“Quando si invecchia, mio padre mi diceva sempre che succedono due cose: mangiando il brodo ti cola il naso e parlando delle cose passate ti viene da piangere”. Mai banale nel rievocare aneddoti rossoblu lo scrittore e regista Piero Campodonico, una delle quattro voci che questa mattina hanno presentato al Genoa Museum and Store la nuova mostra temporanea “Semmo do Zena“, titolo ispirato all’inno scritto per il Genoa da Mario Cappello, nel 1931.

A presiedere la presentazione vi erano infatti anche Giorgio Guerello, membro del Consiglio di Reggenza della Fondazione, Giovanni Villani, coordinatore del Comitato storico-scientifico della Fondazione Genoa 1893, e Laura Monferdini, responsabile di produzione di ViadelCampo29Rosso. Nel corso della presentazione è stata anche ringraziata con un lungo applauso, per il contributo a livello di ricerca e di creazione del percorso della mostra, Giovanna Liconti, responsabile delle iniziative museali della Fondazione Genoa.

“Si tratta di una mostra temporanea che rientra pienamente nella mission della Fondazione – ha spiegato in apertura Giorgio Guerello – perché promuove il Genoa attraverso i cantautori che hanno voluto testimoniare il loro affetto verso i colori rossoblu”. Una mostra che dipinge dunque un duplice quadro, quello della storia del Genoa e quello della storia di molti tasselli del cantautorato genovese e ligure. Come spiegato durante la conferenza stampa, “l’esposizione cerca di illustrare, per quanto possibile, nell’ottica Genoa, due grandi passioni: il calcio e la musica. Inni, ufficiali o meno, canzoni a tema, dedicate alla squadra, a giocatori, ad episodi particolari della vita sportiva”, il tutto sino ad arrivare all’origine britannica e d’esportazione dei cori da stadio, che, spiega Giovanni Villani, “dopo i colori sociali sono l’altra cosa che in uno stadio di calcio non può mai mancare”. “Del resto questa mostra è un tentativo di aprire le porte a tutti i genovesi, e anche a tutti i liguri – ha poi sottolineato lo stesso Villani – ed è probabilmente la prima volta che in Italia si organizza un evento del genere”.

A margine della presentazione, prima di svolgere un breve giro proprio all’interno della mostra, Fabrizio Giudice ha suonato tre brani di Fabrizio De Andrè (“Creüza de Ma”, “Via del Campo” e “Il Pescatore”, ndr) arrangiandoli con la chitarra “Esteve”, quella che da qualche anno a questa parte viene esposta al museo Viadelcampo29rosso e che appartenne proprio al cantautore genovese. De Andrè sarà però solo una parte della mostra, dal momento che si partirà simbolicamente dal 1931, anno dell’inno “Semmo do Zena”, per arrivare sino ai giorni nostri, con testimonianze di decine e decine di artisti che hanno inviato una loro testimonianza d’affetto per il Genoa. La mostra, realizzata in collaborazione con il Genoa Cricket and Football Club, sarà patrocinata da Comune di Genova, Regione Liguria, FIGC e CONI e rimarrà aperta al pubblico da domani, giovedì 29 giugno 2017 (ore 10, ndr), sino al prossimo 7 gennaio 2018. Gli orari di vista saranno dalle 10 alle 19, con l’ultimo ingresso alle ore 18.

GIORGIO GUERELLO RACCONTA LA MOSTRA “SEMMO DO ZENA”: