Quelli di oggi saranno gli ultimi 90 minuti per il Genoa in questo campionato, l’obiettivo della salvezza è stato raggiunto, Ballardini si è giustamente guadagnato la riconferma e ora si guarda tutti al prossimo torneo. Oggi però c’è da affrontare il Torino e bisogna farlo con impegno e sudore perché la squadra deve congedarsi dalla sua tifoseria nel modo migliore possibile, tutto il popolo rossoblu lo merita.

Inquadriamo il Toro

Il Torino è guidato da Walter Mazzarri ex blucerchiato inviso alla gradinata Nord, il tecnico livornese è subentrato all’esonerato Mihajlovic e dopo un inizio stentato ha intrapreso un buon percorso. Comunque a mio parere si tratta di un tecnico normale, molto bravo nell’esposizione mediatica. Non va dimenticato che la squadra granata è piena di ex rossoblu, alcuni dei quali molto rimpianti. Il Torino scende in campo con il 3-4-2-1, il sistema che più si addice al suo tecnico. Il Torino è a mio giudizio la delusione del torneo, ha un’ottima rosa e tutti si aspettavano un rendimento migliore. Sfruttano molto le corsie esterne e si adoperano per portare all’uno contro uno Ljajic e Jago Falque; molte volte saltano il centrocampo e cercano Bellotti nello spazio.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

In porta dovrebbe esserci Sirigu, che dopo una parentesi all’estero è tornato nella nostra Serie A. Bravo sia tra i pali sia fuori, non irreprensibile con i piedi, è un portiere esperto e molto affidabile. Oggi tra i pali potrebbe però giocare Milinkovic, fratello del giocatore della Lazio: ottimo prospetto, reattivo e svelto tra i pali, bravo con i piedi, alcune volte si cimenta anche nel calciare le punizioni al limite dell’area della squadra avversaria. I tre difensori centrali sono N’koulou, Burdisso e Moretti. Un pacchetto arretrato di tutto rispetto, se aiutato dai due esterni di centrocampo, ma i tre vanno in difficoltà se lasciati in campo aperto, se devono coprire tutta l’ampiezza. N’koulou è il più veloce e reattivo, bravo nell’anticipo. Burdisso, ex capitano rossoblu, è molto navigato, bravo di testa e leader per vocazione, ma ha perso lo smalto dei giorni migliori, Moretti, il centrale di sinistra, giocatore intelligente e dotato di ottimo piede, nell’uno contro uno va sovente in difficoltà.

Il centrocampo

De Silvestri, Rincon, Baselli e Ansaldi costituiscono un centrocampo di gamba e corsa, ma con poca qualità. De Silvestri ed Ansaldi sono gli esterni. Il primo agisce sulla corsia di destra, ha un’ottima corsa ed è molto pericoloso negli inserimenti senza palla, due reti nelle ultime due partite. Ansaldi preferisce ricevere il pallone tra i piedi, per lui non fa differenza calciare con il destro o il sinistro, anche se va in sofferenza quando deve marcare. Rincon e Baselli sono i centrali. Il venezuelano è giocatore di carattere e di forza, ha buoni fondamentali e se c’è da lottare, non si tira indietro. Baselli ha nel suo bagaglio corsa e discreta tecnica, ed è pericoloso negli inserimenti senza palla e nei tiri da fuori area.

Il reparto avanzato

I due che agiscono dietro la punta centrale sono Ljiajc e Iago Falque. Il serbo, classico tipo genio e sregolatezza, possiede piedi buoni, dribbling secco, tiro forte e preciso, ma ha un rendimento molto altalenante. Oggi sera costretto a fare forfait per un blocco lombare. Iago agisce sulla parte destra del campo anche se è un sinistro naturale, proprio con il suo piede dolcissimo effettua tiri velenosi ed assist precisi. Da un paio d anni va in doppia cifra in fatto di marcature. Belotti, centravanti vecchio stampo, ama essere lanciato in profondità. Forte fisicamente, ha un eccellente progressione: per lui è stata un’annata con qualche problema fisico, ma il Gallo resta sempre il pericolo numero uno, micidiale com’è quando attacca il primo palo. A sostituirlo è eventualmente pronto Niang, vecchia conoscenza rossoblu.

Come si comportano sulle palle inattive?

I corner in fase offensiva sono competenza di Ljajic e Iago. I tre centrali salgono e si rendono pericolosi. Anche Belotti è molto abile nel gioco aereo e molto rapido è invece Niang, che oggi potrebbe prendere il posto del Gallo a causa di qualche acciacco di troppo. Da non perdere di vista De Silvestri con i suoi movimenti a tagliare. Ljajic è il prescelto per le punizioni dal limite, ma a volte possono calciare anche Iago ed Ansaldi dalla distanza. Sulle palle inattive a sfavore, a volte difendono a zona e a volte preferiscono la marcatura ad uomo.

In conclusione?

Quella di oggi dovrà essere una festa, i tifosi vorranno salutare i propri giocatori. Faccio una menzione particolare per il nostro Mattia Perin: oggi sarà quasi sicuramente l’ultima volta che indosserà la nostra gloriosa maglia. Arrivato ragazzino, qui è diventato un uomo e un grande portiere. Giusto che vada a giocare per conquistare grandi traguardi. Dovremo soltanto ringraziarlo per essere diventato un genoano vero e tutti noi dobbiamo ricordare che i genoani veri, come Mimmo Criscito, non dimenticano. Arrivederci Mattia, “y te deseo buena suerte”.

LE ULTIME DI FORMAZIONE

GENOA (3-5-2): Perin; Biraschi, El Yamiq, Izzo; Pedro Pereira, Bessa, Veloso, Bertolacci, Laxalt; Medeiros, Lapadula. Allenatore: Davide Ballardini

TORINO (3-4-2-1): Sirigu; N’koulou, Burdisso, Bonifazi; Barreca, Baselli, Rincon, Ansaldi; Falque, Berenguer (Edera), Niang (Belotti). Allenatore: Walter Mazzarri.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.