Non è bastato un buon Genoa per tenere testa ad un superlativo Napoli, troppo il divario tra i rossoblu ed i partenopei. Oggi invece i ragazzi di Juric sono attesi da un avversario di pari valore, la Spal a Ferrara.

Allenatore e gioco dei biancoazzurri?

Il tecnico è Leonardo Semplici, ex delle giovanili della Fiorentina, allenatore puntiglioso e meticoloso, amante del bel gioco e ben visto dai propri giocatori. La Spal scende in campo con un 3-5-2, lo stesso sistema con cui ha vinto il campionato cadetto lo scorso anno. La squadra emiliana preferisce iniziare il gioco dalle retrovie, si appoggia sovente su Viviani. La fascia più battuta è la destra dove agisce Lazzari, giocatore che l’anno scorso ha fatto la differenza.

La difesa?

Gomis, portiere giovane con un fisico importante e ugualmente reattivo, ha difficoltà quando deve giocare coi piedi, però è bravo nelle uscite alte e basse. I tre difensori centrali sono Oikonomou, Vicari e Felipe, tutti e tre forti nel gioco aereo e bravi nella marcatura, però, essendo prestanti, soffrono contro avversari rapidi. Difficilmente gettano via la palla, ma vanno in seria difficoltà se vengono pressati. Felipe ha un buon piede sinistro.

Il centrocampo?

Lazzari, sulla fascia destra, è molto veloce e può mettere in apprensione gli avversari con i suoi inserimenti e i suoi cross, ma non è altrettanto bravo in fase difensiva. Dalla parte opposta agisce Mattiello, un giovane che, frenato da un grave infortunio, ora può mostrare il suo valor: nato come esterno destro è altrettanto bravo sulla fascia opposta, abbina corsa e capacità tecniche, è attento tatticamente. I tre centrocampisti centrali sono Schiattarella, Viviani e Mora. Schiattarella, tignoso, tecnicamente discreto e con buona gamba, non ha grande fisicità.. Viviani è il metodista, piedi buoni e senso geometrico sono le sue qualità, oltre alla bravura sui calci da fermo. Anche lui non è forte fisicamente. La fisicità invece è tipica di Mora, bandiera della Spal, non in possesso di piedi buoni, ma con grande carattere e spirito sacrificio, in più bravo nel gioco aereo e negli inserimenti.

L’attacco?

L’ex Paloschi ed Antenucci hanno caratteristiche simili: sono rapidi, giocano prevalentemente dentro l’area di rigore, sono bravi in acrobazia e nel rubare il tempo al difensore. I due attaccanti sono poi abili nello stretto e fraseggiano spesso tra di loro. Potrà essere della parte un altro ex mai dimenticato, Borriello: forte fisicamente, tutto mancino di piede e ottimo di testa, caratterialmente non è un esempio.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase difensiva marcano ad uomo, in fase offensiva sui corner fanno il gioco a due oppure calcia direttamente Viviani, che ha un piede molto caldo, soprattutto sulle punizioni dal limite. Mora sui corner va a saltare e si rende molto pericoloso.

In conclusione?

Una partita insidiosa, ma senz’altro alla portata del Grifone. Giocando con lo stesso spirito e con un po’ più di attenzione rispetto al Napoli, il Genoa può ritornare da Ferrara con un risultato positivo, il che sarebbe il miglior viatico per la partita che tutti stiamo aspettando.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.