GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA

REPUBBLICA – L’edizione genovese di Repubblica, come spesso accade alla vigilia, intervista Giorgio Perinetti, oggi direttore sportivo del Brescia (ma per un anno e mezzo direttore generale del Genoa). Ovviamente al centro c’è la partita di sabato prossimo, ma c’è spazio anche per parlare di Gilardino, che proprio Perinetti ammette di aver “caldeggiato” per il Genoa. “Avremmo dovuto fare la D, ma venimmo ripescati e la squadra fu fatta di corsa all’ultimo. Gilardino venne scelto da una proprietà russa, quando arrivai la società era stata acquistata da un gruppo armeno che poi la cedette nuovamente a dei russi. Finì in una frullatore, ma le sue qualità erano evidenti. È umile e ha tanta voglia di apprendere. Ha fatto la gavetta partendo dalla Serie D e quest’estate ha accettato di ripartire dalla Primavera 2. Sono stato io a caldeggiarlo a Caldo e a insistere con lui che accettasse”.

In vista di sabato, invece, questa è la sua posizione: “quanto rischia il Genoa sabato a Brescia? Noi stiamo bene, i pareggi col Cagliari e col Venezia ci sono stati stretti. Gastaldello sta facendo un eccellente lavoro e Bortolazzi gli dà una mano importante. Ci mancherà Cistana che è il leader della nostra difesa, però sono certo che faremo una grande partita“. Infine, un passaggio sul futuro del Genoa che ha nella Serie A il suo obiettivo: “Questa Serie B è ancora più matta del solito. Il Südtirol è quarto mentre Brescia, Spal, Benevento, Como e Venezia, che puntavano alla promozione, sono in fondo. A fare pronostici di rischiano solo brutte figure“.

SECOLO XIX – Anche il Decimonono intervista Perinetti, che si augura il “Grifone in A” e le “Rondinelle salve“, ma l’approfondimento principale è sul girone che ha diviso la gara di andata del Genoa da quella che ci sarà sabato, la sfida di ritorno. Il Genoa è sempre secondo, come lo era all’andata, ma quel pareggio al fotofinish di Cistana al Ferraris “mandò in crisi Blessin per far decollare Gila“. Da quel momento in avanti si aprì una crisi che culminò col KO interno col Cittadella, che vide poi esonerare il tecnico tedesco. Ora Gilardino vuole mantenere il suo vantaggio sulle inseguitrici e, se possibile, incrementarlo.

Tra le domande al già citato Perinetti, ex dirigente rossoblu, se ne evidenziano due: un pensiero sul Genoa (“Blessin non mi ha mai convinto, neppure quando l’anno scorso faceva 8 pareggi di fila andando a festeggiare sotto la Gradinata. Se fai 8 pareggi porti a casa 8 punti, se vinci 3 partite di punti ne fai nove…Adesso con Gilardino la squadra è solida, prende pochi gol e con il potenziale che ha riesce quasi sempre a segnare“) e uno su Piatek, che adesso è diventato un centravanti della holding 777 Partners, essendo di proprietà dell’Hertha Berlino pur in prestito alla Salernitana (“non appena gli venne chiesto di partecipare di più al gioco, sotto la gestione Juric, fece un gol su rigore in otto partite. Cederlo al Milan fu giusto, realizzammo una grande plusvalenza fondamentale per il bilancio del club. E quello che il Milan gli proponeva non era neanche lontanamente pareggiabile da parte del Genoa. Il suo rendimento successivo ha confermato l’impressione: buon giocatore ma non certo il fenomeno che segnava ogni partita“).


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