È un mister Jacopo Sbravati molto contento quello che si presenta a commentare la prima vittoria casalinga del suo Genoa Primavera, la terza nelle prime quattro gare di campionato. Quello sulla Juventus è un successo che dà continuità, un successo che proietta in vetta la squadra rossoblù con 10 punti in quattro giornate. All’orizzonte, un’altra gara interna con la Roma (domenica 21 settembre, ore 11, Cantera Stadium della Sciorba).

“Partita nella quale i complimenti vanno fatti anzitutto ai giocatori e allo staff, per le attenzioni e la personalità con la quale si preparano le cose in settimana. Non sono mai riuscito a farlo pubblicamente, ma volevo farlo come prima cosa. C’è stata continuità in queste quattro partite. Nel momento in cui fai qualche risultato le pressioni si alzano, come a Roma e Milano, e il rispetto dell’avversario si alza”.

Nel primo tempo è stata una partita molto equilibrata, dove poteva andare in vantaggio anche la Juventus – prosegue Sbravati – Abbiamo avuto le nostre occasioni, siamo stati un po’ più imprecisi che nelle prime tre uscite, soprattutto coi nostri giocatori offensivi, però siamo riusciti a creare. È un segnale positivo, di una squadra che ha una mentalità vincente e propositiva. Chiaramente il vantaggio ci ha aiutato notevolmente sul piano gara: noi ci siamo abbassati di qualche metro, loro hanno provato a portare qualche uomo in più sopra la linea della palla e questo ha creato questi primi 20′ della ripresa dove siamo stati arrembanti nelle transizioni e nelle occasioni da gol, oltre le due che avrebbero potuto chiudere anzitempo la partita”. 

Ci portiamo dietro anche tante cose da migliorare. Sicuramente la gestione della partita sul 3-0. Lì abbiamo iniziato ad essere superficiali in alcune zone di campo e il 3-1 nasce da alcune scelte che non vanno bene, scelte che una squadra che vuole maturare e crescere deve gestire meglio per non finire nel casino finale. Perché se fischia quel rigore – che può anche fischiare – hai da fare 6/7 minuti sul 3-2 e può succedere di tutto. La partita non aveva detto quello e non sarebbe stato giusto. Abbiamo, quindi, tanti spunti per migliorare e crescere”. 

Si sono viste tante cose già viste nelle precedenti partite. Ad esempio il centrale Doucoure che, di fatto, sul terzo gol si è trovato sulla trequarti e ha servito l’assist per Romano. Lui, come Albè e Odero, si sono sganciati diverse volte sulle corsie laterali dove avete puntato sempre gli avversari. E nel cuore del gioco la coppia Lafont-Grossi appare già ben rodata. L’ambiente che si sta creando prevede che si possa fare un buon calcio qui in Primavera. Non a caso, la gente sugli spalti si è divertita oggi…

“Sono contento perché alla fine, quando si parla di settore giovanile – e la Primavera ancora così voglio considerarla -, nascono e vengono fuori partite divertenti. Più partite divertenti ci sono, meglio è. Sul fronte Doucoure, era capitato anche a Milano e può succedere che in costruzione, sulla strategia di gioco, si decida di portare dei giocatori in zone di campo dove, nella norma, si vedrebbero di meno, soprattutto su costruzione dal basso con palla ferma al portiere. La sua posizione nasce da lì e si è deciso di portarlo anche per caratteristiche tecniche sue e dei compagni, che prediligono zone più basse del campo”.

Sulle corsie era stato qualcosa in cui eravamo mancati un po’ nelle ultime partite precisa Sbravati  Avendo una presenza e una struttura come Zulevic in area di rigore, si voleva e si doveva avere più presenza sui cross e sulle palle laterali. Oggi, con quel gol, Zulevic ha dimostrato di avere questa eccellenza qui, questo tempo di stacco e questa presenza. Essere più presenti sulle palle laterali per noi è importante”. 

“Sul modo in cui si sono integrati i nuovi, siamo soddisfatti. Si può migliorare sull’aspetto della comunicazione e andando avanti miglioreranno anche loro nell’italiano e tutto sarà più semplice, dare loro messaggi e riceverli. I nuovi “vecchi” e il gruppo 2007, molto affiatato, stanno aiutando molto Zulevic, Lafont, Nsingi, Albè, Celik ad inserirsi, a capire cosa significhi giocare per il Genoa”. 

Oggi il capitano Romano ha segnato la sua quarta rete in tre partite. Questo è il suo anno, dopo che la passata stagione ha avuto problemi fisici che lo hanno tenuto lontano a lungo dal campo. Oggi ha battagliato, trascina la squadra, strappa palloni. Anche con questo atteggiamento si lanciano messaggi al campionato e alle avversarie…

“Romano l’anno scorso da gennaio in poi non ha più potuto giocare per un problema al pube e non ha potuto dimostrare il suo valore, e neanche nella prima parte dell’anno perché non stava bene. Per lui questo è un anno importante, per dimostrare le sue qualità al calcio dei grandi. È tornato anche in Nazionale Under 20. È un’annata dove assumersi le responsabilità e caricarsi di impegno, sacrifico e atteggiamento per lui è importante. Anche fuori dal campo, esempio da capitano, ha sempre le parole giuste e il modo di porsi da persona intelligente e matura. L’anno scorso non aveva la fascia, ma poteva tranquillamente essere già da esempio. 

“L’atteggiamento è fondamentale – puntualizza l’allenatore del Genoa Primavera – Oggi guardi Inter, Real Madrid, Chelsea: ormai anche gli attaccanti di questi top club, quando la palla la hanno gli altri, si mettono sotto la linea della palla. Ormai il calcio moderno non prevede più giocatori offensivi che facciano una sola fase. È una cosa da capire. Romano, come tutti gli altri, lo sta facendo bene e deve diventare la normalità, nel Genoa e nel loro percorso futuro”. 

Abbiamo documentato nei giorni scorsi l’apertura ai media della Badia, che è già diventato un luogo dove si può lavorare di squadra, anche tra una leva e un’altra, aumentando la comunicazione e la forza nel preparare le gare sui dettagli, che fanno la differenza. Com’è cambiata la vostra quotidianità con un luogo come la Badia dove potersi ritrovare e confrontarsi?

“Fondamentale avere un posto come la Badia dove poterci confrontare e dare appuntamento. Diventa una crescita per tutti. Tanto nel confronto, non necessariamente solo tra il nostro staff, ma anche tra noi e altri allenatori, staff e dirigenti stessi. Soltanto ora che ce la abbiamo riusciamo a capirne la vera importanza. Ha portato migliorie importantissime. Non sempre, per forza, si deve parlare di un avversario, ma si può parlare anche di un giocatore, delle sue aree di miglioramento e delle eccellenze. È un luogo di confronto fondamentale, dove si respira genoanità e dove si riesce a condividere molto di più. È tanta roba per un allenatore perché anche solo una parola con un altro tecnico ci fa migliorare”. 


Primavera 1 | Genoa 3-1 Juventus: Zulevic, Carbone e Romano in gol. Rossoblù in vetta