La conquista del bottino contro la Viola è stato l’argomento settimanale a Pegli. L’altro, far rimangiare a molti cronisti in casa dell’Atalanta e davanti alle Tv di un Genoa già in vacanza. Contro la Fiorentina servirà un Grifone combattivo per brindare al rinnovo del contratto di Ballardini e ispirare Preziosi, probabilmente seduto in tribuna, sul futuro.

È arrivato il momento, oltre a raccogliere punti, di seminare anche reti. È la partita giusta per mettere da parte la scarsa lucidità offensiva sfruttando le occasioni nitide qualcuna, anche immensa, mal sfruttate non solo dagli attaccanti ma da tutto l’organico.

Sarà un’altra gara per il Genoa e i genoani sugli spalti da soffrire, una fortuna e un destino del Vecchio Balordo non rintracciabile solamente nella densità nelle zone nevralgiche del campo. Contro la Fiorentina si cercheranno sprazzi di manovra d’attacco ma tutto andrà sempre per la stessa strada che ha contraddistinto il campionato 2017/2018 dall’arrivo del tecnico ravennate: perfetta sincronia tattica, abilità nel creare una particolare densità e costringendo l’avversario a ricorrere alle corsie laterali.

Tutto dovrà essere agevolato da un sacrificio corale con una difesa più convinta dei suoi mezzi, non solo con il rientro probabile di Spolli eletto non solo dai compagni e dai tifosi capo di dicastero della difesa. Se rientrerà Spolli sarà terzetto con Biraschi e Zukanovic, senza dimenticarsi di Perin che ha portato risultati e porta inviolata.

Foto TanoPress

È arrivato il momento che il Grifone si metta anche a segnare. Per tale motivo contro i gigliati, che non hanno spaventato nessuno con l’ultima prestazione contro il Napoli, bisogna cercare un centrocampo di maggior inventiva che soffra meno in fase offensiva e supportare il reparto d’attacco, troppo isolato contrariamente a quello che è l’idea propositiva di Ballardini. Contro la Fiorentina Ballardini in cuor suo – e dei genoani – vuole un Genoa vivace, propositivo, abile e pronto a cambiare ritmo rendendo più temibile il possesso pallone eliminando tratti di sterilità e staticità.

Con il rientro di Veloso, sempre se sarà presente, trova Hjliemark in squadra e non dovrà fare più il Rincòn della situazione nel recuperare palloni essendo più avvezzo alla regia. Aggiungendo Bertolacci, la mediana potrebbe mettere da parte i contorni non raffinati, operai volti più alla conquista della sfera senza l’obbligo di verticalizzare subito cambiando il ritmo della gara. Con il senno di poi e il risultato finale della stagione meno male che lo hanno fatto. E anche bene.

Il modulo, la formazione è nella testa di Ballardini e del suo staff. Sicuramente la Fiorentina, così come come contro il Napoli, superando la prima pressione genoana non attaccherà la profondità facilmente come contro i partenopei perché troverà pochi spazi dietro i difensori. Subito in campo gli uomini e la strategia del secondo tempo contro l’Atalanta. Fare bottino e dopo riprendere la vecchia strada o fare il contrario? Come dire: prevenire per non dover curare.

Chi sarà al Ferraris vedrà e vivrà. Tutti allo Stadio, Il Genoa ha chiamato tutti dentro il Tempio riducendo i prezzi dei biglietti  del 50%. Tutti a caccia del decimo posto, la parte sinistra della classifica cercando di acchiappare il Torino. Anche il calendario appare sulla carta  colorato di rossoblu a quarti con l’ultima gara contro i granata proprio al Ferraris.

Non solo la formazione, questa volta rimandiamo al fischio dell’arbitro anche il modulo, con Laxalt e Migliore ai box.

FIORENTINA – Per spiegarla parliamo delle gare che hanno preceduto, in casa e fuori, il KO scudetto al Napoli? Una bella domanda con una risposta. Il Napoli contro la Viola ha perso 3 a 0, tradito dalla difesa, il reparto su cui aveva fondato le speranze di tornare a vincere lo scudetto. La perdita di Koulibaly è stata devastante, l’unico che quando i meccanismi del Ciuccio si inceppavano è  stato in grado di coprire la profondità grazie alla sua velocità , alla sua forza fisica nelle situazioni a campo aperto. L’uscita del colored napoletano ha favorito Gio Simeone, autore di una tripletta grazie al suo istinto per gli smarcamenti, gli scatti in profondità che hanno intontito il Ciuccio di Sarri: Simeone è stato lo strumento tattico per determinare non solo la partita ma lo scudetto venturo.

Tatticamente la Fiorentina preferisce attaccare in campo largo tutto spinto dalla filosofia verticale di Pioli. La Viola cede volentieri il controllo della gara all’avversario perché non riesce a gestire bene né il pallone né gli spazi. Nelle gare precedenti contro gli azzurri i gigliati sono apparsi impacciati nel costruire l’azione da dietro, un fondamentale per il gioco di Stefano Pioli: attrarre gli avversari in avanti allo scopo di creare spazi da aggredire. Il meccanismo di pressing pensato dal tecnico permette alla Fiorentina di riconquistare il possesso in zone pericolose molte volte, ma mostra qualche stortura.

Il giro pallone della Viola è scolastico, ma quando ben eseguito cerca di liberare un giocatore alle spalle del centrocampo avverso. I fiorentini hanno urgenza di riconquistare il pallone alla svelta per cercare subito la profondità o fare un cross. Tutto però può determinare disordini difensivi,  stancando gli attaccanti in continue rincorse tutto a discapito della soluzione finale, cercata spesso con tiri da fuori area.

La manovra della Fiorentina si svolge in particolare sulla corsia di destra, lato su cui lavorava Chiesa supportato da Laurini (squalificato contro il Grifo) o Gaspar. Tatticamente il 4 3 3 esaltava  le qualità di Chiesa libero di svariare su tutto il fronte d’attacco,  di Thereau dietro il pivot Simeone. Contro il Genoa Pioli potrebbe proporre nuovamente il 3 5 1 1 o 4 4 1 1  anti Napoli senza Thereau e con Saponara alle spalle di Simeone, modulo utilizzato la prima volta in casa della SPAL, modulo  utilizzato stranamente alla 32ª giornata di campionato dopo 6 vittorie consecutive dopo la morte del Capitano Astori.

La Fiorentina e Pioli credono in un progetto giovani già dalla scorsa estate, inseguono l’Europa League ma il 7° posto in classifica potrebbe essere deleterio nel futuro se credono in un percorso coerente di crescita fondato sulla valorizzazione dei giovani come Simone, Chiesa, Benassi, Veretout, Gaspar. Per la formazione viola, anche Pioli come Ballardini ha il dubbio: difesa a 3 o a quattro?

Dirige Manganiello di Pinerolo, classe 1981. 20 gare dirette in Serie A con 7 rigori e 6 espulsi in stagione. Passato alla Can A nel luglio 2017, in questo campionato ha diretto 16 gare: 6 vittorie casalinghe e 3 pareggi nella schedina. Analista finanziario, ha all’attivo 6 rigori e 6 rossi sventolati. Con il Genoa arbitra nel 2016 il pareggio con l’Udinese e nella stagione precedente la vittoria della Fiorentina in trasferta contro la Lazio per 2-4. Ha diretto le sfide di Coppa Italia del Grifone contro Cesena e Crotone, una con Juric e l’altra con Ballardini sulla panchina del Ferraris.

1° assistente: Bottegoni di Terni 2° assistente: Scartagli di Arezzo 4° Uomo: Marini di Roma VAR: Abisso di Palermo AVAR:  Piscopo di Imperia

Diffidati: Veloso Pandev (Genoa) Veretout Vityor Hugo (Fiorentina)