Stasera al Ferraris arriva il Cagliari.

Una squadra che aspira alla promozione. Ha giocatori forti, deve trovare l’alchimia. Nel Cagliari c’è gente di spessore: Lapadula, Pavoletti e Luvumbo, un giovane della Primavera molto interessante. Poi Nandez, Rog, Goldaniga, Altare. Una buona formazione, anche se arriva da due sconfitte in casa contro Bari e Venezia che ne hanno minato le certezze. Contro il Venezia la batosta è stata traumatica, vincevano per 1-0 e poi hanno perso per 4-1.

Qual è il sistema di gioco?

Dovrebbero giocare con il 4-3-2-1, con Mancosu e Viola dietro Lapadula, quest’ultimo un grande ex genoano come Pavoletti e Goldaniga. Anche Fabio Liverani, l’allenatore, ha iniziato la carriera di tecnico a Genova. Purtroppo il mister in questi giorni ha vissuto il lutto della scomparsa della moglie, in giovane età. Il presidente Giulini dice che Liverani rimarrebbe al suo posto anche perdesse a Genova, ma nel calcio queste sono abbastanza frasi fatte.

I giocatori da tenere d’occhio più di altri?

Lapadula e Nandez sono i più pericolosi. Nandez è un centrocampista di categoria superiore, forse si sta perdendo un ‘ po’ per strada perché non si aspettava di ritrovarsi in Serie B: era convinto di non rimanere a Cagliari, aspirava a mete più ambiziose e magari ci è rimasto male. Lapadula ha un gran senso del gol e ti tiene sempre in apprensione: calcia da ogni posizione, non sta mai fermo, pressa di continuo. Lascia un attimo a desiderare tecnicamente ma per foga agonistica e voglia non teme nessuno.

Eventuali punti deboli?

Altare non sta ripetendo il gran campionato della scorsa stagione, tra l’altro anche lui viene dalla Primavera del Genoa. Non conosco bene il portiere Radunovic, non so quale potenziale abbia.

E il Genoa? A Ferrara è arrivata una vittoria abbastanza convincente.

Con Strootman mi sembra che sia un altro Genoa e anche Aramu ha mostrato di essere un giocatore di qualità.

Strootman in Serie B sembra un alieno.

Strootman a Ferrara sembrava un professore universitario alle scuole elementari. Ha trascinato la squadra a un livello superiore, come due anni fa in Serie A. Se sta bene, Strootman con la Serie B non ha niente a che vedere.

Il Genoa crea molto, ma non raccoglie in proporzione: sei d’accordo?

Sì, non so se sia mancanza di per cattiveria o altro. Manca ancora questa cosa qua, ma con il tempo penso che si possa sopperire a tale manchevolezza.

Il Genoa vincitore contro la Spal ti è piaciuto?

Mi è piaciuto, ma con le qualità che ci sono nella rosa il Genoa può e deve fare meglio. Brescia e Reggina si sono fermate, ma il Bari va come un treno. Alla fine i valori vengono fuori e ciò che più conta è la continuità.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.