Dopo due settimane di godimento calcistico con la Nazionale azzurra, speriamo che la tredicesima giornata di campionato non ci faccia nuovamente rituffare negli orrori vissuti nelle prime dodici giornate. Le vittorie, i gol e soprattutto il bel gioco di Mancini in compagnia di giovani calciatori che non sembravano arrivare dagli abissi del campionato non dovranno andare nelle panchine o cantine di tutte le squadre e degli allenatori.

Da domani e per settimane intere la speranza è che non si parli più di arbitri che con Lo Bello non hanno nulla da spartire. I guai del calcio  non sono solo gli arbitri e il VAR, ma anche il continuare a mettere in vetrina un mondo dove vincono i maneggioni del calciomercato e che vive sui debiti. La rosea nei giorni scorsi ha scritto a caratteri cubitali delle riforme effettuate dal Presidente della FIGC Gravina.

Riforme, con tutto il rispetto per il lavoro del Presidente, che non creeranno vantaggi a tutto quello che è successo ad oggi dopo le sberle svedesi. Da domani dovremmo con probabilità rituffarci, commentarli a lungo tempo i cori razzisti senza che ci siano provvedimenti congrui e veri. Chiudere una curva lascia il tempo che trova, considerato che gli stadi in altri settori sono, se non quasi, completamente vuoti e perciò basta comprarsi un biglietto, un eufemismo,  continuando  lo show con coloro che non hanno nulla da dividere con il calcio. Evidentemente non è servito a molto, visto che la chiusura al Bentegodi è stata sospesa, per la delusione di Gravina.

A tutto ciò durante questa sosta si è arrivati anche alle pallottole verso un allenatore. Nell’editoriale di ieri è stato messo in evidenza che dal Paradiso della Nazionale si è passati in due settimane di sosta al Purgatorio del campionato sperando che non finisca all’Inferno quando arriveranno i problemi di classifica. Il calcio deve finirla, se vorrà sempre al centro dell’attenzione di essere animato da una combriccola da festival dell’ipocrisia, delle inattendibilità e delle falsità. Ogni occasione è buona per giustificare questo festival, oggi con il Pil calcistico che aumenta perché si va a giocare la Supercoppa in Arabia saudita scombussolando il calendario alla faccia di chi ha pagato l’abbonamento giocando in orari e giorni impossibili.

Per ritornare a Doha a giocare la Supercoppa che lo scorso anno creò incredibili incidenti diplomatici, la FIGC e la Lega calcio asseriranno che la Super Coppa del calcio italiano è stato un successo con tutte le  donne che potevano andare  allo Stadio, dimenticandosi che dopo la manifestazione i loro altri sacrosanti diritti verranno calpestati. In questi giorni la prima pagina sarà tra la Lega per l’elezione del nuovo Presidente al posto del dimissionario Miccichè e la FIGC che la vuole subito nuovamente commissariare. Troppi gli interessi e nessuna delle due parti vuole il guinzaglio e farsi condurre dal padrone, in particolare dal Presidente del CONI Malagò. In attesa del ritorno della Nazionale in campo a Marzo, la grande preoccupazione della Lega Calcio, continuando a minacciare di fare un canale TV in proprio, sarà quello di ottenere più euro dai diritti TV.

Difficile capire se la lezione di Mancini sia stata perlomeno esaminata non solo dagli allenatori e dalle  società di calcio, ma anche dai vertici Federali e dalla Lega. Considerata le prime avvisaglie di calciomercato da parte delle società sembra di no. Leggendo le spietate cifre dell’Osservatore CIES con sede a Neuchatel non succederà nulla: i giovani italiani utilizzati nel campionato italiano cresciuti nei settori giovanili o “cantere” sono solo un 8,9%.  L’Italia è un gradino più in alto il penultimo rispetto alla Turchia. La Serie A non è un paese o campionato per giovani, anche se talenti, ma solo per stranieri.