Fuori da i ball” è la copertina della quarta giornata di campionato visti i risultati, la classifica e viste le intuizioni di inizio campionato, le griglie di partenza in mano agli astrologhi più che tecnici del calcio italiano. Oggi c’è la Spal seconda in classifica.

Partendo dal sabato, la copertina è dell’Inter di Spalletti. Perde con il Parma a San Siro davanti a 60mila spettatori con un solo tiro dei ducali da sabato del villaggio da parte dell’ex Dimarco, da fuori area alla Roberto Carlos. Spalletti pagato per vincere sta facendo come tanti altri che lo hanno preceduto, peggio anche di De Boer. Lo scorso anno la rosa era corta, quest’anno è troppo lunga? L’Inter per tutti ad inizio anno doveva fare il mazzo a tutti invece, siano piccole o grandi, le squadre che affronta la mettono in crisi. Lo spirito interista non c’è, la squadra è immatura e non può essere sempre colpa del manico. Alla lunga potrebbe uscire in questo campionato ma non potrà più essere etichettato come fatto a bocce ferme, prima dell’inizio del campionato, ossia il miglior Biscione del dopo Triplete. Troppi  per Spalletti due KO in quattro partite: Gasperini nel 2011 con lo stesso punteggio fu allontanato.

Napoli-Fiorentina: la notizia è che mancano i napoletani dentro il San Paolo. La guerra con De Laurentis continua. Ancellotti è passato al 4-4-2, il sistema più facile per tutti calciatori da capire. Ci  mette 79’ per abbattere il muro viola. Mertens è sfiorito, Insigne dovrebbe invece giocare sempre, anche con la Nazionale, a Napoli: il Vesuvio lo sveglia. Pioli, tecnico viola, non rischia e viene punito dai cambi di Ancelotti, Milik e Ounas, e dal viola Pjaca, sempre a riscaldarsi ma entrato in campo in ritardo.

Frosinone-Sampdoria: altri tre punti e bel gioco della Samp. Troppo forti i doriani per il Frosinone al debutto in Serie A nel nuovo stadio. Senza diminuire il buon lavoro di Giampaolo, il gol al 10’ del primo tempo su errore degli avversari ha aperto autostrade frusinati. Dopo il gol di Quagliarella, i risultati potevano essere solamente due per gli scommettitori: pareggio o goleada blucerchiata.

Alla domenica tutte le vetrine sono state per la doppietta di Cristiano Ronaldo, mai ordinario nello Stadium bianconero. È passato dal  gol più bello, la rovesciata con il Real Madrid, e per non essere ripetitivo si è sbloccato, per sverginarsi, con quello più brutto in maglia bianconera: un tap-in a porta vuota su errore di Ferrari del Sassuolo che lo aveva controllato bene fino a quel momento. Per il Sassuolo c’è sempre un conto da pagare alla fine. Per  tre giornate è andata bene a “Harry Potter” De Zerbi e al suo gioco spregiudicato da maniaco del Barcellona. I gol di Ronaldo levano responsabilità ad Allegri, soprattutto ai compagni che gli passavano il pallone in qualsiasi occasione come nelle partite “scapoli-ammogliati” o di beneficenza al fine di fargli fare gol. Sui gol di CR7 ha sputato Douglas Costa. Oltre la punizione del Giudice Sportivo, che dovrà essere esemplare (anche se si cercheranno le provocazioni di Di Francesco), c’è curiosità nel vedere i provvedimenti della Signora.

Alle 12.30 di domenica in scena Roma-Chievo finita 2-2. Una pajata, ricetta culinaria  romanesca, da parte di Di Francesco che identifica l’intestino tenue del vitellino leggero come è la squadra giallorossa con le sue prestazioni mortificanti. In vantaggio di due a zero farsi riprendere dal Chievo dei “nonni” creerà un delirio nelle radio e televisioni romane. La vendita di Strootman è stata deleteria. Roma sprecona: dopo il primo tempo i giallorossi hanno pensato al Real Madrid in Champions e sono stati punti da un Chievo povero ma coraggioso nel finale.

Udinese Torino 1 a 1. I friulani soffrono il Toro specialmente quando Mazzarri decide di fare entrare Zaza in coppia con Bellotti, sacrificando Iago Falque che non lo meritava. Friulani senza campo né coda fanno gol in apertura e difendono per 70’ il Fort Apache. Per Mazzarri va avanti l’enigma del doppio centravanti, difficile da risolvere se non troverà una  soluzione per Falque a cui è difficile rinunciare. Cambiare modulo non sarebbe un peccato capitale.

Empoli Lazio 0 a 1.  Vince  Simoni  Inzaghi. Brutta Lazio contro l’Empoli salvata dal portiere Strakosha. Lazio parente lontana di quella dello scorso anno, una macchina da gol difficile da rivedere. Adesso Inzaghi Junior preferisce la trincea, memore dello scorso anno quando facevano tanti gol ma ne incassavano molti per portare via tre punti anche contro il modesto Empoli.

Cagliari Milan 1 a 1. Pareggio che non farà contento Gattuso, anche se ha fatto gol Higuain al primo pallone giocabile. L’approccio mentale dei rossoneri non da Ringhio. Il Milan infatti fallisce l’ennesima prova di maturità dopo la vittoria scacciapensieri contro la Roma del turno precedente. Maran tecnico del Cagliari cerca di compattare i sardi e il punto contro il Milan è meritato e gli dara morale .

Ieri notte Spal-Atalanta. La formazione ferrarese voleva fare una bella figura contro la Dea e ha festeggiato con una vittoria il debutto dello nuovo stadio. Nulla di trascendentale da parte degli spallini come i gol dell’ex Petagna arrivati l’uno da un errore su pallone inattivo, il terzo su sei gol incassati da parte della difesa di Gasperini, un problema rovesciato rispetto lo scorso anno dove i palloni inattivi erano gol  bergamaschi; l’altro da una deviazione fortunosa. Questo non vuol dire che la Spal non abbia meritato, bensì è stata brava ad approfittare dell’identità ancora non trovata dal G&G dopo l’eliminazione europea. Quattro punti, due sconfitte con Cagliari e Spal non erano preventivate a Zingonia, neanche 7 gol realizzati e 6 incassati. Un film, quello dell’eliminazione dall’Europa, già visto da Gasperini dopo quello che successe con il Grifo. Saprà come porvi rimedio.

Il Genoa invece si fa guardare per la precisa coscienza dei suoi limiti. Ballardini continuerà a spiegare con il suo staff che i centrali devono essere bloccati, gli esterni o terzini devono macinare chilometri e che serviranno sempre due frangiflutti in mezzo al campo, un attaccante di peso e uno mobile. Gioco fatto bene in fase difensiva ad una ventina di metri dalla porta restringendo gli spazi e lanci in corridoio. Con l’arrivo di Sandro si cambierà e si passerà al rombo a centrocampo, senza dimenticarsi dell’utilizzo della panchina.

Il VAR all’italiana conferma che serve a poco per come viene utilizzato in campo e davanti ai televisori arbitrali.

Da oggi parte la Champions League: visto il gioco espresso da Juventus, Napoli, Roma e Inter occorreranno non miracoli ma qualcosa in più senza rifugiarsi nella tenuta atletica migliore degli avversari che hanno iniziato solo una settimana prima i loro campionati.


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