La cornata del Toro arrivata sul gong finale ha fatto male al Genoa e al suo popolo presente  allo stadio e a quello connesso a tv o radio.

Juric invece a fine gara ha fatto il torero  furbo dichiarando che “questa sera abbiamo giocato solo noi. Il Genoa è una squadra difficile da affrontare, non so come farà quando dovrà proporre perché con  la Fiorentina e stasera ha fatto una prestazione molto difensiva”.

Pirata, potevi fare solamente “Ole“ come fanno  i toreri battendo i piedi e tenendo in mano solamente le “banderillas” del possesso pallone e dei calci d’angolo. Torino-Genoa era da zero a zero  e per calcolare un pareggio da zero a zero bisogna fare i conti dei tiri e delle parate fatte dai portieri e non dei corner e del possesso pallone.

Juric ha fatto bene a gridare “Olè” riprendendo una vittoria casalinga che in campionato mancava da sei mesi, dal 6 marzo 2023. Il gol della domenica di Radonjic è frutto di un errore singolo da principianti di un Hefti, saltato come un birillo dal serbo sulla linea di fondo. In Serie A – è stato laconico Gilardino – gli errori  si pagano.

La sconfitta dopo due giorni dalla fine del calciomercato alimenterà polemiche e discussioni  per  quello che tutti volevano dalla fine della scorsa stagione ma non arrivato: un esterno destro.

Si possono dare tutti i numeri dei moduli: quelli moderni sono tutti derivati, con opportune varianti, dal 4-2-4 brasiliano per quanto concerne la dislocazione di base dei giocatori sul terreno di i gioco e dal calcio totale olandese per quanto concerne gli orientamenti tattici diversi e più precisi e per i singoli  compiti dei giocatori e dei vari reparti.   

Dal 4-4-2  al 4-2-3-1 e derivati, compreso il 3-5-2, ai difensori laterali o quinti compete il compito di proiettarsi spesso in avanti. Questo al Genoa difficilmente succede. Perciò la squadra giocando corta e compatta davanti all’area non prende gol, ma fa fatica a farli.

Gilardino cerca di fare un gioco di squadra efficace basandosi nel suo lavoro settimanale su una particolare distribuzione degli uomini sul terreno di gioco. Tutto ciò è importante a condizione ovviamente che corrisponda alle caratteristiche generali tecnico-tattiche dei giocatori a disposizione. E tutto ciò quando il disco non gira e stona è difficile da vedere.

Ci vorrà tempo per vedere il modo di muoversi della stessa squadra che vuole Gilardino, cioè i rapporti che devono stabilirsi tra i singoli calciatori in relazione all’uomo in possesso del pallone e al comportamento degli avversari.

Si dovranno determinare combinazioni di gioco per avere una impostazione dinamica della squadra, del resto con quei tre davanti le “combinazioni” come quelle viste nel primo tempo contro la Lazio non possono mancare.

La rabbia di Gilardino contro il Torino è stata tanta. Nel vedere errori di palleggio e di transizione nel cuore del gioco, nel vedere i tre tenori nella metà campo granata e mai raggiunti da un pallone lungo lanciato bene dalle retrovie.


Retegui all’apparenza è un altro Gilardino calciatore: predilige farsi servire in area di rigore per sfruttare il tempismo e l’opportunismo davanti alle porte avversarie, ha capacità di proteggere il pallone, è pronto a sfruttare i cross dal fondo, a dare profondità alla squadra, non ha paura di tirare di prima intenzione, è abile a difendersi con le spalle verso  l’area avversaria, pronto a giocare per via area e in acrobazia. Chi meglio di Gilardino potrà migliorarlo.

Il cantante Povia aveva dedicato a Gila la canzone “Centravanti di Mestiere” ai tempi di Parma, il testo potrebbe essere indicato anche per Mateo.

Ora 15 giorni di lavoro per il Violinista per accordare le due fasi di gioco. Con lo staff e con Caridi studierà qualche altra idea  provando altri giocatori dove il Vecchio Balordo zoppica: ha giovani in rosa, in particolare sulle fasce, come De Winter e Maturro. Potrà utilizzarli per continuare con una difesa a quattro, quasi un dogma con quelli davanti. A questi dovrebbero aggiungersi a fine sosta anche il terzo e quarto, Messias e Haps.