Mattia Perin nella pancia del Bentegodi di Verona, dove il Grifone di Ivan Juric è riuscito a strappare un pareggio senza reti al Chievo di Rolando Maran.

Rigore sbagliato dall’ex Walter Birsa, ci sono però anche meriti del portiere rossoblù? “No, non ho meriti, non c’è niente di mio nell’errore di Birsa, probabilmente gli è mancato il piede d’appoggio ed ha calciato alto. Se fosse stato poco più basso sarebbe stato gol, quindi non mi prendo nessun merito. Noi portieri dobbiamo solamente cercare di mettere in difficoltà gli attaccanti perché altrimenti è troppo facile calciare un rigore”. 

Una parata a partita, ma una parata sempre decisiva. “L’obiettivo che mi sono prefissato è fare almeno una parata determinante a partita, così aiuterò a far tornare grande la nostra difesa. Stiamo dimostrando di essere un’ottima retroguardia, che senza alcune prestazioni sarebbe la migliore della Serie A, io devo tornare ad essere determinante”.

 

A proposito di colonne difensive, capitan Burdisso ha davvero 35 anni? “Nico è uno dei capitani più belli della Serie A e glielo dico sempre, dimostra meno anni di quelli che ha”.

Dopo la grande prestazione fra le mura amiche contro la capolista Juventus è arrivato un pareggio in trasferta. Ecco cosa ne pensa Perin, che utilizza una metafora piuttosto d’impatto per definire lo stato d’animo nelle partite casalinghe: “Non è una questione di velocità, quando giochiamo al Ferraris è un po’ come quando sei a casa tua e puoi girare al buio, tutto è più semplice e sai sempre dove siano le stanze e le porte. Dobbiamo provare a dare continuità ai punti fuori, ma questo è un punto importante”.