Il Natale in Purgatorio, la Genova calcistica colorata di rossoblu a quarti baciata non improvvisamente dalla grazia di Ballardini, lo ha passato come su una nuvola. L’1 a 2 sul campo dello Spezia ha rianimato il Vecchio Balordo sfuggendo anche agli sfottò canzonatorio di una partita regionale.

Per Ballardini e il suo staff sarà stato un Natale tra studi e programmi e già dal ritorno in campo lunedì scorso non ha cambiato i vecchi programmi del passato quando era subentrato. Avrà cominciato a lavorare con Regno, Melandri, Beni, Pilati, Murgita e Scarpi effettuando una mini-preparazione dividendo la rosa in gruppi per rimpolpare lavoro aerobico e fisico in palestra condito di tattica, tutto ornato dalla conoscenza personale a tu per tu. Peccato che siano pochi i giorni a disposizione, dal 3 gennaio al 10 sono tre le gare in programma: Lazio e Bologna in casa, Sassuolo in trasferta.

La formazione che ha giocato al Picco è nata anche dalla comunicazione che il tecnico ha coi vecchi collaboratori. Interrogato Pilati avrà avuto conferma dello stato di stanchezza dei calciatori utilizzati nelle precedenti gare con continuità ogni tre giorni: il GPS che si portano sulle spalle in ogni allenamento è stato studiato e inventato per questo.

Per tale motivo ha deciso di mandare in campo al Picco in difesa e in attacco, ma in particolare nel cuore del gioco, quelli utilizzati meno. Ballardini contro la Lazio cercherà anche qualche soluzione nei tre settori del campo, operazione non facile. In difesa con tutti i difensori a disposizione difficilmente potrà giocare il pallone alla Kroll. Cercherà una mattatore tra quelli a disposizione, tutti con le stesse caratteristiche tecniche, tutti di piede destro eccetto Criscito, coperto nel fortino Genoa che non dovrà sbagliare un rinvio né di testa né di piede. Spiegherà con lo staff idee chiare, a fare il gioco dovranno pensarci altri. Ballardini conoscitore di calciatori ha subito capito quale è il ruolo dei difensori a disposizione non da tasso tecnico alto, ma tignosi vecchio stile in grado di difendere la porta di Perin.

Sugli esterni chiederà ai protagonisti di saper fare tutto nelle due fasi, ma in particolare di cercare di saltare l’uomo per creare superiorità e affondare la corsa fino alla linea di fondo: i cross dalla trequarti sono telefonati ai difensori avversari. A centrocampo del Genoa attuale manca il centrocampista in grado di fare bene le due fasi, quella difensiva e quella offensiva. In quel settore latita qualcuno che provi a fare Neskeens o Van Hanegen al 70%. Esagerato il confronto, si è vero. Al Genoa manca ecclettismo, flessibilità, saper fare quello che serve e farlo diventare un punto di aggregazione in fase offensiva e difensiva.

Agli attaccanti chiederà, oltre il movimento nello smarcarsi in zona luce per ricevere il passaggio, il sacrificio di essere centrocampisti aggiunti in fase di non possesso, cercare e dare la profondità all’azione con i tempi e gli spazi giusti, far salire la squadra difendendo il pallone.

Altro compito che aspetterà Ballardini e Marroccu in questi giorni, senza perdere tempo, sarà quello di trovare i calciatori giusti nel prossimo calciomercato per chiudere le falle viste ad oggi. Si rivolgeranno al mercato italiano o a quello estero. Più facile quello italiano? In questo momento della stagione toccherà al presidente Preziosi, “non mollare, non mollare, non mollare” se vorrà salvare la Serie A. Dopo, troppi, gli anni difficili il Joker, pur addossandosi le responsabilità, ha sempre commesso il solito errore durante il calciomercato estivo. La tentazione di comprare o ingaggiare, consigliato male, molti calciatori investendo in modo irrazionale e compulsivo.

Questo modo di lavorare è stata la norma, fino al punto che gli agenti e intermediari e consulenti, con fiuto, si accorgono che la società per distogliere l’attenzione dal brutto momento cerca di creare aspettative in una tifoseria depressa. Altri operatori di mercato fanno le bizze riferendosi ai contenziosi che colleghi hanno con il Genoa. Scagli il primo pallone chi nelle ultime due estati di calciomercato del Vecchio Balordo non abbia pensato in positivo, compresi gli addetti ai lavori.

I commenti e le pagelle di fine calciomercato sono ben visibili non solo negli archivi ma anche in internet. Gli agenti, procuratori e intermediari, presunti amici, hanno reclamizzato calciatori non pronti per la Serie A, con prezzi gonfiati e l’ultima campagna acquisti del Genoa ha subito dato l’impressione di essere stata all’insegna di ingaggiare tanto per ingaggiare, visti e considerati i numerosi prestiti non utilizzati.

Presidente, per la prossima campagna invernale di calciomercato provi ad affidarsi a Marroccu e Ballardini. Sanno quello che manca al Grifone per riportarlo in quota. Ballardini non ha la tendenza nel chiedere di acquistare calciatori che sono stati già ai suoi ordini e che gli ispirano fiducia, operazione avvenuta lo scorso agosto con DS e allenatore che ha riscosso scarso successo. Importante che abbiano tanto entusiasmo nel vestire la maglia rossoblù a quarti rispetto ad un ottimo calciatore sulla carta che però non trasmette questa sensazione. È fondamentale che ci sia sintonia, coordinamento tra presidente, ds, allenatore, quando si ingaggia un calciatore, in particolare in questo momento di classifica, deve essere quello che vuole il tecnico. Non mi riferisco al calciatore particolare o dall’ingaggio inarrivabile, ma al profilo richiesto che manca.

Marroccu ha il compito difficile di spolpare la rosa non solo mastodontica, ma anche inutile considerato che ad oggi in molti hanno scaldato solo la Tribuna. Ballardini e Marroccu sono diretti e vicini ai calciatori. A livello professionale dovrebbero avere la qualità di saper ascoltare e lavorare da gruppo: dispiace utilizzare verbi condizionali, non solo per colpa del Covid e del distanziamento. Entrambi se piovono difficoltà aprono l’ombrello per proteggersi e una volta spuntato il sole invitano a goderselo, la giusta via per salvare nuovamente il Vecchio Balordo. Operazione che è mancata negli ultimi due anni agli allenatori del Genoa all’inizio della stagione, usciti di scena nell’anonimato, senza non giustificarsi ma spiegare quello che è successo.

Capitolo Schöne: appena ritornato a Genova ci ha provato Marroccu a far rientrare il danese nella lista dei 25 facendo uscire qualcun altro. Schone avrà preso tempo? Adesso deve decidere e l’operazione rientro potrebbe essere agevolata non solo da Ballardini, ma dai risultati. Schöne non se la sentiva di essere il salvatore della patria e di Maran che non si era opposto all’uscita della lista dei 25.

Calciomercato: solo sogni e idee per adesso e non solo per il Genoa. Gli euro sono pochi per tutti. Non sarà un mercato di grandi colpi, i contratti sono una spina per quasi tutte le società. Il calciomercato del Genoa è come la vendita della società. Ad ogni sosta del campionato o all’arrivo di un nuovo allenatore nasce il mantra (chissà perché) della vendita della società. Smentita se non categoricamente dal Joker il giorno dopo. I nomi che circolano (lo slovacco Vavro su tutti, dato già nelle prossime ore in città) sono i profili giusti per il Grifo alla Ballardini. Il problema sono gli ingaggi, anche se molti di quelli in rosa non prendono spiccioli e superano il milione di euro pur avendo dato poco alla causa genoana.

Dipende da Marroccu e da altri che hanno portato sotto la Lanterna giocatori non da Serie A risolvere il problema e convertirli da altri parti sgravando, più facile attenuando, le casse della società alla voce ingaggi per dopo investire in giocatori che servono alla salvezza. Operazione da fare alla svelta!