Sono stati digeriti a Pegli lo stop amaro di Firenze e le due reti incassate, errori da evitare prossimamente dopo aver tenuto nelle precedenti nove partite la porta di Leali intonsa in sei occasioni.
È il momento di vedere il bicchiere mezzo pieno anche se sono mancati punti al Franchi in una partita presentata da Palladino come quella dell’anno. La prestazione dà la forza al Vecchio Balordo di credere in un futuro diverso dopo il secondo tempo.
La mancanza di una fonte di esperienza e di lettura dei momenti della partita, tanto da far ragione e respirare a centrocampo, potrà essere superata già domani con Badelj in campo. E se a tutto si aggiungesse la fisicità di Onana, si potrebbe passare al 4-2-3-1 o 4-3-1-2 per giocare con il trequartista e due punte. Tutto per congelare il pallone quando serve oppure per accelerare.
Senza dimenticare l’equilibrio caro al tecnico con la squadra molto corta e capace di fare grande densità nella zona del pallone, così da aggredire immediatamente il portatore di pallone avversario, con la qualità schierata davanti pronta nella fase di sviluppo di gioco in fase di possesso.
Vieira e lo staff hanno capito, nel secondo tempo fiorentino, che bisogna allungare la coperta corta di altre gare. Al mister rossoblù piace un blocco alto, che deve riuscire in continuità con il centrocampo e i mediani a garantire un dinamismo perpetuo nel sistema di gioco. Uno scenario che si verifica quando il riferimento centrale viene cercato nel cuore del gioco permettendo ai terzini o agli esterni, forza del Genoa, di sovrapporsi sulle corsie laterali allargando il gioco con i cambi campo, deleteri per gli avversari, e aprendo spazi per i vari Vitinha, Messias, Cornet (domani assente), tutti giocatori abili nell’uno contro uno per cercare la superiorità grazie al dribbling.
Sarà un altro Genoa. Via le paure per le sabbie mobili degli infortuni, da cui sembrava impossibile uscire. Adesso contro il Torino ci si aspetta la fiammella di un nuovo campionato di rivedere il fuoco del secondo tempo al Franchi. Si attende una nuova identità tattica dettata dal ritorno degli infortunati, mancati in fase di possesso.
Forse il Grifone ha trovato la quadra per volare, anche se ancora manca la continuità di rendimento per buona parte della gara e questo accade per motivi atletici e mancanza di partite, anche amichevoli, che sono la cosa più bella del calcio e sono più allenanti dei rondò o dei giochi di posizione.
Vieira è contento di avere tante armi e soluzioni da spendere in ogni gara, nel segno delle cinque sostituzioni che non sono un male. Cerca uno stile e un’identità di gioco e fuori dal campo auspica, come sempre dichiarato nelle conferenze stampa pre-gara, una particolare attenzione alla comunicazione per trasformare il Vecchio Balordo, poco considerato a livello nazionale, in un brand globale. Quello che ha visto e vissuto da giocatore nei club dove ha messo gli scarpini da calciatore.
Tutti tranquilli, sempre con i piedi ben piantati per terra, e tutti pronti a dichiarare sempre: “non abbiamo fatto ancora nulla, stiamo cercando di creare un buon percorso“. Il vestito del Genoa si confermerà solido e concreto, soffrendo e combattendo senza paura di nessuno. Vieira cerca i gol delle punte nel 2025: per adesso in gol sono andati solo a segno centrocampisti e difensori. Vieira afferma che lui gioca sempre per vincere: si può fare, basta crederci.
Venendo agli avversari, bravo il Torino ad approfittare delle fatiche atalantine in Champions. Pareggio arrivato grazie al portiere Milinkovic-Savic che para tutto, compreso il rigore di Retegui.
Non si può affermare che Vanoli il tecnico granata sia l’antidoto al gioco di Gasperini, pur avendogli portato via 4 punti su sei in stagione con la vittoria nel girone di andata. Nelle due gare la Dea ha tirato in porta o vicino ai pali almeno 45 volte, di cui 22 nell’ultima gara. L’anti Gasperini è il portiere granata con parate quasi miracolose, tra cui l’ultimo rigore a Retegui.
Sesto risultato utile consecutive per i granata, 5 pareggi e 1 vittoria, con le stesse modalità: chiudere tutti i varchi e dopo ripartire.
Bravo il tecnico Vanoli a passare dalla difesa a quattro a quella a cinque per chiudere le corsie laterali. Tanta fatica, ma anche disattenzione granata sui palloni inattivi. Secondo tempo tutto in difesa per il Toro con più di 50’ giocati nella propria metà campo. Toro salvato anche dall’arbitro Piccinini e dal VAR che non ha segnalato un fallo di mano di Coco, che ha fatto imbestialire Gasp.
Il Torino vive nella contestazione al presidente Cairo e lo scollamento con la tifoseria della Maratona è evidente, ancor di più con l’ingaggio della punta Salama arrivato dalle retrovie del Reims. Per i tifosi non sarà il sostituto di Zapata. L’altro ingaggio è stato quello di Elmas, reduce da un brutto problema muscolare e difficilmente pronto subito dopo due mesi di astinenza di calcio. I colpi invernali sono stati Casadei dal Chelsea e Biraghi dalla Fiorentina. In uscita al Como in questa sessione di mercato il difensore Vojvoda. Per il Torino il calciomercato non è finito alla mezzanotte del 3 febbraio, il giorno dopo hanno venduto Ilic allo Spartak Mosca.
Via Juric, Cairo puntò tutto su Vanoli, un tecnico che lo aveva sorpreso quando allenava al Venezia per la gestione delle situazioni complesse. Il primo problema che ha voluto cambiare dal suo arrivo è stata la fase offensiva del Toro, alla ricerca di qualcosa di più ragionato rispetto a Juric. Anche il neo tecnico granata ha dovuto subito combattere con la sfiga e con la perdita di Zapata, problema che ancora il Torino e il suo tecnico non hanno risolto.
I guai per il Torino sono stati anche in difesa dopo aver perso Buongiorno e Rodriguez. La difesa del Toro è stata tutta nuova nel girone di andata con Coco chiamato al centro della difesa a non far rimpiangere un leader e capitano come Buongiorno. Il Torino ha ripreso vigore nella fase difensiva con l’inserimento del difensore cileno Maripan, regista difensivo con la “cazzimma” giusta degna del paese da cui proviene. In avanti al posto di Zapata gioca Adams, centravanti scozzese che si gioca il posto in ogni gara con Sanabria, pentito di essere rimasto anche nell’ultimo calciomercato.
Il Torino ha giocato in prevalenza col 3-5-2, qualche volta con il 3-4-2-1. Solo ultimamente nel derby ha messo in campo un 4-4-2. Ogni schema cerca di occupare il campo in ampiezza con l’occupazione di posizioni e spazi specifici in base ai compagni e agli avversari senza perdere il controllo della sfera. Tutto con lo scopo di creare situazioni di superiorità numerica fuori dall’area avversaria o liberare le corsie laterali per il cross.
Il punto di forza del Toro è il portiere Milinkovic Savic, salvatore di risultati e numero uno nel parare i rigori. Vanoli avrebbe voluto mantenere le capacità del portiere nel gioco lungo non costruendo dal basso, ma anche questo aspetto è andato in crisi per la mancanza di Zapata. Il palleggio dall’area granata è gestito e sviluppato da Ricci, il play che Spalletti ha convocato in Nazionale.
Sono 27 i punti in classifica per il Torino frutto di 6 vittorie, 9 pareggi e 8 sconfitte, 24 gol fatti, 27 subiti. È serie positiva dal 29 dicembre con 5 pareggi e una vittoria con il Cagliari. La formazione del Torino in attesa di monitorare quanto hanno nelle gambe i quattro nuovo ingaggiati Biraghi, Casadei, Elmas e Salama (offeso sui social da una parte della sua ex tifoseria del Reims, ha chiuso il suo profilo Instagram).
Arbitro Feliciani di Teramo, 33 anni, imprenditore e avvocato. Dal 2022 dirige in Serie A, 21 le gare dirette. In stagione 8 gare tra cui Torino-Parma 0 a 0 e Genoa-Inter 2 a 2. Tre le gare con il Torino (1 vittoria, 2 pareggi, 0 sconfitte). Con il Genoa 6 gare (2 pareggi, 4 sconfitte, 0 vittorie). Primo assistente Carbone (Napoli), secondo assistente Peretti (Verona), quarto uomo Ferrieri Caputi (Livorno), VAR Di Paolo (Avezzano), AVAR Maggioni (Lecco).
Diffidati Torino: Masina e Ricci. Diffidati Genoa: Martin.