La seconda giornata di ritorno della Serie A, dopo aver proposto al sabato i big match, alla domenica ha servito un piatto meno appetitoso per i tifosi. Solo i sardi hanno gioito per la quaterna rifilata al Lecce in zona salvezza e per la Lazio non è stata fatale Verona riprendendosi il quarto posto in classifica. Napoli chiama, Inter risponde in testa alla classifica, ma i partenopei hanno qualcosa in più attualmente rispetto al Biscione.
Frena la Dea, ma solo nel risultato: contro il Napoli ha fatto vedere che il terzo posto è meritato. Respira la Juventus in apnea di vittorie affondando il Diavolo: non era questione di manico dell’allenatore? Risale la classifica il Bologna, passo da gambero per Palladino e la panchina comincia a scricchiolare.
In fondo è sempre bagarre tra Cagliari, Empoli, Parma, Lecce e Verona a giocarsi il terzultimo posto in due punti dopo l’exploit del Como. Gli scontri diretti saranno decisivi nelle prossime diciassette giornate di campionato.
Orsato appena inserito nel nuovo organico dell’AIA come Commissario per lo sviluppo del talento arbitrale subito in televisione, ma spiegando poco il regolamento e l’uniformità non solo dei falli, ma anche nell’utilizzo dei cartellini gialli che lasciano le squadre in dieci per molti minuti di gara. Il compito di Orsato, con gli attuali 46 arbitri a disposizione di Rocchi, non sarà facile perché oltre ad una decina in grado di dirigere in Serie A sarà difficile trovare il talento.
La proposta del nuovo Presidente Zanzi di ridurre il numero degli arbitri per non mettere in crisi il girone di ritorno con polemiche non è andata a buon fine. Le partite sono dieci a settimana, non servono 46 arbitri. Altra proposta della chiamata del VAR dalle panchine una sola volta subito abortita per merito dell’UEFA, mentre in Inghilterra, senza chiedere nessun permesso a Rosetti, capo arbitrale UEFA, davanti allo schermo del VAR hanno fatto sentire le spiegazioni dell’intervento a tutto lo stadio.
Scommesse anomale che continuano nel calcio da parte di calciatori. La SISAL, tramite l’algoritmo, ha scoperto che Okoye, portiere dell’Udinese, avrebbe scommesso sulle sue ammonizioni. Ma veniamo alle partite.
Roma-Genoa 3 a 1. Il giornalismo da vetrina dei quotidiani politici e sportivi nazionali ha presentato la partita come una debacle genoana nelle pagelle dei calciatori genoani quasi tutti con delle insufficienze. Nessuna analisi dei 96′ di minuti di gioco dove il Vecchio Balordo, senza l’uscita di Bani, probabilmente sarebbe andato vicino al pareggio. Piaciuto il Genoa a chi mastica calcio perché ha giocato sciolto e con coraggio, sornione in fase difensiva alternando un pressing offensivo. Si è sentita l’assenza del metronomo Badelj, che quando i compagni si muovono senza pallone dirige le due fasi di gioco anche se per qualcuno è lento. Troppe le assenze come nel passato per contrastare una Lupa che danno in ripresa solamente per le tre reti occasionali realizzate.
Al Genoa è arrivato Cornet, che ha le caratteristiche richieste da Vieira per il suo 4-3-3 più offensivo. Giudicarlo in anticipo non serve e il suo curriculum di gioco e di gol in squadre importanti deve prendere campo in questo Genoa. La virata sul francese conosciuto da Viera non è saltata fuori all’ultimo momento. È il lavoro del Grifone far fare tanti nomi e dopo ingaggiare qualcuno mai nominato, ma questa volta non è uno sconosciuto di belle speranze.
Bologna-Monza 3 a 1. Il Bologna cammina, e anche bene, nella zona Europa. La squadra di Italiano in ventuno giornate ha migliorato i numeri della classifica dello scorso anno, 33 punti. Bocchetti, illuso dal gol di Maldini che lo ha portato in vantaggio, ha dovuto pagare le troppe assenze e resta in fondo alla classifica
Juventus-Milan 2 a 0. Finita la sindrome dei pareggi per la Signora di Thiago Motta contro un Diavolo rimasto nello spogliatoio nel secondo tempo. Prima sconfitta per Conceiçao, che non sa darsi pace e non le manda a dire ai calciatori. “Manca la fame“. Thiago Motta non solo contento per il risultato pieno, che non arrivava da un mese, ma anche perché ha messo sotto il Diavolo per quasi tutta la partita.
Atalanta-Napoli 2 a 3. Che spettacolo a Bergamo per il calcio italiano. Hanno goduto i napoletani e Conte, mastica amaro Gasperini. Partita ad alti ritmi con ribaltamenti di risultato. Ha vinto il Napoli, ma non ha ridimensionato il lavoro fatto da Gasperini. La frenesia della vittoria, del sempre all’attacco, potrebbe aver fregato la Dea in fase difensiva contro un Napoli sornione che sembrava sulle gambe, ma è andato in gol con Lukaku assente fino all’80esimo di gioco. L’Atalanta a sette punti dalla vetta con l’Europa che incombe. Sconfitta casalinga che non arrivava da settembre. Napoli alla sesta vittoria consecutiva. Gasp infuriato: “Risultato bugiardo, abbiamo giocato meglio“. Conte: “Importante mantenere la testa bassa e pedalare”.
Fiorentina-Torino 1 a 1. Palladino e la Viola non riescono più a ridere. Sei gare che non vincono e per questo vengono fischiati. Neanche con l’uomo in più per un’ora gli uomini di Palladino hanno avuto ragione del Torino. Fischi per il tecnico, per Colpani e per Albert. Nessuno degli analisti del calcio si è mai chiesto se quello viola sia il modulo più giusto per utilizzare Albert oppure, come tanti altri fuoriclasse mischiati con altri calciatori di qualità, si perda. Il cuore Toro non ha tradito neanche in inferiorità numerica e Vanoli raggiunge il quarto risultato utile consecutivo.
Cagliari-Lecce 4 a 1. Poker e sorpasso di Nicola e i sardi superano il Lecce in classifica. Ribaltati i salentini di Giampaolo. I cambi di Nicola, tre contemporaneamente all’inizio della ripresa, hanno messo in crisi il gioco di Giampaolo e il suo palleggio.
Parma-Venezia 1 a 1. Botta e risposta su rigore tra ducali e lagunari. Pareggio che incrementa solo la classifica, ma lascia la squadra di Pecchia vicina alla zona rossa e quella di Di Francesco al penultimo posto in classifica.
Verona-Lazio 0 a 3. La Lazio ritorna alla vittoria, che mancava da un mese confermandosi al quarto posto in classifica superando la Juventus. I veneti sono fermi alla terzultima posizione e producono gol mancati e gioco, ma prendono reti in contropiede poco comprensibili per una squadra che lotta per la salvezza.
Inter-Empoli 3 a 1. Tanta fatica per il Biscione, che ha strisciato tutto il primo tempo contro un Empoli organizzato che non lasciava un pertugio a Inzaghi. Solo una magia di Lautaro Martinez ha sbloccato la gara permettendo ai lombardi di rimanere nella scia del Napoli, sperando di raggiungerlo avendo una gara in meno. Dopo la prudenza toscana abbattuta, l’innesto di Salvatore Esposito in gol contro la sua ex ha messo ansia a Inzaghi, salvato in contropiede da Thuram, subentrato a Taremi al 70’ di gioco.
Como-Udinese 4 a 1. Quaterna secca del Como all’Udinese al “Sinigaglia”, campo lariano diventato la Bollywood indonesiana dopo l’arrivo dei miliardari padroni del club comasco. Anche contro l’Udinese, di lunedì sera, presenti star del cinema. Il film in cinemascope lo ha servito Fabregas ai friulani di Runjaic con l’innesto dei nuovi acquisti arrivati dal calciomercato invernale con Caqueret dal Lione, il portiere Butez e l’esterno Dia. Assente l’Udinese, non solo contro il palleggio sempre presente con Fabregas, ma anche con i lanci lunghi da dietro. Friulani senza Lucca in attacco, tornato dalla squalifica. Ed ecco che le voci di mercato vengono alimentate.