Una settimana da svincolato per riflettere ancora sulla proposta del Genoa, quella di una revisione contrattuale rimodulata anche sulla base delle due stagioni precedenti costellate di problemi fisici, poi la decisione di dire “sì” a quanto proposto dal club rossoblù: Junior Messias pare aver sciolto le riserve e l’anno prossimo, con un contratto annuale a gettone (mancano alcuno dettagli ancora da limare), proseguirà a giocare nel Grifone. Il brasiliano potrà essere una pedina utile a Vieira soprattutto in corso di gara, specialmente se confermerà il buono stato di forma delle ultimissime partite dello scorso campionato.
Indicativo, in tal senso, che questo accordo sia stato ratificato prima della ripresa degli allenamenti e prima della partenza per Moena. Come noto, è in ritiro che prende forma la preparazione fisica dei calciatori e si immagazzina la benzina che servirà per il resto della stagione: tutti gli elementi, soprattutto quelli più a rischio infortuni e ricadute, è importante che siano pronti fin dalle prime battute della stagione ai blocchi di partenza.
Al di là di quanto scritto sopra, questa operazione non può non fare i conti coi numeri delle ultime due annate in rossoblù di Junior Messias: 36 partite tra Serie A e Coppa Italia, tre reti segnate e un assist. Ben 44 le gare perse per infortuni in larga prevalenza di natura muscolare. Troppo poco per un calciatore che arrivava, nei due anni precedenti, da 68 partite col Milan, 12 gol fatti e 5 assist.
Si riparte, però, dalle ultime parole di Junior Messias sul suo status fisico, parole alle quali sono seguite settimane dove, effettivamente, non ci sono più state ricadute. Era l’1 aprile scorso. A “Ultimo Uomo” il brasiliano dichiarava: “Non è stato un periodo facile, per niente. Da fuori cinque mesi di assenza non sembrano tanti, ma per un infortunio lo sono, soprattutto perché all’inizio non sembrava nulla di grave. E infatti sono rientrato ad allenarmi sul campo quattro o cinque volte in questi mesi, ma poi succedeva sempre la stessa cosa, una ricaduta nello stesso punto. Abbiamo cercato di capire se fosse la caviglia, il ginocchio, il polpaccio – perché succedeva sempre qualcosa al polpaccio, ma non sapevamo da dove avesse origine. Alla fine siamo riusciti a capire che si trattava di un problema alla cartilagine del ginocchio, per cui quando correvo, e soprattutto quando facevo dei cambi di velocità, rischiavo di sovraccaricare il soleo. Per fortuna, comunque, dopo che abbiamo capito meglio il problema siamo riusciti a superarlo“. Si riparte, quindi, dal quel mese e mezzo di fine campionato senza pause e guai fisici.






