Al termine della sfida di questa sera contro l’Inter (clicca QUI per leggere la cronaca), l’allenatore del Genoa, Daniele De Rossi, è intervento in conferenza stampa. Ecco i suoi commenti alla sconfitta casalinga.
Siete partiti forte, poi il gol vi ha fatto un po’ cambiare velleità. Vi siete rimessi in pista e pareggiare non sarebbe stato un furto…
“Partiamo dalla fine: l’Inter ha meritato di vincere per quello che si è visto. Alla fine l’atmosfera ci ha portato a crederci e questa squadra, già di suo, ci crede sempre. Vero che siamo partiti bene, ma abbiamo preso gol dopo sei minuti. Abbiamo avuto due mezze occasioni con Vitinha e Colombo. In fase di pressione siamo andati bene, l’abbiamo quasi sempre presa all’inizio, nei primi venti minuti, e hanno calciato spesso. C’è stato un piccolo meccanismo che dobbiamo mettere a posto: evidentemente non ero stato molto chiaro. La squadra penso abbia fatto una partita degna di affrontare una squadra che è più forte di noi. Va dato merito ai ragazzi di averla tenuta aperta fino alla fine e di aver onorato la bella cornice di stasera in questo stadio”.
“Qual è il meccanismo che non ha funzionato, forse Frendrup che doveva uscire per andare a prendere Zielinski? Lui non è uno che si risparmia e non ha voglia di correre, evidentemente gliel’ho spiegato male io. In settimana avevamo provato un atteggiamento più prudente e uno più aggressivo. Lui è uno che se gli dici di andare a correre fuori dal campo, lo fa. Ha un cuore enorme. Quando vai piano con la squadra e hai un giocatore solo, non te ne accorgi. Quando vanno tutti quanti forte, sui riferimenti, se ne lasci uno salta tutta la baracca. In alcune circostanze siamo stati aggressivi, tranne che in quella zona. Ripeto, ma lo dico veramente: non è colpa sua. Gliel’ho spiegato male. Se tu vai avanti, vuol dire che dietro ce ne sta un altro che prende il tuo. In altre partite gli abbiamo chiesto di aspettare ad uscire, di fare copertura davanti alla zona di Lautaro. In settimana avevo pensato anche di giocare con un mediano un pochino più basso e Colombo sul loro mediano, ma ieri mattina ho chiesto loro di essere aggressivi e quando vai uomo su uomo, non puoi preoccuparti di chi c’è dietro, sennò salta tutto”.
Ha dato una verve differente a questa strada in attesa del mercato…
“Io sono contento dal primo giorno di stare qui. È tutto bello, dallo stadio alla tifoseria, ma è dentro lo spogliatoio che ti guadagni il pane, è lì che capisci se stai facendo un lavoro che entra dentro a qualcuno. I giocatori mi ritornano emozioni indietro, emozioni forti come stasera. Al di là di risultato e amarezza, c’è stata partecipazione incredibile da parte di tutti quelli che sono entrati. Abbiamo fatto un buon filotto in queste cinque partite, ma siamo lì sotto e c’è poco da essere soddisfatti. C’è poco da festeggiare, è lunga e le squadre sotto fanno punti. Dobbiamo ricominciare a farne anche noi, anche contro squadre molto forti. Nelle prossime quattro incontreremo Roma, Atalanta e Milan, tutte squadre molto simili a questa”.
La reazione del secondo tempo è molto positiva. L’Inter ha fatto i cambi per difendere quel gol di vantaggio che aveva messo tra sé e voi. In vista delle prossime partite, è un segnale importante che ha percepito anche lo stadio…
“Partiamo dalla fine: ho apprezzato che i tifosi abbiano dato il giusto merito ai calciatori perché se lo meritano. È stata una partita di sacrificio, di corsa, di duelli contro una squadra più forte di noi, anche nei singoli, e che gioca tanto bene. Arrivare alla fine con la sensazione che loro stavano lì a difendersi e non prendere il 2-2, che è legittimo e sacrosanto e l’avrei fatto anch’io, ci deve fare ripartire da qui. Dopodiché non siamo contenti e non sono contento. Siamo soddisfatti del lavoro che stiamo facendo, ma la classifica è quella”.
La prima conferenza dopo la Fiorentina disse che si sarebbe aspettato di vedere nel giro tre o quattro partite un Genoa vicino a quello che voleva. Oggi abbiamo rivisto una squadra che, quando ha potuto, non ha buttato via la palla da dietro, ma che non ha avuto forse la pulizia tecnica che lei chiede. In vista dell’Atalanta, che passi avanti vede?
“L’Atalanta è una squadra ancora più aggressiva, che probabilmente avrà un atteggiamento simile al nostro oggi, uomo su uomo. La analizzeremo per quella che è. Si può palleggiare di più. Inizieremo a vincere queste partite quando terremo un po’ di più la palla. All’Inter, se vuoi fare male, gli levi la palla. A giocatori di questo calibro, se gli vuoi fare male togli la palla. È impensabile palleggiare in faccia all’Inter, ma possiamo arrivare a rendere vane le loro corse. In pressione spesso ci orientavano, anche se abbiamo fatto delle ottime trame secondo me. Bisogna farli correre di più a vuoto. Con le squadre forti lo puoi fare: magari è più difficile con le squadre piccole che vengono fortissimo. Ci stiamo mettendo tutto: cuore, grinta, corsa e anche attenzione e coraggio quando la palla ti arriva e vengono a pressarti. Io vedo che loro ci stanno mettendo la testa. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra il fare punti e lo sviluppare cose che ci porteranno in futuro a farne tanti altri ancora”.
Durante la partita ha parlato spesso con Vitinha, poi ha segnato. È stato un premio a queste indicazioni?
“Sono contentissimo della sua prestazione. Lo abbiamo spostato dalla parte opposta, a volte per certi attaccanti giocare centrodetsra o centrosinistra diventa un dramma e lui, al contrario, non ha fatto una piega. Ha corso in maniera incredibile, ha fatto giocate di grande qualità. Sono contento del suo atteggiamento. Secondo me è un altro giocatore che ha margini di miglioramento incredibili. Ha dato profondità, ha attaccato lo spazio alle spalle del braccetto dell’Inter. Sono soddisfatto delle sue prestazioni come della prestazione di tanti altri. I difensori hanno marcato attaccanti tanto forti: Otoa, Marcandalli, Vasquez hanno fatto a spallate con giocatori fortissimi. Malinovskyi ha dato una grandissima qualità. Mi è piaciuto Ellertsson. Ma non voglio fare nomi, è sbagliato. Collettivamente è stata persa meritatamente perché l’altra squadra è stata più brava di noi, ma la partita è stata fatta correttamente da parte dei giocatori“.
Quel fumogeno che ha interrotto nel finale la gara, ha interrotto un po’ il ritmo della gara? Da ex giocatore, questa pausa si percepisce?
“Sa che neanche me lo ricordavo. Mi ricordavo il fumogeno, ma non il momento in cui fosse avvenuto…ma no. Sono dinamiche di partita, l’arbitro ha bloccato il tempo e l’ha fatto recuperare. Mi sentirei di ringraziare i tifosi per quello che ho visto allo stadio, dalla coreografia al sostegno che ci hanno dato in tutti e novanta i minuti e nel ringraziamento a fine partita. Non penso che senza il fumogeno avremmo fatto qualcosa di differente da quello che abbiamo fatto. Finito il fumogeno, loro sono andati giù prendendo de corner, ma all’ultimo siamo andati giù un paio di volte anche noi. È mancata la zampata per fare un punto che, per quanto visto in campo, non sarebbe stato forse giustissimo, ma che per l’atteggiamento e lo spirito dei giocatori sarebbe stato meritato”.
Oltre al bel gol fatto, Vitinha già da inizio ripresa sembrava diverso. È entrato più deciso, come se ogni palla fosse l’ultima. Un po’ quanto accaduto col Verona. Può esserci stata dall’inizio l’idea di non potercela fare con l’Inter?
“Qui parlo da ex giocatore. Preparare la partita con questa aggressività e iniziarla in maniera aggressiva, con un giocatore che crossa a dieci metri dal portiere prendendo gol un’azione dopo, un pochino ti raffredda. Devo rivederla, ma penso che Vitinha abbia fatto un buon primo tempo. Mentre il primo tempo col Verona non mi era piaciuto per niente, né Vitinha né Colombo né il resto della squadra, al di là dell’assist. Stavolta i ragazzi sono entrati e c’era un livello talmente diverso che, a volte, quello che abbiamo visto col Verona era tanto demerito nostro. Il Verona poi ha vinto con Atalanta e Fiorentina. È una squadra in forma con la quale siamo stati bravi a vincere. Oggi c’è da fare la tara della qualità dell’avversario, che tante partite simili a questa le ha finite quattro o cinque a zero. Questi sono una squadra veramente forte e da qualche anno, sia con Inzaghi sia con Chivu, stanno continuando a giocare davvero bene”.
Cosa l’ha portata a scegliere Ellertsson e non Thorsby?
“Ha un passo diverso, ha un passo diverso ed è mancino. Volevo uno che si buttasse in quello spazio e ci arrivasse col sinistro. Thorsby ha fatto bene nelle gare che ha giocato, ci puntiamo tanto. Ellertsson ha fatto un’ottima partita e ha finito in crescendo, l’ho tolto a cinque minuti dalla fine, ma non era manco stanco. Volevo mettere Carboni che può tirarti fuori la giocata vincente”.
Dispiace aver perso e interrotto la striscia di risultati: il Genoa qualcosa in più si poteva permettere? E poi: il tema sui social di stasera è sul portiere, che qualcosa deve cominciare a salvare in più nelle partite
“Ha detto la parola magica: i social. Ha sbagliato persona e interlocutore. Ha salvato la palla dopo su Esposito, ha salvato su Thuram, è uscito un paio di volte bene e ha giocato coi piedi e con personalità. Come tutti i giocatori in partita ha fatto cose buone e cose meno buone. Se facciamo la tara di quello che esce sui social, portieri, difensori, attaccanti saranno sempre i più bersagliati. Con me trovate il dirimpettaio sbagliato sul tema social: per me non esistono. Per me esiste il tifoso del Genoa e lo abbiamo visto oggi. Ha battuto le mani a tutti quanti. Lo dicevo anche a me stesso.A me massacravano sui social a Roma, per vent’anni. Giocavo bene o male, inventavano storie e dicevano che facevo cose in campo che non era vero che facessi. Dicevano che giocavo lento, che giocavo indietro ma giocavo sempre in verticale. Ma allo stadio, nel novanta per cento delle volte, mi hanno fatto grandi ovazioni. I social non esistono: esistono nelle nostre teste se ci andiamo a mettere il naso. Non li ho mai guardati in queste settimane perché sapevo che ci avrei trovato centinaia di complimenti per me, e invece penso di dover rimanere molto lucido e analizzare le prestazioni dei giocatori. Quando sbagliano, glielo dirò. Per noi è un veleno: anche se non ti interessa, leggi il commento e cento commenti che dicono che lui è cattivo. Qualcosa ti rimane dentro, a me non interessa e non parlatemene più“.
Serie A | Genoa 1-2 Inter: vittoria di misura per i nerazzurri. Al Grifone non basta Vitinha







