo le richieste di sedersi sulla panchina di Napoli e West Ham pentendosene subito quando Lotito lo ha trattato come un bambino al telefono dopo le due sconfitte iniziali. Telefonata che è diventata virale non solo nel web, ma anche nello spogliatoio.

A tutto bisogna aggiungere il calciomercato agitato con Milinkovic-Savic in partenza fino all’ultimo minuto, con aumento di ingaggio triplicato, e le partenze importanti di De Vrij e del talentuoso Felipe Anderson.

Igli Tare, il direttore sportivo laziale, ha cercato di rimediare con l’arrivo di Acerbi in difesa e, come al solito, muovendosi fuori dai radar portando sotto il Cupolone laziale Berisha, centrocampista duttile arrivato dal Salisburgo, squadra che ha eliminato Inzaghi nell’ultima gara di Europa League, e Durmisi, difensore del Betis Siviglia. All’ultimo giro di orologio del calciomercato Lotito, sicuro di fare un colpo da 100 milioni con Milinkovic-Savic, ha ingaggiato l’ex doria Correa dal Siviglia per sostituirlo così come Badelj, facendo una lotta con la Fiorentina e i Della Valle a parametro zero.

La rosa messa a disposizione di Simone Inzaghi è più corposa: tutti memori di quello che è successo lo scorso anno quando l’Inter e il Salisburgo misero il sale sulle ali dell’Aquila negli ultimi 4 minuti di gara per mancanze di forze, portando via il posto Champions e un’Europa League toccata da vicino.

Lotito dopo quella telefonata era ed è convinto che la Lazio possa avere varianti tattiche importanti con gli ingaggi estivi. Inzaghi la pensa esattamente al contrario e tutto è stato confermato dalla prima gara europea: lui non vuol cambiare nulla rispetto allo scorso ed ha lasciato tutto quasi immutato. Tutto è stato ulteriormente dimostrato nelle quattro gare giocate – eccetto Napoli per necessità viste le squalifiche di Leiva e Lulic alla prima di campionato: Inzaghi non ha mai cambiato formazione e tattica.

Le vittorie consecutive con Frosinone e Empoli hanno dato fiato alla panchina laziale ma già con il Genoa, la gara di Europa League di giovedì e le altre due di campionato in programma la prossima settimana con finale derby romano, Lotito spera che Inzaghi incominci a cambiare i giocatori e  tattica. La preferita del presidente è il 3-4-2-1 con Luis Alberto e Correa alle spalle di Immobile oppure il solito 3-5-1-1 amato dal tecnico con un centrocampo robusto con Leiva e Badelj in campo assieme.

Difficilmente cambierà qualcosa Simone Inzaghi, il quale vuol giocarsi tutto con la sua squadra e dovrà tuttavia ritrovare alla svelta la forza del gruppo che lo scorso campionato gli diede tante gioie partendo dalla conquista della Supercoppa contro alla Juventus arrivando fino agli 89 gol realizzati (3 in più della Juventus). Gol che non lasciavano tranquillo sulla fase difensiva, risultando alla fine la Lazio la quinta squadra per gol subiti.

Lo squilibrio tra la qualità davanti e quella dietro è stata evidente lo scorso anno e Inzaghi con il 3-5-1-1 vorrebbe porvi rimedio anche con qualche gol in meno realizzato. Contro il Genoa in società si aspettano una Lazio con più variante tattica, in particolare per aumentare il rendimento difensivo, tuttavia Inzaghi difficilmente cambierà le ultime formazioni viste in campionato e il suo credo tattico: sarà un 3-5-1-1  con l’unica variante Caceres al posto di Radu infortunato.

La probabile formazione: Strakhosha in porta; Wallace, Acerbi e Caceres in difesa; Marusic, Parolo, Leiva, MilinkovicSavic, Lulic a centrocampo; Luis Alberto alle spalle di Immobile.

Lazio-Genoa sarà diretta da Rosario Abisso della sezione arbitrale di Palermo. Imprenditore nato nel 1985. Vanta 25 gare dirette in serie  in serie A con 11 rigori e 6 cartellini rossi. Debutto nella massima categoria nel 2015, il massimo delle gare nello scorso campionato 16. In questa stagione già due gare dirette.

Con la Lazio ha all’attivo due gare arbitrate lo scorso anno: il pareggio alla prima giornata all’Olimpico con la Spal e la vittoria sempre all’Olimpico con il Chievo. Con il Genoa una sola gara, ovvero la vittoria al Ferraris la vigilia di Natale dello scorso anno contro il Benevento.

L’arbitro palermitano iniziò la scorsa stagione al meglio perdendosi sul finale dei campionato tra VAR ed errori tecnici. Il problema dei giovani arbitri lanciati in serie A è sempre lo stesso: qualcuno che gli insegni loro ad eliminare i difetti non facendoli cullare nelle gare dirette nella massima divisione.

Primo assistente Fiorito di Salermo; secondo assistente di Iorio di Verbania; quarto uomo Giuia di Olbia; al VAR Maresca di Napoli, all’AVAR Longo di Paola.


Lazio-Genoa, Ballardini fa 80 panchine alla guida del Genoa. E quanti gol nelle ultime stagioni