Grifoni contro Rondinelle nei cieli, una sfida nell’aria le cui differenze sono tante. Per Gilardino sul campo, invece, non lo saranno. Il tecnico rossoblu dentro lo spogliatoio prima di scendere al Rigamonti  di Brescia con la sua capacità di comunicare, non di molte parole ma capace di usare quelle giuste, dirà che il Vecchio Balordo oltre non temere avversario con l’acqua alla gola in fondo alla classifica, non deve temere  sé stesso ma domarlo giocando da squadra forte e compatta e non essere leggero e individualista. Semplicemente continuare a giocare da squadra.

I risultati del Genoa con Gilardino da dicembre (qualcuno anche prima al di là di scivoloni con sconfitte e pareggi ancora da capire di Blessin) sono arrivati con la continuità, la voglia, l’entusiasmo di far vedere che l’appellativo “corazzata” ci può stare con l’arrivo del Violinista, sempre con la consapevolezza che in Serie B è difficile da amministrare aspettandoti tutti davanti alla loro area di rigore. Adesso nello spogliatoio sono tutti consapevoli di poterlo essere e questo è un altro merito di Gilardino: ha fatto capire che la musica in Serie B è più stonata e non può essere leggiadra.

Il possesso pallone nelle ultime gare, non più soltanto da dietro, viene sviluppato nella metà campo avversaria. Il possesso pallone per Gilardino è come lo pensava Arrigo Sacchi: “se il pallone è lontano dalla nostra area non possono fare gol“. Ne sono la conferma i 6 gol incassati in 14 gare.

Il Genoa è primo per possesso pallone, ma per fare gol in modo efficace e moderno è arrivato muovendo il pallone velocemente con smarcamenti, visione di gioco e abilità tecnica nel dare e ricevere il pallone, essendo quasi impossibile giocare con gli  autobus davanti all’area avversaria e la volontà di non farti giocare.

Il Genoa nelle ultime gare, quando i top hanno raggiunto la forma, ha fatto vedere che il dominio lento, oltre essere infruttuoso in fase di possesso, quando si perde la sfera pur alzando il baricentro, permette agli avversari di illudersi di avere l’unica occasione per cercare di impensierire la difesa rossoblu a quarti.

Contro il Brescia i Grifoni dovranno utilizzare la stessa metodologia tattica e tecnica perché nuovamente si troveranno i lombardi con le stesse modalità tattiche trovate nelle precedenti gare di campionato in casa e fuori casa: chiusi, a rompere il gioco, a chiudere tutti gli spazi, a sperare nell’errore genoano e nel contropiede. Come nelle altre gare saranno le soluzioni tattiche  di Gilardino e lo staff, adeguate prima e durante, a fare la differenza.

Squadra che vince non si tocca non solo per i risultati, ma anche perché in questo momento è la più in forma, ben rimpiazzata da coloro che entrano dalla panchina con la musica che non cambia e gli interpreti che continuano a suonare lo spartito con  la chiave di “Violino” Gilardino.

Dall’altra parte è il Brescia di Cellino, non degli allenatori. Il fantasmagorico Presidente delle Rondinelle è un benefattore della categoria: in carriera ha il record di aver licenziato 57 allenatori. In questa stagione sono quattro, più il ritorno del primo che è stato Clotet. L’allenatore spagnolo fino all’ottava giornata di campionato è stato primo in classifica e sempre nella zona playoff, dopo i risultati sono stati in discesa, la contestazione dei tifosi ha fatto dare le dimissioni a Cellino, dopo rientrate e battezzate subito con l’esonero di Clotet dopo tre sconfitte consecutive. Dentro Aglietti licenziato dopo altrettante giornate, quindi ritornato Clotet su intercessione del direttore sportivo Perinetti, la cui assenza per un periodo per motivi di salute ha pesato. In ogni caso, Cellino dopo cinque gare non andate bene ha nuovamente mandato a casa il tecnico spagnolo, lasciando la squadra in mano a Possanzini, allenatore della Primavera, per due giornate e fino alla scelta di Gastaldello, già vice di Clotet, che per adesso si è salvato dopo tre pareggi consecutivi (con recupero del risultato, come accaduto nell’ultimo turno in casa del Venezia).

Il Brescia è in piena zona retrocessione, in fondo alla classifica non ha ancora vinto nel 2023, vittoria che manca dal 27 novembre 2022, con 23 gol fatti e 41 subiti. La formazione bresciana è convinta che in Laguna potesse vincere contro una squadra spocchiosa come se fosse prima in classifica con possesso pallone e passaggini, dimenticandosi di essere ai margini dei playout.

Gli uomini di Gastaldello, sotto di un gol, hanno reagito e hanno pareggiato ma finita la benzina hanno rischiato anche di perdere. Neanche l’entrata di Ndoj ha risolto il problema.  Era fuori per scelta tecnica nelle altre due precedenti gare di Gastaldello, probabilmente per condizioni fisiche: è l’unico a centrocampo ad accendere la luce e l’ex stopper della Samp lo vorrebbe proporre contro il Genoa, consapevole che con l’albanese in campo la qualità non sarebbe compensata dall’intensità.

Oltre al problema di non vincere da troppo tempo, le Rondinelle non riescono a portare al gol gli attaccanti che ad inizio campionato avevano fatto sognare: Ayè è secco da 14 gare, l’ex Genoa Bianchi da 13. L’errore più grande di Cellino, oltre la girandola di allenatori, è non aver preso altro attaccante anche di Lega Pro nel mercato di riparazione dopo aver ceduto Moreo al Pisa, il fantasista, seconda punta, l’unico in rosa in grado di far funzionare la fase offensiva.

Gastaldello nelle prime tre gare in panchina ha cercato di giocare con l’obiettivo di  imbrigliare l’avversario costringendolo a giocare lontano dalla propria area, ma dentro la propria metà campo alla ricerca di ripartenze.  Gioco che ai tifosi bresciani lascia un pensiero: dove si faranno i punti salvezza a nove giornate dal termine? Il Brescia di Gastaldello ha riproposto il modulo di Clotet nelle prime due gare, il 4-3-2-1, ma contro il Venezia nell’ultima campionato ha messo in campo il 4-1-4-1.

Contro il Genoa l’assenza più importante potrebbe essere quella di Cistana. lo stopper infortunato alla schiena, e rispetto alla gara giocata con il Venezia c’è solo il ballottaggio a centrocampo tra Ndoj e lo svedese Bjorkengren. Davanti il trio Galazzi, Rodriguez e Ayè appare il favorito.

La probabile formazione: Andrenacci; Jallow, Papetti, Adorni, Huard lina difesa; Van de Looi davanti alla difesa; Bisoli, Galazzi, Ndoj, Rodriguez a centrocampo; Ayè prima punta.

Arbitra Sozza di Seregno, classe 1987, impiegato. Internazionale dal gennaio 2023. Dopo aver giocato da terzino nei campionati inferiori e fino in Lega Pro, nel 2004 è diventato arbitro di calcio. Alla Can B dal 2019, al 2020 in Serie A e B dopo accorpamento. In stagione ha diretto 9 gare in Serie A e 4 in Serie B tra cui la vittoria del Genoa contro il Frosinone. Non ha mai arbitrato il Brescia.

Una caratteristica dell’arbitro lombardo è l’utilizzo del cartellino giallo, in particolare nei secondi 45’ di gioco. Primo assistente Capaldo (Napoli), secondo assistente Scatragli (Arezzo), quarto uomo Calzavara (Varese), VAR Abbattista (Molfetta), AVAR  Gariglio (Pinerolo).

Diffidati Brescia: Huard, Papetti, Van de Looi. Diffidati Genoa: Strootman, Sturaro, Aramu.