Al termine della vittoria del Genoa sul campo del Parma, il tecnico rossoblù, Alberto Gilardino, ha commentato la gara in sala stampa.

Cosa ha visto oggi qui a Parma, oltre a tante cose belle, due giovani minorenni in campo, una squadra che si è dovuta adattare avendo nove giocatori indisponibili?

“In questi tre punti ho visto una squadra. All’interno di questa parola tante sfumature, molto, ma molto positive. Le risposte le ho avute in queste settimane, in questo mese, anche all’interno delle difficoltà, e stasera abbiamo raccolto una prestazione importante, attraverso una interpretazione importante da parte di tutti. Ekhator è un 2006, Ahanor un 2008, poi c’è Matturro. Tante cose non sono così scontate, con l’emergenza infortunati e situazioni societarie. Ho cercato di isolare la squadra da tutte queste situazioni e continuerò a farlo perché noi quest’anno siamo chiamati a fare una grande annata e una grande impresa per come è stato l’inizio e per come si evolve tutto quello che c’è al di fuori. Bisogna dare atto a questi ragazzi di quanto stanno facendo, li difenderò fino alla morte. So di essere solo assieme a loro. Andiamo a battagliare fino alla fine“. 

Ha detto che sarà solo coi suoi ragazzi a combattere fino alla fine. Perché non sente protezione dall’ambiente e dalla società o perché non ci sono le risorse economiche per fare rivoluzioni a gennaio?

“Perché questa è la realtà. Sono le sensazioni che un allenatore sente quotidianamente, durante le settimane. Non voglio entrare nei particolari, io devo pensare a lavorare, al campo, a cercare di isolare la squadra da qualsiasi tipo di situazione. In questi mesi e settimane non è stato un periodo semplice, poi sono arrivate anche diverse sconfitte immeritate. Basti pensare a quella in casa con la Fiorentina. Venire però poi a fare una prestazione del genere a Parma, vuol dire che la squadra dà tutto sempre, ha voglia, determinazione. Stasera abbiamo fatto anche ottime cose sul campo, mosso palla, creato occasioni, ci siamo difesi sulle seconde palle vincendone di più. La squadra deve continuare su questo binario. Abbiamo fatto una grande vittoria, ma dobbiamo tenere la testa bassa. Il percorso è ancora arduo e lungo e giovedì ci aspetta una partita fondamentale”.

Questa partita è il coronamento delle due gare precedenti con Lazio e Fiorentina? Oggi hai raccolto i frutti…

“Sì, soprattutto a livello mentale. Abbiamo preso schiaffi e potevamo avere un contraccolpo psicologico, invece siamo stati dentro e abbiamo lottato con grande sacrificio in fase difensiva, creando situazioni per fare gol e battendo tanti piazzati e calci d’angolo. Siamo stati dentro. Bravi ai ragazzi, non è stato un periodo semplice, ma questa è la dimostrazione che una squadra è attaccata al gruppo, alla maglia, al percorso lavorativo che stiamo facendo da tempo”. 

Ha tolto gli esterni correggendo una situazione difficile per la stanchezza inserendo Ahanor e Sabelli…

“L’idea era quella. Martin e Zanoli avevano speso molto ed era giusto cambiare i quinti, ci stava quel tipo di sostituzione. Ma tutti hanno interpretato bene la partita. Oggi ci serve gente che battaglia, che raspa, che corre. Frendrup e Thorsby hanno corso 13 km anche stasera e Badelj ha fatto un’ottima partita, anche in fase difensiva. Pinamonti ed Ekhator hanno fatto una partita di sacrificio, sono stati veramente bravi. Se Frendrup è tornato quello di prima? Lui e Thorsby sono i nostri due motorini. Stasera hanno corso tanto, lavorando forte sulle seconde palle dove hanno recuperato tanti palloni. Nel secondo tempo arrivavano questi lanci lunghi di Suzuki e scappavamo molto bene e sulla seconda palla, una volta respinta, la prendevamo spesso noi. Potevano metterci in difficoltà in questa partita con le loro qualità sugli esterni, uno contro uno, e Bonny sa tenere palla e attaccare la profondità. Siamo stati bravi a capire che partita fare per come la avevamo preparata”.

Ekhator ha detto che gli chiede di fare le cose semplice. Oggi le ha fatte e nell’occasione del gol se l’è creata lui la chance per il gol, perché la palla di Frendrup non era proprio sulla corsa…

“Un giocatore, che sia giovane o abbia esperienza, se ha già qualità e caratteristiche importanti, più gioca semplice e più può esaltare le sue caratteristiche e qualità. Gli sto chiedendo poche cose, ma deve farle a duemila all’ora. Stasera ha fatto una partita importante, pensando che è un classe 2006. Deve mantenere questa attitudine”. 

Quale sarà l’aiuto che potrà darvi Mario Balotelli?

“Anzitutto faccio un plauso a tutto i ragazzi, da chi ha giocato a chi è subentrato. Contento che Mario abbia ritrovato la Serie A, sono felice per lui. È arrivato con grandi motivazioni, adesso attraverserà un periodo in cui dovrà allenarsi con grande continuità e portare sempre più minutaggio. Sarà fondamentale per lui, ma nelle condizioni migliore può darci qualcosa di importante. Dipenderà soprattutto da lui, ma ne sono convinto”. 

Oggi avete dato esempio di compattezza. Questo esempio può essere rivolto alla società che in questi mesi si è mostrata divisa? È parso di capire che questa situazione lei la abbia un po’ sofferta. Che posizione ha?

“No, sofferta no. Devo pensare ai ragazzi e pensare al campo proteggendo la mia squadra. Devo pensare a proteggere i ragazzi e la squadra, ma devo pensare esclusivamente a quello. Non sarei la persona più adatta a rispondere a questa domanda, ci sarebbero altre persone che dovrebbero rispondere a questa domanda. Come detto in altre conferenze pre-partita, c’è bisogno di voler bene a questi ragazzi, ma soprattutto di voler bene al Genoa e a chi va in campo. È una piazza e una squadra che dà veramente tutto. Dopo la partita con la Fiorentina (i tifosi, ndr) ci hanno applaudito, amano squadra e colori. Se vedono che battagliamo e che i ragazzi danno tutto, sono convinto che saranno sempre dalla nostra parte. Questa mia fotografia, questo mio discorso deve andare a 360 gradi. Anche al di fuori, per il bene della squadra”.


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