Altro risultato straordinario anche senza il gol. Vecchio Balordo rendi orgogliosi tutti i tuoi tifosi che continuano a sognare non contando le lastre per terra o le stelle, ma specchiandosi nel gioco.

Se si dovesse compilare un questionario degli osservatori delle gare di calcio su Atalanta-Genoa dovrebbe essere compilato nella forma seguente per quanto riguarda il Genoa: controllo del gioco tramite vantaggio territoriale; possesso pallone; buona tecnica non solamente in difesa e sulle corsie laterali, ma anche a centrocampo con Melegoni e Portanova (mai calcolati prima); migliore condizione fisica; efficace marcamento degli avversari; gioco collettivo più efficace.

Tutto ciò è successo contro la Dea di Gasperini, squadra che nel passato aveva preso a pallonate il Vecchio Balordo in casa e fuori casa. Il Genoa di Blessin per la settima volta in campionato non ha fatto gol, ma neanche incassato.

Ci hanno provato in tutti i modi a bucare Sportiello, ma per sfiga e anche per mancanza di un centravanti di ruolo, posizione e fisico pronto a portare su il pallone quando i suoi si difendono e di tenerlo e di tentare l’azione personale (senza togliere nulla a Yeboah che non è una prima punta e migliora gara dopo gara  o Destro alle prese con il fantasma del decimo gol), l’operazione non è facile.

Il Grifone con Blessin e contro qualsiasi avversario non è apparso spennato. Anche se la mancanza di gol lascerà l’amaro in bocca. Blessin è stato bravo e abile a creare un gruppo differente e superiore a quello di inizio stagione, non cambiare la musica ma i suonatori per necessità, fare il proprio gioco in casa e fuori casa.  Il  merito più grande, appena messi i piedi al Pio Signorini, quello di capire subito quello che lo aspettava.

La prima preoccupazione è stata quella di non prendere gol, peccato di non essere riuscito a conservare l’oro degli attaccanti rimasti a secco. La forza di Blessin è partire dalla difesa senza prendere gol, in nessun giudizio post gara è stato giudicato difensivista. Nessuno ha definito il Genoa e Blessin una banda di catenacciari: si sono camuffati benissimo, nessuno li ritiene antichi, ma interpreti di un calcio moderno.

Blessin è un allenatore insolito e in controtendenza, assente nel campionato italiano. Blessin al suo arrivo non aveva ricevuto molto credito dagli esperti del calcio, dopo sette gare non avendo giocato solo con il Roccapepe ma con Roma, Inter e Atalanta che si giocano l’Europa, dopo 7 gare ha iniziato a conquistare qualche critico anche se ha sempre pareggiato.

Il salto di qualità dopo due mesi è appurato, all’inizio non era neanche ipotizzabile, per chi mastica calcio non era neanche pensabile. Anzi era una corsa ad ostacoli non solo per la classifica,  ma grazie alla scarsità di quelli che lo precedono in zona rossa, ma anche di altre squadre che lo dovranno affrontare, qualcosa potrebbe ancora succedere.

Nel calcio si può creare tutto, la differenza la fa anche la qualità di chi dirige dalla panchina  che non è acquistabile al calciomercato. I calciatori invece possono comprarla  al supermercato degli allenamenti.

Atalanta-Genoa è una partita che Gasperini si ricorderà. Avrà gli alibi della stanchezza e della mancanza di giocatori importanti e la voglia di passare gli ottavi di Europa League. Anche al Genoa mancavano 9 calciatori e dopo quello visto allo Stadio Azzurri d’Italia – piace chiamarlo ancora con il vecchio nome – non si possono chiamare titolari.

Gasperini ha cercato di vincere con i cambi in panchina, addirittura con 4 difensori di ruolo davanti a Sportiello. Si sarà spaventato? Con tutta la fatica che si è visto nelle gare dall’arrivo di Blessin in fondo al tunnel non si dovrebbe vedere solo la luce. Con dei gol anche fuochi d’artificio, e non solo in questa stagione.