Ai microfoni di Sky Sport, dopo aver “esordito” ieri sera nella sfida di Coppa Italia con la Roma, Domenico Criscito ha concesso la sua prima intervista dopo essere tornato, per la quarta volta, al Genoa. “Sono tantissimi anni che sono qui, ho una moglie genovese e i bambini sono nati a Genova. Sono arrivato da Toronto con l’idea di smettere, poi qualche giorno dopo la società mi ha chiamato chiedendomi se potessi dare una mano e ho accettato subito”.

Il Dio del calcio mi ha dato una grande possibilità: quella di chiudere un cerchio bellissimo, una carriera bellissima – prosegue Criscito – Tutti sappiamo che saranno gli ultimi sei mesi. Poi allenatore del Genoa? Sì, l’obiettivo è quello. Ora però sono concentrato su questi sei mesi perché voglio riportare il Genoa in Serie A. Per me quando si parla di Genoa si parla di vita. Con questi colori sono cresciuto e volevo chiudere qui. Quando si indossa la maglia del Genoa, la si indossa sempre con spirito alto. Mi sento un ragazzino e per questa maglia darò sempre il massimo”. 

Si torna poi al 2003, anno dell’esordio in B col Genoa. Dopo vent’anni Mimmo ritroverà la stessa categoria. “Sono passati tanti anni, nel 2003 ho fatto l’esordio ma solo una partita. La vera B l’ho vissuta nel 2006 quando con Napoli e Juventus salimmo in Serie A. Fu un anno bellissimo e me lo ricorderò per sempre. Che Serie B ritrovo? Ritrovo una categoria equilibrata – spiega Criscito – Il Genoa nella prima parte ha fatto molto bene, poi ha avuto un periodo di appannamento, ma con Gilardino si è ripreso alla grande. Assieme al Genoa ci sono tante altre squadre che mi hanno sorpreso, come Reggina e Frosinone. Se il Genoa è la squadra più forte? Secondo me sì, ma deve dimostrarlo in campo. Ha qualità e possibilità per tornare in Serie A, ma bisogna guardarsi anche intorno: ci sono squadre come Parma e Cagliari che proveranno a salire a loro volta in A. Noi però siamo il Genoa e dobbiamo assolutamente tornarci”. 

Su Gilardino, da giocatore prima ad allenatore oggi: “Da giocatore era tosto, un grande attaccante. Da allenatore l’ho visto con grande personalità, mi piace come trasmette il suo calcio alla squadra”. Di conseguenza, si torna anche sull’addio qualche mese fa: “Non poteva finire in quel modo – ammette Criscito – A Toronto sono andato a fare un’esperienza, sono stato benissimo, poi sono tornato qua con l’idea di smettere. A quel punto si è presentata questa opportunità e non potevo dire di no. Perché il saluto? Perché non rientravo nei piani di Blessin e c’è stata l’idea con la società di prendere strade diverse. Con l’infortunio di Pajac la società doveva muoversi, ha colto con me un’opportunità e io stesso l’ho colta al volo. Sono qui al minimo sindacale, ma è davvero un dettaglio. Hanno sempre detto che sono andato a Toronto per soldi, ma non è vero. Ci sono andato per esperienza, perché guadagnavo meno di quanto guadagnassi al Genoa l’anno scorso: non ne ho mai fatto un problema di soldi. Ho sempre scelto col cuore, sono qui indipendentemente dai soldi. Voglio solo riportare il Genoa in Serie A“. 


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