La promozione in Serie A Femminile è lì, fresca, quasi tangibile, come gli scrosci delle onde sul lungomare di Arenzano. Al campo di allenamento le giocatrici rossoblù arrivano alla spicciolata, sorridenti, in una soleggiata mattinata di maggio. Mister Fossati è già al “Gambino” di Arenzano da un po’, pronto a tenere una seduta video prima dell’allenamento.

Eh sì, perché la stagione non è finita: manca un ultimo pezzo. Manca la sfida con l’Arezzo Femminile, alla Sciorba, domenica 18 Maggio alle ore 15. L’ingresso sarà gratuito e la prospettiva quella di avere un bagno di folla per festeggiare assieme a tifosi e tifose (che non sono mai mancati) uno storico successo. Anche per questo, più che tempo di bilanci, è tempo di racconti, di sfumature, di dettagli da raccontare in una stagione da incorniciare per il Genoa Women.

Mister, sono passati cinque giorni da questa promozione storica in Serie A Femminile. Ha metabolizzato che avete scritto una pagina di storia del club rossoblù?

Diciamo che continua ad esserci dentro questa fiamma emotiva. Una fiamma che prosegue, che è bella, che è piacevole, che la noti in ogni momento della giornata, soprattutto quando siamo qua con le ragazze che continuano a trasmetterci questo sentimento di gioia, di piacere, di soddisfazione, di orgoglio. Metabolizzato quindi? No, e spero che arriverò a metabolizzare il più tardi possibile, perché mi piace godermi questo momento insieme allo staff, alla società tutta”.

“Bisogna ricordarsi in questi momenti che il percorso fatto è frutto di una programmazione della società, di un’organizzazione che parte dalla Responsabile Marta Carissimi per poi arrivare allo staff organizzativo, dal team manager Manuel Scalese a Luca Pollice e Santo Bignone. È stato proprio bello vivere tutti assieme questo momento arrivando fino allo staff tecnico, allo staff sanitario, a tutti i medici, ai dottori che ci hanno aiutato, a CDS che ci ha supportato tutto l’anno. È stato importante avere un’organizzazione top. Ovviamente grazie a queste ragazze che hanno fatto degli step a livello individuale importantissimi, che hanno portato poi alla creazione di questa squadra qui, che ci ha dato grandissime soddisfazioni. Insomma, spero di non metabolizzare e andare avanti con le gioie“.

foto William Bignone | Genoa Women

La scorsa estate il Genoa Women cambiava tecnico. Intervistammo Marta Carissimi, ci disse che si stava parlando col profilo del nuovo allenatore, poi scoprimmo sarebbe stato lei. Quando vi siete incontrati la promozione era l’obiettivo o l’obiettivo era quello che ci siamo detti tante volte, ossia migliorare la stagione precedente? Avete fatto più degli obiettivi iniziali oppure quello della promozione era l’obiettivo che vi eravate già dati all’inizio?

“È stata la somma di tante cose. Credo che tutto parta sempre dalla società e la società ha messo a disposizione del Genoa Women una serie di competenze umane, come Marta Carissimi, e competenze di vario genere creando un percorso che era già iniziato negli anni precedenti. Quando si arriva a questa stagione, l’inserimento delle tre promozioni dirette ha allettato. Per questo motivo credo che anche la scelta di un profilo come il mio rientri probabilmente in questo format, dell’impiegare qualche risorsa in più per aggiungere qualche giocatrice di livello che ci potesse aiutare, che potesse far crescere assieme allo staff anche altre giocatrici più giovani. Insomma, penso che nella mente ci sia sempre stato questo desiderio, il dire “ci organizziamo bene, cerchiamo di alzare il livello il più possibile, creiamo uno staff che lavori in un determinato modo, mettiamo queste giocatrici in un contesto di crescita e poi vediamo“.

Alzare l’asticella voleva dire tante cose, tra le quali sperare di arrivare a tre giornate dalla fine a giocarci la promozione. Che qualcuno potesse averne la certezza, non credo. Il termine “overperformare” non penso sia preciso. Mi spiego: io penso che tante delle ragazze che hanno iniziato la stagione, grazie al lavoro fatto da parte di tutti, con supporti sia psicologici sia tecnici sia tattici sia fisici che hanno avuto l’opportunità di seguire, abbiano finito per alzare il loro livello. Da lì è nato un percorso in crescita. Se proprio devo mettere un accento, lo metto sul girone di andata (36 punti in 15 partite, ndr), nel quale per me si è fatto qualcosa di devastante. In pieno accordo con la direttrice si sono prese giocatrici che alzassero il livello: nel mercato estivo non è arrivato l’attaccante e si è fatta un po’ di necessità virtù. Quel girone di andata, sostanzialmente, lo si è fatto con Ferrato e Bargi attaccanti di ruolo. Poi ci sono stati il recupero di Rigaglia, che ne veniva da nove mesi ferma, e la trasformazione di Acuti in una sorta di trequartista con le caratteristiche che servivano al reparto offensivo. Sicuramente il reparto difensivo è quello che è stato supportato di più nel mercato di inizio stagione perché probabilmente si era individuato nella scorsa stagione che ci fosse bisogno di questo”.

foto William Bignone | Genoa Women

“Assieme al gruppo storico che c’era, i 6-7 acquisti hanno poi dato vita a questa annata. C’è un “però”, ossia che i singoli devono poi diventare squadra. Secondo me questo è avvenuto ed è avvenuto anche velocemente. Quando inizio le stagioni, credo sempre – e dico – che solitamente ci vogliono sempre quattro, cinque o sei partite per ingranare veramente. Il percorso iniziale è stato faticoso, poi abbiamo cambiato sistema di gioco e c’è stato un assestamento su quelle che erano le nuove indicazioni. Da lì si è partiti e si è fatto un percorso clamoroso arrivando al giro di boa con +5 sul quarto posto e con la classifica del miglior attacco del campionato. Successivamente si è pagato un po’ dazio per il fatto che a gennaio è arrivata Bragonzi a darci una mano (noi la avevamo individuata questo profilo con grande attenzione), ma purtroppo ha avuto tante sfortune e non è mai riuscita ad entrare in forma. Ci ha dato una mano in qualche spezzone di partita, come domenica quando è entrata al 45′ di gioco, e ci ha dato un aiuto. Ma da lì ad averla comunque disponibile per 18 partite – considerato dalla pausa natalizia alla fine – per varie sfortune lo è stat poco. E là davanti abbiamo fatto un po’ fatica”.

A fine 2024 trovate il successo sul campo dell’Hellas Verona Women e chiudete a +5 sul Bologna Women. Siamo anche al giro di boa e inizierà un girone di ritorno dove ogni punto inizia a pesare di più. Avete saputo gestire bene quel vantaggio, gestendo al meglio anche qualche infortunio di troppo nel reparto difensivo e offensivo. E c’è stato anche un altro passaggio chiave, il pareggio a reti bianche di Bologna, scontro diretto per il terzo posto. Quella, secondo me, è stata davvero la conferma che il duello si sarebbe protratto fino alla fine. La squadra da lì in avanti ha veramente dato tutto, con l’unico passo falso della sconfitta interna col Lumezzane. È stato così?

“Lei accennava alla battuta d’arresto col Lumezzane, ma io ci metto dentro anche i due pareggi casalinghi con Freedom e Chievo Women nei quali, a mio avviso, abbiamo creato, ma rispetto a quello che abbiamo sempre fatto (siamo stati una squadra con una percentuale realizzativa altissima), abbiamo faticato. Quel momento lì è stato un momento non semplice. Ci siamo compattati tutti quanti, abbiamo messo sempre al centro del progetto il lavoro, al centro del progetto la prestazione. Questo risultato è la somma di tutte le giocatrici, di tutti i membri dello staff che hanno partecipato a questo percorso esaltante. Ricordo molto bene il 18 luglio, quando siamo partiti, e ricordo molto bene le varie tappe che questa squadra ha sviluppato nel suo percorso”. 

Nel riguardare la stagione, ci sono state delle tappe che hanno fatto la differenza. Il 6 ottobre 2024, ad esempio: ad Arenzano arriva il Bologna Women e vincete di misura 1-0. Quinta giornata. Non si potevano fare pronostici ancora, forse il Bologna addirittura meriterebbe qualcosa in più, però il Genoa vince 1-0…

“E qui subito mi riallaccio al girone di ritorno: quando noi siamo andati in casa loro meritavamo di vincere e abbiamo pareggiato zero a zero. Alla fine il calcio, come ho detto tante volte alle ragazze. tira le somme. Sì, ci può essere la stagione che finisci con un +1 e la stagione che finisci con un -1, ma non finisci +5 o -5 perché poi i punti si riallineano. Si fa riferimento alla partita di San Marino, che noi vinciamo, mentre il Bologna gioca con la Ternana e perde al 99esimo. È vero, ma noi con la Ternana ad esempio in casa loro abbiamo fatto una signora partita e forse non meritavamo di uscire sconfitti. In linea generale avevamo fatto una grande prestazione. Tutto questo per dire che sì, è vero che all’andata il Bologna non meritava di perdere, ma è vero pure che al ritorno il Genoa meritava di vincere”.

A questo punto aggiungerei un altro momento che, secondo me, è stato importantissimo perché nella difficoltà siamo usciti fuori vincitori: la partita di Cesena. Abbiamo fatto una partita brutta, la più brutta della stagione a mio modo di vedere, e siamo riusciti a vincerla. Questo è un segnale che ci sei anche a livello emotivo, a livello di garra e di prestazione nervosa ed emotiva. Quello è stato un bellissimo segnale: una vittoria a dieci minuti dalla fine col Cesena, che è poi la squadra che al 91esimo ha battuto il Bologna 2-1 in casa loro (sfida che ha deciso l’aritmetica promozione in Serie A del Genoa Women, ndr)”.

foto William Bignone | Genoa Women

Nella parte finale del campionato, tra l’altro, avete anche dovuto gestire parecchi infortuni nel reparto offensivo e difensivo. Lì è uscita la vera forza di questo gruppo?

“Qui va sottolineata la bontà della rosa, la qualità umana delle giocatrici, tra cui anche quelle che non erano state impiegate tanto nell’ultimo periodo. Mi viene in mente Lucafò, che per svariati motivi ha giocato poco nei primi tre quarti di campionato. Ecco, nelle ultime quattro o cinque partite ci ha dato una grossa mano. Mi viene in mente Bettalli. In questo caso, per problemi di infortuni abbiamo bisogno di un terzino e ci lavoriamo in accordo con lei: ecco che tira fuori 7/8 partite da terzino di alto livello e ci aiuta moltissimo. Questo per sottolineare anche come tante ragazze che magari entrano 10/15/20 minuti – o magari vengono prese una partita – riescono ugualmente a dare un apporto importante alla squadra. Quando fai un’impresa del genere, devi riconoscerlo anche a chi ha dato un apporto importante durante la settimana pur non avendo sempre la soddisfazione della domenica e del fare minuti in partita. È nuovamente un aspetto per il quale complimentarsi con queste ragazze”.

Questi sono sintomi che c’è un gruppo molto forte in questo Genoa Women. Voglio tornare su quella pazza domenica di San Marino. Voi vincenti a San Marino, Bologna sconfitto al 100’ di gioco dalla Ternana Women. Aggancio in classifica e vi ritrovate davanti per scontri diretti. Torna tutto nelle vostre mani. In quel momento cosa ha pensato?

Non so quante domeniche siamo stati terzi in classifica, ma so che quarti ci siamo stati una sola domenica. Quella era stata una settimana durante la quale ci erano un po’ girate le scatole, ma consapevoli del fatto che c’erano ancora diverse partite da giocare e che la cosa più importante era che le nostre partite venissero affrontate nella maniera giusta. La sensazione che si potesse recuperare c’era, perché quando siamo andati prima noi a Terni, loro ci sarebbero andate la domenica. E noi poi saremmo andate a Parma. Queste due squadre, onestamente, erano di un’altra categoria. Penso ad un campionato a 14 squadre che il Genoa ha vinto, questa è la mia idea. Parma e Ternana avevano due organici inarrivabili. Sicuramente Genoa e Bologna erano quelle più complete per lottare, ma ci sono state 3/4 squadre che ci hanno dato filo da torcere e avrebbero potuto inserirsi in questa corsa. Non ci sono riuscite perché Genoa e Bologna hanno fatto un percorso straordinario e tra di loro è stato il testa a testa finale“.

Questo racconto è servito anche a far capire a chi ci legge che la Serie B Femminile, che seguiamo da anni, ha alzato il suo livello di anno in anno e vincere le partite non è facile per nessuno. Alla luce di queste valutazioni, che peso ha questa promozione? E cosa servirà per reggere l’urto con la Serie A Femminile, dove il livello si alzerà ancora?

“È stato un campionato difficile, che ha spremuto tutti quanti e in principale modo le giocatrici. Giocatrici che, ci tengo a ribadire, hanno fatto la fatica più grossa e hanno dato la percentuale più alta di impegno di lavoro. Pensare che qualcuno possa pensare a questa vittoria come qualcosa di scontato, non sta né in cielo né in terra. Vuol dire che non conosce il campionato, come non lo conoscevo neanch’io. Dopo un anno lo conosco abbastanza per poter dire che abbiamo fatto un gran bel campionato e centrato un obiettivo di altissimo livello, motivo per il quale sono felice. Devo ringraziare prima di tutto le giocatrici perché sono quelle che ci hanno messo lo zampino più grosso dentro come devo ringraziare tutto il contesto Genoa, dal direttore alla parte amministrativa, dallo staff tecnico a quello medico-sanitario: ci hanno dato un supporto clamoroso. Pensare a un qualcosa di scontato in riferimento a questo risultato direi che proprio non esiste”.

foto William Bignone | Genoa Women

A tal proposito: ritroveremo lei alla guida del Genoa Women nella prossima storica annata in Serie A? Avete già iniziato a pianificare l’annata che verrà?

“Penso che queste siano domande più pertinenti il nostro direttore e la società. In questo momento – anche in maniera un po’ egoistica – dico che voglio preparare bene la prossima partita. Giocheremo in casa, giocheremo alla Sciorba e mi auguro che ci sia la partecipazione di Genova a questo evento perché queste ragazze, il Genoa Women, il Genoa, il Grifone si meritano di ricevere un applauso da parte anche dei tifosi e della città rossoblù. Oggi la mia testa è lì. Non abbiamo ancora affrontato nessun discorso sulla prossima stagione, anche perché noi al 91′ di domenica scorsa non sapevamo se saremmo stati in Serie A o meno e l’abbiamo saputo in quel frangente lì. La partita di Cesena è finita un minuto prima della nostra. In quel minuto lì ho realizzato che eravamo in Serie A, perciò oggi è il momento di preparare bene la partita di domenica. Ci teniamo tutti a fare una bella prestazione e a festeggiare: questo è il momento giusto per fare queste cose. Qui c’è una società che ha veramente dirigenti competenti che possono già dedicarsi eventualmente a quella che può essere la prossima stagione”.

Un’ultima domanda, già che siamo in tema: vuole invitare i tifosi e le tifose rossoblù alla Sciorba per la gara di domenica contro l’Arezzo Femminile, ultima stagionale? Sarà il secondo atto dopo la passerella che vi tributerà – e sarà emozionante – tutto il Luigi Ferraris nel contesto di Genoa-Atalanta…

“Proprio per questo prima dicevo che, in questo momento, non voglio metabolizzare la promozione e voglio godermi ogni momento. La passerella al Ferraris sarà di nuovo un momento devastante. Io sono anche Genoano e al Luigi Ferraris ho vissuto determinate gioie e bellissimi momenti, ma sicuramente quel momento lì, con tutto il popolo rossoblu presente, sarà senz’altro bellissimo. L’indomani avremo questa partita e ho la speranza che ci sia ancora tanta gente che voglia venire a vederla questa partita, a starci vicino, a passarci le emozioni che ci hanno sempre fatto sentire, sebbene non fosse semplice da Genova venire ad Arenzano a seguirci. Spero che domenica ci sia un momento per queste giocatrici, che la Genova rossoblù si faccia sentire il più possibile. Se lo meritano”.


Genoa, Vieira: “Vogliamo fare una grande partita, i nostri tifosi lo meritano”