Hanno ragione Collina, Presidente del Comitato FIFA ai Mondiali, Busacca, Capo degli arbitri FIFA, e Rosetti responsabile del VAR in Italia quando affermano che il “VAR non significa perfezione dal momento che gli errori possono ancora esserci, ma credono che il 99,3% di decisioni corrette sia qualcosa di vicino alla perfezione“.

Hanno ragione riferendosi al VAR mondiale in Russia perché è diverso: semplicemente se ne sta mostrando un diverso utilizzo della tecnologia con meno review (revisione) e con tolleranza quasi più alta da parte degli uomini VAR dopo gli esperimenti non riusciti bene nella esperienza-cavia italiana.

Il particolare è semplice e ne dovranno tenere conto Rizzoli e compagnia nel prossimo campionato: gli arbitri in campo al Mondiale russo non sono condizionati da quelli dietro la TV.

In Italia i vari “mammasantissima” del fischietto dietro la Tv hanno fatto il cattivo e brutto tempo condizionando l’operato dei colleghi meno affermati. Quelli meno affermati hanno trasportato le loro “deficienze” dal campo dietro gli schermi.

Al mondiale c’è una nuova – o l’esatta interpretazione – del protocollo VAR: meno interruzioni, meno on Field Rewiew (Revisioni sul campo) con la sceneggiata della  “mimata” Televisione. Molti silent-check (silenzio-assenso) da parte del VAR tramite le cuffie.

Il VAR Mondiale non svaluta gli arbitri come è successo nel campionato 2017/2018 in Italia quando la tecnologia non è stata utilizzata al minimo e la soglia di tolleranza davanti ai monitor per la ricognizione dei falli è stata quasi massima. Il VAR in Russia cerca di minimizzare i rischi di errori grossolani. Il Var non è una moviola e affinché abbia successo se ne dovrà capire la differenza.

Le polemiche, alla luce di quello che stanno varando per il prossimo campionato italiano, saranno sempre più feroci. L’applicazione del VAR sarà ancora più limitata: non sarà più applicabile per episodi connotati da “un chiaro errore” ma da un “chiaro ed evidente errore”, IN LINEA CON IL PROTOCOLLO UTILIZZATO NEI Mondiali in Russia. Quella da marcarsi e sottolineare è la parola EVIDENTE.

Curiosi di vedere se la linea dei Mondiali sarà rispettata anche nel nostro campionato, linea sicuramente diversa rispetto all’interpretazione delmezzo tecnologico visto e adottato lo sorso anno in Italia.

AIA In Italia. Il 30 giugno scorso ci sono state da parte dell’Aia le promozioni e dismissioni degli arbitri in serie A, B, Can Prof , Can D e CAI. In serie A sono stati promossi Chiffi di Padova e La Penna di Roma.

Sono stati dismessi per motivazioni tecniche il solo Gavillucci di Latina e per limiti di età Damato di Barletta e Tagliavento di Terni, il quale subito ha lasciato l’associazione arbitri riciclandosi come dirigente della Ternana calcio. Dimissione a domanda di Rizzoli ancora nei ranghi internazionali, confermato designatore della Can A.

Assistenti promossi dalla Can B alla Can A:  CALIARI Enrico (Legnago), CECCONI Dario (Empoli), GALETTO Mauro (Rovigo), ROCCA Domenico (Vibo Valentia) e VILLA Tarcisio (Rimini). Assistenti confermati in deroga quelli che stanno agendo ai Mondiali: DI LIBERATORE Elenito (Teramo) e TONOLINI Mauro (Milano).

ASSISTENTI DISMESSI PER MOTIVATE VALUTAZIONI TECNICHE: CRISPO Andrea (Genova) e ZAPPATORE Marco (Taranto). DISMESSI PER LIMITI DI ETÀ: DI FIORE Riccardo (Aosta) e LA ROCCA Claudio (Ercolano). DISMESSI PER LIMITE DI PERMANENZA NEL RUOLO: DOBOSZ Giulio (Roma 2).

AIA, che male a Genova. Guardando le altre promozioni  non solo in A ma anche in B, Lega Prof., Can D e Cai dispiace che l’associazione italiana arbitri di Genova prenda il Wooden Spoon, il cucchiaio di Legno dell’AIA: ultimi o quasi nei direttori di gara, assistenti e visionatori dei fischietti che circoleranno il prossimo campionato sul territorio fuori dalla Liguria. In A un solo assistente (Schenone), in B un solo arbitro (Ghersini).

Tutto ciò non è sicuramente colpa del lavoro fatto dai dirigenti regionali e provinciali ma della cronica mancanza di un Santo in paradiso nell’Aia di Nicchi.