A meno di quindici giorni dall’inizio del campionato di Serie A e di Serie B si parla solo di tattica e numeri di modulo. Le divagazioni di un cronista sono semplici: il calcio non è scienza.

Perciò bisogna schierarsi con la ricerca di duttilità di moduli da parte del tecnico del Genoa  semplicemente perché dopo alcune partite gli prenderanno le contromisure e allora tutto dipenderà, indipendentemente dai numeri di moduli, da come i calciatori leggeranno tempo e spazio nelle situazioni di gara in movimento.

Vedendo giocare il Genoa in televisione nelle ultime due gare bisogna concentrarsi a guardare e cercare di capire la strategia di gioco di Blessin. Nulla è cambiato rispetto ai sei mesi precedenti, però la squadra è apparsa più pronta con i 7/11 dello scorso anno nei primi tempi giocati. D’altronde la rosa a disposizione in buona parte dovrebbe conoscere i dettami e le idee del “metal trainer” genoano.

Il sistema di gioco attuale rispetto al passato sembra concedere minimi margini di errore e se un calciatore sbaglia i tempi dell’uscita in pressione non crea scompensi a catena rendendo vulnerabili le vie centrali, come visto lo scorso anno. Tutto ciò sarà da verificare durante la stagione e nelle partite di campionato anche se per Blessin la Serie B avrà qualche segreto in più rispetto alla Serie A.

Le sedici giornate sulla panchina del Genoa dello scorso anno saranno cucite addosso a Blessin e al proprio staff tecnico, nel bene e nel male, e varranno molto di più nel prossimo campionato.

Il compito di Blessin è interessante in questo periodo di preparazione: la sua fortuna rispetto a tanti altri colleghi non solo di Serie B è quella di avere certezze da Spors, Ottolini e la società su quello che manca e che bisogna fare nel calciomercato. Tutti sono a capo di un programma consapevoli che i progetti nel calcio vengono certificati solo dai risultati.

Le idee sono chiare, si vogliono e si devono risolvere due nuovi innesti nel punto critico della scorsa stagione: la mezzala coast to coast che trasformi la fase difensiva in offensiva e un altro calciatore da ingaggiare nella fase difensiva, essendo i centrali difensivi gli esterni difensivi coinvolti nella costruzione della manovra a pallone perso durante il pressing non riuscito per non rimanere alla mercé degli avversari nelle ripartenze, come successo lo scorso anno.

Questo era uno dei rischi calcolati del Blessin pensiero dello scorso anno in fase offensiva, gestire bene i propri attacchi e di conseguenza quello che succede alla perdita del pallone, perciò  sarà interessante capire cosa succederà nella prossima stagione  considerato che non sarà e non potrà essere un Genoa più prudente. Probabilmente la scelta di giocare a tre in difesa potrebbe dare più garanzie di copertura.

Il  modulo di Blessin, quasi uguale a quello dello scorso anno, potrebbe variare non nei numeri ma nella posizione della linea di attacco posizionata su due linee per dare più ampiezza e profondità.  Quello visto nelle ultime due gare è interessante in fase di possesso: il Genoa si allarga e si stringe cercando di non dare punti di riferimento agli avversari.

Gli artefici di questo movimento sono Gudmundsson ed Ekuban, allargandosi e restringendosi, il primo quasi da trequartista alle spalle di Coda e il secondo quando giocano vicini al bomber nei pressi delle aree avversarie. Con queste mosse nasce il 4-2-2-2 decantato da Blessin su quattro linee: difensiva, centrocampo, attacco su due linee che si trasforma in 4-2-3-1 quando il Vecchio Balordo gioca largo a cercare l’ampiezza.

Giorno 8 agosto la Coppa Italia contro il Benevento al Ferraris e 6 giorni dopo la prima di campionato a Venezia in attesa non solo del calciomercato, ma anche del recupero di Sturaro e Ilsanker, Sarà interessante vedere le strategie di Blessin che quando girano infila prestazioni che dovranno essere condite da gol.

Spero un giorno di confrontarmi con Blessin per imparare e capire quante sono state le “belinate” scritte. Il calcio ad oggi per molti è totalmente scientifico: tutto riconducibile ai numeri, ai dati oggettivi estrapolati dalla realtà, grafici e tabelle e con questi concetti partono per creare un modello di gioco, di prestazione. Per Blessin dopo le conferenze rilasciate sembra di no. Non vuole soggettivizzare il calcio, non lo vuole rendere assoluto e si è portato avanti cercando di voler programmare e prevedere cosa potrà accadere durante la gara. 

La soluzione di questo problema relativo al cambio tattico in corso di gara potrebbe essere  la pietra filosofale di Blessin, anche se è consapevole che gare non si vincono a tavolino. Le statistiche e i video aiutano e il Vecchio Balordo appare fortunato perché i video analisti  sono vicini alla formazione del tecnico per aiutarlo nel suo lavoro comprendendo la dinamicità e la fluidità del calcio voluto da Blessin.

“Il calcio non è scienza perché sarà sempre il calciatore il vero protagonista in ogni momento e in ogni fase della gara: è lui che deve decidere sempre e cosa fare in quell’istante, in funzione di quanto percepisce e interpreta nella situazione”. Parole e musica del docente Franco Ferrari alla scuola allenatori di Coverciano.