Sarri al Chelsea è ormai cosa fatta da tempo. Tempo anche per la prima conferenza stampa del nuovo tecnico dei Blues, posticipata di un giorno per motivazioni scaramantiche. Di Martedì 17, evidentemente, non s’aveva proprio da fare.

Questa una sintesi con le parole di Maurizio Sarri nella sala stampa di Stamford Bridge, stadio che ha visto ben 3 manager italiani negli ultimi 9 anni di storia Chelsea. Dopo Carlo Ancelotti, Roberto Di Matteo ed Antonio Conte (“Conte qui ha fatto un gran lavoro perché è un allenatore straordinario, è chiaro che io gioco in maniera diversa rispetto a lui e pertanto ci vorrà un po’ di tempo. Molti giocatori devono ancora rientrare. Molte cose che ha fatto sono ottime e non vanno perse per strada”), oggi è tempo per una nuova era.

Su Napoli e sul Napoli: “Amo la città e la sua tifoseria in una maniera viscerale. Ho un ricordo stupendo e l’amerò per sempre. A Napoli ho sofferto solo le prime tre partite, ora spero di essere migliorato e di accorciare il periodo di apprendistato. Avevo il cuore spezzato, ma pensavo fosse arrivato il momento di andare””.

In quello appena nato con Abramovich, invece, Sarri non vuole “cominciare il mio rapporto con lui parlando di questioni private. Questo è un rapporto privato e spero che venga rispettato, viste anche le caratteristiche del nostro proprietario”.

Sulla Premier League: “Questa è una sfida difficile ma affascinante, in questo campionato ci sono i migliori allenatori del mondo e i giocatori più forti, quindi so che sarà una sfida estremamente complicata. Sono molto felice, mi scuso con tutti perché il mio inglese non è perfetto. Non volendo dire nulla di sbagliato, da ora in poi risponderò in italiano. La Premier è diversa dalla Serie A, che rimane un campionato tatticamente difficile. Qui però ci sono i giocatori più forti. Non voglio stravolgermi, io per fare bene ho bisogno di divertirmi. Voglio fare la mia esperienza anche con i miei errori”.

Dopo aver lodato Pep Guardiola e il suo record dei 100 punti con il Manchester City, il tecnico italiano ha affrontato anche una domanda su José Mourinho e sul suo “Please don’t call me arrogant but I am the Special One” con cui si presentò al Chelsea nel Giugno del 2004.

“Ha vinto tutto e penso che questo sia abbastanza per un allenatore – risponde Sarri – Chi ha questa striscia di record non ha bisogno di descrizione. Stiamo parlando di un allenatore di livello mondiale. Stimo molto anche Pep: il mio stile si avvicina di più al suo”.

Special One? Mi piacerebbe se tutti nello spogliatoio, nell’ambiente e tutti voi mi chiamaste semplicemente Maurizio. Solo Maurizio”. 

Sarri ha poi affermato di essere annoiato dal calciomercato che incombe imperterrito nel mondo del pallone: “Sono più un allenatore da campo, non un manager a tutto tondo. Sinceramente sono annoiato dal mercato, perché il nostro compito, quello degli allenatori, deve essere quello di far crescere i giocatori. Io qui voglio divertirmi ed essere competitivo come ho fatto a Napoli. Divertirsi non sempre fa vincere trofei, ma giocare bene fa divertire i tifosi. Penso che il regalo più grande che possa esserci nella vita è divertirsi facendo il proprio lavoro. Mi piace molto non essere condizionato da niente e da nessuno”.

Sulla vicenda Sarri-Mancini del 2016: “Penso che nessuno fra quell che davvero mi conoscono possano definirmmi né omofobo, né sessista, né razzista. Penso di essere una persona estremamente aperta a livello di mentalità. Spero di dimostrarlo nel periodo di tempo in cui lavorerò qui, si è parlato di alcuni errori fatti ma che sono stati anche ingigantiti. Il secondo è stato un malinteso, visto che si trattava di una giornalista con cui ho scherzato per tutti e tre gli anni a Napoli. In ogni caso, quando uno fa degli errori deve scusarsi e capire che posssono arrivare anche delle critiche dalla stampa. Scusarsi conta poco, dimostrare è la cosa più importante: cercherò di farlo per spazzare questa idea dal vostro cervello”.

Dopo aver ammesso di “voler aiutare a crescere Eden Hazard nonostante le voci di un trasferimento ormai prossimo al Real Madrid (in coppia con il connazionale Courtois) e di voler trattenere il capitano Gary Cahill, questa la conclusione della conferenza stampa: “Non ho vinto nulla in Serie A ma per tre anni di fila abbiamo fatti record di punti e credo che si sia lavorato molto bene: la differenza tra il lavorare bene e vincere spesso è minima. Spero di riuscire a ridurla. Lo spero davvero”.

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