Un po’ meno aneddotico e assai più pragmatico il racconto di Gennaro Ruotolo, ex rossoblu che non sfuggirà alla memoria di nessun lettore genoano. Veste la maglia del Grifone dal 1988 al 2002 e colleziona 444 presenze corredate da 36 reti, che gl valgono ancora oggi, a 15 anni di distanza, il premio di calciatore con più presenze in maglia rossoblu della storia. In quel ritiro in Provenza, con annessa amichevole col Marsiglia, c’era anche lui. Abbiamo cercato di farci raccontare se nacque lì, in stretta comunione, lo spirito di rivalsa della squadra, che si presentò alla stracittadina dimostrando di avere qualcosa in più della Sampdoria, avversaria storica.

Secondo te, quel ritiro voluto da Scoglio aveva fatto cambiare la squadra in vista del derby? Ci racconti qualcosa di quel ritiro?

Vedete: non so se fosse stato il ritiro in sé o cos’altro. Forse un ritiro ti tiene più compatto, più unito, e permette ai giocatori di stare più spesso insieme. Tutto questo sicuramente può aiutare, ed evidentemente a noi aiutarono quei 3/4 giorni di ritiro. Fatto il ritiro, siamo poi scesi in campo determinati, con la voglia di fare bene: il risultato fu conseguenza di come volemmo affrontare la partita. Eravamo determinati, avevamo voglia di mettere in difficoltà la Sampdoria, avevamo voglia di vincere e fare la prestazione. Ripeto: non so se per il ritiro, ma sicuramente ci aiutò. Questo non lo si può nascondere. 

C’è qualcosa episodio di quel ritiro che ha fatto svoltare, qualche aneddoto, che ti è rimasto impresso?

Non credo si debba cercare un aspetto che era poco riguardante la partita importante che si andava ad affrontare. Non c’entrano né pullman, né aereo. C’era di importante che la squadra voleva fare bene, fare risultato e uscire da un periodo poco facile. Era più questa la cosa che risaltò in quella squadra, assieme alla voglia di mettere sotto la Sampdoria, vincere con merito e vincere perché si aveva qualcosa in più della Sampdoria. Venne fuori questo dopo quel periodo lì, di ritiro.

DI SEGUITO L’AUDIO DELL’INTERVISTA A GENNARO RUOTOLO: