Quella della piena operatività sul mercato di gennaio per il Genoa è una notizia solo a metà visto che il club di Villa Rostan aveva fatto sapere, il 27 novembre scorso, che non sarebbe andato incontro a tale scenario. Ora, però, è anche ufficiale: la commissione indipendente che ha analizzato i conti dei 20 club di Serie A al 30 settembre scorso ha rilevato che il club rossoblù potrà operare senza vincoli nel mercato di gennaio.
E non potrà essere un mercato banale perché il Genoa è chiamato a fare almeno un inserimento per reparto, dalla porta all’attacco passando per difesa e centrocampo. Peraltro le ultime vicende giudiziarie, pur mancando ancora il pronunciamento in sede civile del febbraio 2026, hanno portato all’archiviazione dell’indagine per truffa contrattuale e illecita influenza sull’assemblea che vedeva indagato il CEO Blazquez (clicca QUI per saperne di più). Un ulteriore punto a favore della liceità dell’operazione di aumento di capitale sottoscritto un anno fa da Dan Sucu. Ora la palla passa al calciomercato.
Risulterebbero Napoli e Pisa le due società che presentano un indicatore del costo del lavoro allargato e ricavi inferiore a 0,8. Potranno quindi operare solamente a saldo zero fra entrate e uscite, anche se hanno tempo fino al 2 gennaio per effettuare un aumento di capitale e scongiurare tale ipotesi.
Per completezza di informazione: dove nasce questa decisione di abbassare da 0.8 a 0.7 l’indicatore del costo allargato? Dal giugno 2026, su decisione del Consiglio Federale del novembre scorso, andrà ad abbassarsi da 0.8 a 0.7, allineandosi a quelle che sono le richieste contenute nelle domande per l’ottenimento delle licenze UEFA. In rapida sintesi, se una società dovesse trovarsi in questa situazione, potrebbe riallinearsi e sbloccare il proprio mercato o ricapitalizzando o effettuando plusvalenze o incentivando l’utilizzo di calciatori Under 23 cresciuti nel vivaio.
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