Terminata la prima guerra Mondiale il Genoa e tutto il nascente mondo del calcio dovranno necessariamente assestarsi. Il Vecchio Balordo, cambiando anche presidenza da Davidson a Sanguineti, lo farà ma necessiterà di alcuni anni di tranzisione: anni di colombe in volo ad annunciare scudetti storici e di trofei vinti poco sportivamente. Prima di andare a raccontare la storia di una leggenda rossoblu come Ottavio Barbieri, ecco una sintesi degli anni Venti rossoblu.

Il calcio esplode come sport popolare avviandosi a sport di massa chiamando attorno alle “verdi pelouses” folle sempre più numerose di appassionati, si “supporters”. […] Il Genoa parte come campione d’Italia ma è costretto a segnare il passo per qualche anno di transizione

Un Genoa che non abbiamo definito della “belle époque” come in effetti era in tale epoca in Italia e in Europa, un mondo e un mondo di comportamento, costumi, cultura […] al tramonto, quasi fosse stato portato con sé in fondo alla cripta dei cappuccini nella Vienna non più felice dall’imperatore più prestigioso dei tempi moderni: Francesco Giuseppe […]”

Negli anni Venti la presidenza del Genoa venne assunta da Guido Sanguineti, uno sportivo, un gentleman genoano veramente esemplare, il presidente che finimmo un giorno il “lord mayor” del Genoa