Neymar Jr passa dal Barcellona al Paris Saint-Germain per una cifra considerata astronomica da ogni addetto ai lavori: dalla clausola fino ai bonus, passando per le modalità di pagamento attraverso cui il brasiliano diventerà il giocatore più pagato nel mondo, oggi non si parla davvero di altro.

Complice l’annuncio ufficiale del club parigino nella tarda serata di giovedì, nota alla quale ha fatto seguito la presentazione ufficiale dello scorso pomeriggio: maglia numero 10, gentilmente ceduta da Javier Pastore in quella che sembra tutto tranne che una scelta da gentiluomo. Che il calcio sia cambiato negli anni, portandosi a braccetto il calciomercato, lo hanno capito tutti, ma quei 222 milioni di euro versati nelle casse del Barcellona (che sia dallo stesso Neymar o dal PSG poco importa) non arrivano da molto lontano.

Non si può parlare di colpa, al massimo di conseguenze, tante legate insieme e tiratesi a vicenda negli ultimi mesi:

  • La recompra a cifre astronomiche di Paul Pogba da parte del Manchester United nell’ultima finestra di mercato, ha aperto le porte a possibili scenari “apocalittici”;
  • La Chinese Super League, capace di far sembrare i russi e gli emiri acqua ormai passata, mete non più irresistibili di fronte alla grandezza della Muraglia;
  • L’avvento del nuovo Milan, che dovrà raggiungere gli obiettivi minimi prefissati per non incorrere in una perdita di denaro immensa , ha ravvivato il mercato;
  • La campagna acquisti del Wolverhampton, squadra che milita da qualche anno a centro classifica nella Serie B inglese ma che riesce a permettersi un centrocampista del Porto per 15 milioni di euro: si chiama Ruben Neves e alle migliori squadre d’Europa ha preferito la Championship;
  • La corsa all’oro per Kylian Mbappe, di cui fino a 6 mesi fa pochi conoscevano il nome completo: oggi vale circa 180 milioni di euro ed è diventato il giocatore dei sogni per i tifosi del Real Madrid, che hanno preferito scaricare Alvaro Morata dopo averlo ricomprato ad un prezzo rialzato solamente l’estate scorsa;

“Per un giocatore normale ormai devi essere pronto a spendere almeno 40-50 milioni, per uno davvero importante invece bisogna spendere una cifra impressionante. Non sono sorpreso o colpito dalla valutazione di Neymar, ormai bisognerà abituarsi a questo” sostiene Antonio Conte.

  • Lo “scippo” dello United al Chelsea per Romelu Lukaku, che Mourinho ha volutamente portato via dalle mani di Conte aumentando offerta ed ingaggio al giocatore: prezzo finale 84 milioni di euro, quasi 5 volte la valutazione dell’Inter per Diego Alberto Milito nel 2009. Gol segnati dal Principe in quella stagione: 26. Gol segnati da Lukaku nell’ultimo anno con l’Everton: 25.
  • I 52 milioni di euro versati dal Manchester City per un terzino (Kyle Walker) prima di spenderne altri 57 per Benjamin Mendy e 30 per Danilo, hanno reso quasi sensata e razionale una valutazione di 222 milioni per il fantasista brasiliano, passato da Barcellona a Parigi “per vincere tutti i trofei che il club desidera da sempre”. 

Spesso si parla di calciatori additandoli come “mercenari”, “legati solamente al dio denaro”, senza ricordarci che senza gli interpreti il calcio non avrebbe motivo di esistere. Forse sarebbe anche migliore una versione del pallone più vicina al popolo, più genuina e meno di facciata, fatto sta che l’acquisto in pompa magna di Neymar Jr, così come gli sgambetti dati da chi si è accaparrato a cifre volutamente sfacciate i vari Bonucci, Higuaìn, Pogba e Lukaku hanno contribuito e stanno aiutando a rendere questo sport un grande palcoscenico, nel quale tutti attendono solamente che arrivi la voce dello speaker ad annunciare la parola d’ordine showtime, seguita dal luccichìo dei telefoni e dal rumore del flash. Magari con in mano una CocaCola e qualcosa da mangiare, proprio come nei film americani. E non è un caso che i migliori tour estivi si facciano negli USA, non è neanche un caso che a Luglio sia andata in scena la prima mini Premier League in Cina. Il calcio sta mutando pelle, a scapito di molti appassionati che non possono fare nulla per rivoltare le carte in tavola, l’unica cosa possibile è – e probabilmente sarà – prendere il telecomando per cambiare canale.

“Sono felice di essere al Paris Saint Germain, la sfida più grande sarà aiutare il club a conquistare i trofei che i suoi tifosi desiderano. Non è stata una scelta legata al denaro, il cuore mi ha portato a scegliere Parigi, la città più bella del mondo”.