Come era facile prevedere il Genoa è uscito sconfitto dallo Juventus Stadium ed ora diventa molto importante la partita casalinga contro il Chievo. Bisogna ricordarsi che mancano 5 partite alla fine del campionato e avendo 6 punti di vantaggio sul Crotone ogni gara sarà fondamentale, anche un punto può fare la differenza.

Quale Chievo ci troveremo davanti?

Il Chievo si presenta a Marassi reduce da 5 sconfitte consecutive, è una squadra ormai tranquilla da tempo, ma proprio questa sua serenità potrà essere l’arma in più della squadra veneta. Mister Maran è un allenatore molto pragmatico che fa dell’intensità e dell’aggressività i suoi capisaldi. Il 4-3-1-2 è il suo marchio di fabbrica.

Cominciamo dalla difesa.

In porta c è Sorrentino, un numero 1 bravo tra i pali: sa farsi valere coi piedi, ma ha il suo handicap nelle uscite aeree. Particolare “ambientale”: Sorrentino non è molto amato dalla gradinata Nord. La linea a 4 che si presenterà a Marassi sarà formata presumibilmente da Frey, Dainelli, Cesar e Gobbi, una difesa molto esperta e affidabile. A destra Frey, terzino con buona corsa e discreto piede, soffre molto quando viene attaccato sul suo piede “debole”, il sinistro. La coppia centrale, Dainelli e Cesar, è quasi imbattibile sulle palle alte, ma soffre terribilmente la rapidità e gli avversari in campo aperto. Dainelli, anche se dotato di ottimi fondamentali, ogni tanto va incontro ad errori grossolani. A sinistra abbiamo Gobbi: anche lui è avanti con gli anni, ma mantiene sempre alti livelli di regolarità di rendimento, anche se difficilmente raggiunge il fondo del campo per il cross. Anche Gobbi, tra l’altro, va in sofferenza se preso in velocità. In ogni caso i quattro difensori sono molto capaci nel tenere la linea, difficilmente si fanno trovare scoperti. Essendo esperti, leggono molto bene i vari momenti del match.

Il centrocampo?

E’ composto da Castro, Radovanovic e Bastien. Castro, ex Catania, giocatore per me sottovalutato dalle grandi squadre, unisce qualità e quantità, è molto pericoloso negli inserimenti e palla al piede. Radovanovic, l’uomo d ordine, dà i tempi del pressing, va incontro spesso e volentieri ad ammonizioni per gioco falloso, non si fa pregare quando bisogna calciare in porta. Bastien, dopo l’esperienza di Avellino lo scorso anno, è diventato giocatore di sostanza: temibile quando punta la porta, ha lasciato da parte gli svolazzi ed è più utile alla causa anche se meno bello a vedersi.

L’attacco?

Il reparto avanzato sarà formato da Birsa come trequartista e da Pellissier e Inglese come attaccanti. Birsa, ex genoano non troppo rimpianto, sta disputando il suo miglior campionato da quando è in Italia: esclusivamente mancino, calcia bene punizioni e corner, alterna grandi giocate a pause importanti, soffre quando si alzano i ritmi. Inglese, vista l’assenza di Meggiorini, è l’attaccante di maggior peso: buon fisico ed ottima tecnica, gioca molto per la squadra. Infine Pellissier, datato ma sempre molto pericoloso: vero rapace d’area, va guardato a vista.

Come si sviluppa il gioco del Chievo?

Il Chievo dispone di ottime alternative, soprattutto in difesa e a metà campo, e ha una propria identità di squadra capace di fare giocare male l’avversario. La squadra si appoggia spesso su Radovanovic, vero catalizzatore della manovra. Sulle palle inattive a sfavore la formazione gialloblu difende a zona, quella favore in avanti sono affidate quasi sempre a Birsa. Sui corner salgono Dainelli e Cesar, il secondo già autore di alcune marcature. Pellissier è molto bravo ad attaccare il primo palo e a volte si sfila sul secondo, Inglese è abile in acrobazia.

E il Genoa?

Come già detto in occasioni precedenti, questo è il momento di remare tutti quanti nella stessa direzione, squadra, addetti ai lavori, tifoseria e società, nessuno escluso. cCi ama il Genoa deve dare il suo contributo per far si che la scialuppa approdi in porto, il porto della serie A. Sono convinto che tutti insieme ce la faremo, e come detto da “Capitan” Juric, il tempo dei giudizi arriverà, ma ora c’è da salvare la massima serie, un bene troppo prezioso per tutti noi Genoani. Oggi per tutti, la parola d’ordine deve essere Forza Genoa!!!

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.