In questa pausa del campionato abbiamo raggiunto telefonicamente due dirigenti, con un passato più o meno recente nel Genoa, che oggi lavorano rispettivamente a Brescia e Cagliari. Nel primo caso si tratta di Giorgio Perinetti, direttore dell’area tecnica del club lombardo, oggi capolista con 15 punti appaiato alla Reggina.

Anzitutto complimenti per questo primo posto in classifica, forse inaspettato. Ma ci sono i numeri che dimostrano che è meritato.

“Diciamo che è stata una buona partenza, dovuta all’entusiasmo che i nostri giocatori ci hanno messo e al lavoro che hanno fatto, guidati da un allenatore con idee innovative, più vicine allo standard europeo che non a quello tipicamente italiano. Con lui i giocatori lavorano molto volentieri: vuole molta intensità, verticalità, e per adesso i risultati ci hanno dato ragione. Speriamo che questo ci dia fiducia per il futuro in un campionato molto, ma molto difficile. Se è sempre la stessa Serie B o ci sono delle novità? È un campionato più livellato verso l’alto, al contrario della Serie A dove c’è un livellamento verso il basso. La Serie B ha assorbito tanti giocatori che in altri momenti avrebbero giocato in A. Parlo soprattutto di italiani che non trovano spazio nel campionato maggiore e accettano la B, che così si arricchisce. E poi ci sono allenatori che sperimentano di più, con più coraggio, e quindi c’è più equilibrio. Così ogni sabato e domenica escono sempre risultati abbastanza sorprendenti. La Serie B ha questo grande pregio: è imprevedibile e ricomincia da capo dopo ogni giornata”. 

E ricomincerà sicuramente dopo la sosta, quando le squadre potranno mettere in campo gli ultimi acquisti delle 48 ore di mercato. Sbaglio se dico che Brescia e Reggina hanno lavorato meglio prima della fine del calciomercato?

“Non so se abbiano lavorato meglio. So che a Reggio Calabria c’è stato tanto entusiasmo per l’arrivo di Inzaghi, che catalizza sempre attenzioni. E qui a Brescia per le novità che ha portato Clotet e la stima dei giocatori. Le due squadre sono meritatamente lì, ma la chiamo sempre una passeggiata in alta montagna. Respiriamo l’aria fina e ci vogliamo stare più possibile, ma di certo l’obiettivo dichiarato è la salvezza. Cercheremo di fare più punti possibili e poi vedremo cosa si potrà fare dopo. Non è una frase fatta, è il programma che ci siamo dati quest’anno. Le squadre forti poco a poco arriveranno: almeno è un campionato che ogni giornata ci darà una sensazione di imprevedibilità. E questo è molto bello nel calcio perché crea suspence e aspettative. Ad oggi, comunque, non si possono dare troppe probabilità né all’una né all’altra, poi dopo i valori verranno fuori”. 

Tante volte la abbiamo vista negli anni ad Arenzano e Begato a seguire il Genoa Primavera. Quello che sta facendo Flavio Bianchi a Brescia è anche una di quelle scelte in cui Perinetti ha creduto?

“Io devo dire che l’ho trovato a Brescia, ma sono molto contento che si sia soprattutto “mentallizzato”. Viveva un po’ dei suoi spunti, delle sue prodezze, mentre oggi si sacrifica e lotta. Accetta la panchina, ma entra e determina. Sta crescendo e maturando come calciatore. Ma sono contento di tanti ragazzi ex genoani che trovo: l’altra volta ho avuto contro Karic, seguo Besaggio che era uno dei miei pallini e ora è alla Juventus Under 23. E lo stesso Cambiaso che il Genoa ha sfruttato poco, ma si è imposto. Sono contento del crescere di questi ragazzi perché significa che il lavoro di Sbravati e Taldo è stato molto buono”. 


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