A commentare la sfida pareggiata per 0-0 tra Genoa e Lecce (clicca QUI per rivivere la cronaca) è intervenuto Johan Vasquez. Queste sono state le sue dichiarazioni. “Nella prima della gara eravamo un po’ sotto al Lecce, volevo aiutare la squadra andando avanti e attaccando. Non era facile, ancora non sono al cento per cento. Ci sta. Provo sempre a dare una mano alla squadra, a dare palle pulite. Oggi però è stata una gara un po’ difficile dal punto di vista della qualità. È sempre buono e giusto, però, aggiungere punti alla classifica e questo è un buon punto”.
Su Marcandalli, suo compagno di reparto: “Sta crescendo abbastanza bene, gli ho parlato anche prima. È un ragazzo fenomenale, si allena benissimo, sempre con il giusto atteggiamento. È un bravo ragazzo, ha tutto per diventare un grande centrale. A volte dobbiamo pensare che deve crescere, che deve fare partite difficili come quella contro il Lecce. È in crescita. Per lui non era facile oggi e ha fatto una grande partita: sono contento per lui”.
Il Lecce, specialmente nei primi 15′ di partita, è venuto a pressarvi molto alti. Tu, scelto come l’uomo che potesse fare ripartire l’azione da dietro sei stato pressato dai centrocampisti e questo vi ha messo un po’ in difficoltà. Come ne siete usciti nella parte finale del primo tempo? Cosa avete cambiato?
“Sapevamo che il Lecce fosse una squadra tosta, sempre aggressiva. Hanno iniziato forte, pressando alto. Ci ha messo in difficoltà i primi minuti, ma nel secondo tempo abbiamo capito il loro gioco. Un po’ in ritardo lo abbiamo capito, a volte dobbiamo essere più veloci nel capirlo e nel capire che tipo di gara stiamo giocando. Ad inizio ripresa abbiamo iniziato forte e abbiamo avuto occasioni, ci è mancato il gol. Credo, però, che il gol arriverà. Voglio ripartire dal secondo tempo, dalla nostra ripresa”.
Oggi dietro si è rivisto un Genoa molto concentrato, che ha permesso poco o nulla al Lecce, forse giusto quell’occasione da te deviata ad inizio partita…
“Certo. Noi vogliamo sempre vincere, i piccoli dettagli possiamo curarli meglio per arrivare meglio in porta. Non era facile, era la prima partita. Alcuni giocatori vengono da tre settimane di ritiro, altri dalla nazionale: siamo in una fase di rientro in squadra e abbiamo giocatori nuovi coi quali dobbiamo stare assieme per capire bene le idee. Siamo in questa fase e abbiamo bisogno di questo genere di partite per capire cos’è la Serie A, in cui tutte le partite, in casa e fuori, sono difficili”.
Ad inizio campionato è sempre complicato trovare l’amalgama. A livello di spogliatoio come vi state conoscendo? I nuovi si stanno integrando bene?
“Siamo – e già eravamo – un gruppo unito. La base è rimasta qua e il nostro lavoro è accogliere i ragazzi nuovi e far capire loro cosa sia il Genoa, che è una famiglia. Far capire loro il valore del club. Abbiamo questa responsabilità per diventare una grande squadra”.
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