Genoa Inter 1 a 0. “Che l’inse”, il grido di tutto il Ferraris. Tutti Balilla dentro il Tempio, sul prato verde e sugli spalti (clicca qui per leggere il comunicato della Nord al termine della partita). La reale identità del Balilla, nella storia, è rimasta dubbia, ma quella di Juric e i suoi ragazzi ieri no! E la Nord, bellissima  e vestita di rossoblu, è nota a tutti gli avversari quando fa la differenza.

Corroborata da Juric, dal comunicato della Nord e dalle parole di Perin in conferenza stampa venerdì scorso (clicca qui per leggerle), la rivolta del popolo rossoblu contro questo 2017 di sfiga – almeno fino alle 17 di ieri – è scattata ad Acqui nel ritiro, tra i tifosi genoani in silenzio e dentro il cuore di tutti quelli che vogliono il Genoa in Serie A.

Lamanna ha parato un altro rigore, Fabrizio Preziosi allontanato dal pessimo direttore di gara Damato di Barletta è stato applaudito.

Notiziario: 18° gradi la temperatura con sole e nuvole. Terreno in pessime condizioni che ha risentito dell’abbondante pioggia del sabato. In Tribuna la presenza femminile della famiglia Preziosi, l’entourage dell’Inter al completo senza orientali. 2.939 paganti di cui 595 interisti nella gabbia. Un lungo striscione nella balaustra superiore della Nord: “Noi siamo il Genoa e chi non è convinto posi la borsa e si tolga le scarpe.” Frase storica del Professor Scoglio. Nei distinti: “il campo ci divide un paio d’ore. L’amicizia non ha maglia e né colore” e “bentornato Fabio”. Nella Nord, comparso durante l’intervallo: “Forza Ancona rialzati ancora”. Anche un “You’ll Never Walk Alone” ad accompagnare uno striscione con il simbolo dell’Albania e una scritta, presumibilmente in albanese, poco sopra.

Oltre al contorno, i balilla, quelli rossoblu in campo, non hanno lanciati sassi contro l’Inter bensì la “Balla” in ogni centimetro del terreno del “Ferraris” con una migliore condizione fisica, con un efficace marcamento degli avversari, con tutta la voglia di controllare il gioco dal primo minuto cercando il vantaggio territoriale anche senza il possesso pallone.

La forza dei ragazzi di Juric è stata quella di cercare di espropriare 60/70 metri di campo in pochi secondi con passaggi veloci, ovvero quello che predica il Pirata in ogni allenamento, con pochi cambi campo. Ieri i tenori in campo hanno cantato e suonato bene ma tutto il coro è stato di quantità e qualità. insomma, Genoa “ritornato al passato” e quasi bello come durante l’autunno quando giocava in verticale.

Finalmente nessun errore difensivo e gioco collettivo interpretato da 14 calciatori tutti funzionali al sistema di gioco voluto da Juric. Tutti inseriti in un contesto tanto collaborativo quanto ben disposto sul terreno di gioco, pronto a giocare da gruppo e non da individualista.

Bravo Juric a preparare la partita sui difetti interisti, in particolare sulla difficoltà nerazzurra nel coprire le linee centrali. Intelligente la mossa di Cataldi play davanti alla difesa e Veloso più avanzato a sfruttare il suo palleggio. Tutti e due sono stati ben aiutati da Rigoni, ritornato centrocampista universale pronto a sfruttare ogni errata copertura della squadra di Pioli.

Inter una” brancapallone” con poca testa ed anche coda. Pioli ci prova dicendo che “non molla” ma con il materiale a disposizione deve trovare qualcosa in queste ultime tre partite per non fare figure barbine sul piano tattico prima ancora che tecnico. L’Inter ha provato a dominare a centrocampo e ha scontato in avanti la nullaggine e lo scadimento psicofisico dei suoi attaccanti .

Biraschi e Beghetto in campo dal primo minuto sono state poi altre liete sorprese. Il primo un carrarmato che Juric conosceva e voleva; il secondo mi è apparso di vedere un Pasqual giovane, dal sinistro buono ma anche intelligente nelle coperture: e qui il lavoro di Juric fatto anche con Martella lo scorso anno a Crotone si è visto. Bello lo scontro con Candreva, il miglior assist man dalla corsia laterale delinla Serie A, fermato dal Beghetto miglior assistman della Serie B .

Finalmente si è rivisto il Cataldi che abbiamo visto in partite dell’Under 21: il passaggio a smarcare Veloso mettendolo in condizione di battere a rete e prendere la traversa con il tapin gol di Pandev è una chicca della gara tra Genoa ed Inter. Pandev, dopo aver salvato il triplete di Mourinho, salva il Vecchio Balordo.

Foto TanoPress
Lamanna “hombre del partido”, direbbero in Sud America, e non solo per la parata del calcio di rigore ma anche per altri interventi importanti. Lamanna para rigori non è più una novità. Contro Candreva ha goduto anche la collaborazione di Cataldi, che alle spalle dell’ex laziale e compagno delle scorse stagioni gli ha indicato dove tuffarsi.

Finalmente il Vecchio Balordo ha impostato una partita per vincere, come tante altre volte, e questa volta ci è riuscito. Nessuna concessione all’estetica e nessun errore in fase difensiva. Adesso continuare a testa bassa sarà l’ordine di Juric nel ritiro di Catania. Nessun volo pindarico in vista della gara con il Palermo, ma solamente intelligenza da parte di tutti coloro che verranno utilizzati.

Finalmente il Vecchio Balordo dal 16 dicembre è tornato alla Vittoria dentro il Tempio. Bene la speranza di aver debellato la “pistolaggine” (Brera) che ha perseguitato il Grifone in questo 2017. Se ce ne ricorderemo in campo e fuori non dovremmo aspettare altri 5 mesi ma solo una settimana per combinare qualcosa di normale e positivo.

Ultimo capitolo della partita riguardante Damato di Barletta e i suoi collaboratori, rivelatisi inesistenti. Al 5’ minuto del primo tempo rigore su Simeone di Medel. Gli occhi da moviola affermeranno anche un minimo fuorigioco minimo del genoano. Bene.

Damato tuttavia non ha alzato il braccio, perciò senza nessuna segnalazione di Posado di Bari, secondo assistente sotto i distinti ha assegnato una calcio d’angolo farlocco. Arbitro di Barletta internazionale: se non è fuorigioco è calcio di rigore e rosso per Medel. Fuori dal gioco il sesto addizionale Abisso di Palermo considerato che il fallo è avvenuto sotto i suoi occhi.

Da ridere quello concesso all’Inter, non tanto perché Burdisso ha toccato il pallone con la mano ma perché ne sono stati valutati altri a centrocampo in modo differente: l’ammonizione a Lazovic senza che il braccio andasse verso il pallone e il mancato secondo giallo a Nagatomo che ha interrotto un azione verso la porta di Handanovic, tutto accaduto sotto gli occhi del quarto uomo Di Vuolo di Castellamare di Stabia.

Avvocato Damato: il rigore di Burdisso lo può vedere solo un interista e i tuoi compagni di merende alle moviole, non un arbitro. Rigore pesante al 87’ che poteva decidere un campionato.

Burdisso non ha fatto il movimento della mano verso il pallone (non del pallone verso la mano), la posizione della mano non significa necessariamente che ci sia un‘infrazione: questo dice il Regolamento alla regola 12 dal titolo “falli e scorrettezze”. Burdisso ammonito salterà la gara con il Palermo. Avvocato Damato, sarà sicuramente più bravo nelle aule dei Tribunali pugliesi, o per lo meno se lo augurano i suoi patrocinanti.

Genoani, “che l’inse” fino al 28 maggio: nessuno regalerà nulla!