Andrej Galabinov si era presentato così ai tifosi del Genoa, con una maglietta piuttosto casual. Simbolo di molte vacanze, slogan che si addice perfettamente al gioco messo in mostra fino ad oggi dall’attaccante bulgaro. Già il 5 Luglio “scherzavamo” sulla prima “uscita” così semplice e spartana di un calciatore che, a 6 mesi di distanza, è il miglior marcatore rossoblù a disposizione di Davide Ballardini.

I gol in amichevole? Non fanno testo. Il rigore contro contro la Juventus? Forse inutile. Del resto “perdere contro i campioni d’Italia non è una tragedia”. Quella alla Sardegna Arena? Rigenerante. Oggi un colpo di testa cruciale, di fronte e di fronte alla Gradinata Nord: “Si sbatte e combatte, se l’è meritata tutta” dirà Luca Rossettini a fine gara.

“Il campionato è lunghissimo e pieno di episodi, il campo parla” sosteneva Galabinov dopo la prima partita della stagione, proprio contro il Sassuolo a Reggio-Emilia. Anche oggi un episodio l’ha decisa, un episodio che finirà nel cassetto insieme a tutti gli altri eventi che condizionano le partite di pallone. Un po’ come le magliette dell’Hard Rock Cafè, comprate in giro per il mondo ed infilate nello stesso armadio. E guai a dire che gli attaccanti – così come le magliette – sono tutti uguali, perché come ha ricordato oggi Ballardini “Galabinov ha caratteristiche particolari, differenti rispetto agli altri giocatori del Genoa.”

E se oggi il Grifone può godersi un rassicurante +6 sulla zona calda della classifica di Serie A, molto è merito anche del granatiere bulgaro. Un attaccante Hard Rock.