Il quarto appuntamento della nostra rubrica di analisi del girone di andata della Serie B e del Genoa ci porta a tu per tu con il collega di Telenord e voce di Radio Nostalgia, Pinuccio Brenzini. Ecco le sue parole ai nostri microfoni.

“Per quello che riguarda il girone di andata, non abbiamo rispettato le aspettative iniziali: si è partiti bene, vincendo e giocando bene soprattutto in trasferta, ma solo una gara vittoriosa in casa non era una situazione accettabile. Era evidente ci fosse qualcosa che non funzionava e, a mio avviso, anche in alcune partite vinte in trasferta c’era in embrione qualcosa che non funzionava. C’erano tutti i presupposti per capire che qualcosa non andasse. Poi l’era Blessin è stata fermata, anche se con un po’ di ritardo: nonostante una simpatia per il tecnico teutonico, non lo avrei confermato dopo la retrocessione. Mia personale veduta, che non credo debba essere per forza la più significativa.

In ogni caso si doveva cambiare, si è cambiato ed è arrivato Gilardino. Quattro partite non bastano per dare un giudizio definitivo, né nel bene né nel male, ma se il buongiorno si vede dal mattino, si vede che il tecnico ha cambiato: nella squadra c’era un atteggiamento che non funzionava più. Non sono d’accordo quando si dice che si gioca contro l’allenatore: è un modo di dire un po’ così. Eventualmente non si riescono a seguire i dettami tecnici che l’allenatore vorrebbe, e infatti le cose non hanno funzionato a dovere. Cambiando credo si farà bene: Gilardino è l’uomo giusto. Intanto perché non è alla primissima esperienza ma ne ha già fatte in C; e poi perché è un’occasione ghiottissima, dopo aver previsto di fare una buona stagione nel Genoa Primavera, per bruciare le tappe, ed è chiaro che questa occasione Gilardino farà di tutto per non farsela scappare. Ora la società, in collaborazione con Gilardino, dovrà cercare di fare il giusto e importante mercato per mantenere il mirino sempre alto, quello di andare in Serie A ma nelle prime due posizioni. Il rischio dei playoff è troppo alto. Il Genoa ha le carte in regola per poterlo fare, ha la società e basi solide per poterlo fare. Chi farà questo mercato? È l’unico punto di domanda particolare che ci poniamo. Non mi piace ci siano due anime nel Genoa, ma al momento ci sono, e ci auguriamo che questa cosa venga superata e consequenzialmente ci sia un mercato aderente alle esigenze della squadra”. 

Cosa ti aspetti da questo mercato di gennaio?

“Dato ormai per scontato Criscito, ufficialmente il primo arrivo essendosi già allenato, è stato dato un importante segnale da Boci sulla fascia sinistra. Non so se sia già pronto Matturro per guadagnarsi la stagione, ma credo che vada data una possibilità a certi giovani che hanno determinate qualità. Bisognerà vedere se va già bene così a sinistra oppure se c’è ancora bisogno di un puntello. Poi guarderei a qualcuno che possa saltare l’uomo, quello che ci è mancato nel corso della stagione. E infine valutare se affiancare un attaccante a Coda, che spero abbia ancora voglia di rimanere nel Genoa e dare quello che finora non è arrivato nella prima parte di stagione. Un attaccante che possa essere in grado di condividere con lui e Puscas gli obiettivi di questo campionato, che non può permettersi un Genoa che segni 21 gol in 19 partite. La media gol di chi arriva in Serie A è mediamente di 60 reti: ne dobbiamo recuperare dieci rispetto al girone di andata. Ecco perché credo sia fondamentale che il Genoa faccia quei 3/4 arrivi: spendere qualche milione in più significherebbe evitare il rischio di perderne molti, molti di più dovendo rimanere un anno in Serie A”. 


Serie B, l’analisi del girone di andata del Genoa: parola a Massimo Briaschi