Sebbene la sessione estiva di calciomercato terminerà tra più di un mese, esattamente giovedì 1 settembre, per le squadre di Serie A è già tempo di bilanci, in particolare per quelle che si stanno attrezzando per recitare un ruolo da protagoniste nel corso della prossima stagione. Una di queste è certamente l’Inter di Inzaghi, orfana dello straripante Ivan Perišić ma con un Romelu Lukaku in più nel motore dell’attacco. Il ritorno (in prestito) del belga è stato un colpo importante, che ha fatto passare in secondo piano la perdita del croato, giocatore fondamentale per gli equilibri nerazzurri, che hanno potuto conquistare Coppa Italia e Supercoppa italiana grazie alle sue giocate e alle sue sgroppate. Il ritorno della Lu-La, d’altronde, non poteva lasciare indifferenti i tifosi, che ora sognano a occhi aperti il 20° scudetto. L’aver ingaggiato un baby-fenomeno come Asllani, il nuovo vice Brozović che in questo pre-campionato ha già dimostrato quanto vale, e il promettente Bellanova, un’ala per certi versi ancora acerba ma che si farà con il tempo, in teoria andrebbero a rafforzare questa convinzione. Tuttavia non ci sono solo belle notizie in casa Inter, ma anche pessime, perché il club di Zhang, come risaputo, ha mancato due obiettivi fondamentali, che l’avrebbero resa la squadra da battere quest’anno, ovverosia Dybala e Bremer. Aver tergiversato con l’argentino poi finito alla Roma, la cui classe cristallina avrebbe fatto comodo soprattutto a partita in corso, e l’essersi lasciati sfuggire lo stopper brasiliano ora accasatosi alla Juve, che dietro avrebbe offerto grandissima solidità, non solo ha permesso alle rivali di rafforzarsi ma ha lasciato i nerazzurri in uno stato confusionale da cui sarà difficile riprendersi. Un po’ perché a questo punto vere alternative alla Lu-La non ci sono – Džeko nel corso delle amichevoli disputate è apparso in grossa difficoltà e Correa, si sa, va a sprazzi – e un po’ perché ora la possibile cessione di Škriniar più che un’opportunità rappresenta un problema.

La “telenovela Škriniar”: i due possibili scenari

Stando così le cose, l’Inter della prossima stagione è una buonissima squadra ma non certo ottima. Tale giudizio potrebbe cambiare nuovamente, in base a come finirà la “telenovela Škriniar”. Se lo slovacco, come sembra, dovesse restare, i nerazzurri, confermando quel pacchetto difensivo che tanto ha fatto bene nel corso della passata stagione, potrebbero giocarsi lo scudetto con la Juventus; se invece dovesse andarsene, l’Inter, oltre a indebolirsi, rinuncerebbe a un riferimento importante sia all’interno dell’11 titolare sia nello spogliatoio. Non solo: perdere il 27enne nativo di Žiar nad Hronom vorrebbe dire fare a meno di un calciatore fisicamente attrezzato a resistere ai tanti, troppi impegni di un calendario calcistico fitto come non mai, soprattutto ora che di mezzo c’è anche il mondiale qatariota. Un bel guaio, soprattutto perché Škriniar non è un calciatore comune, avendo dimostrato in più occasioni quell’attaccamento alla maglia che in questi anni non si vede così spesso. Fosse per lui vestirebbe volentieri la maglia nerazzurra per altri anni ancora, ma non dipende da lui, perché Zhang deve reperire sul mercato quel famoso tesoretto da 60 milioni di euro necessario per mettere in sicurezza il bilancio. E dove trovarli? Forse vendendo Pinamonti al Sassuolo e qualche altro giocatore tra cui la promessa Casadei? Difficile.

All’orizzonte possibili sorprese

L’Inter, al di là di questa grana difensiva, ha ancora tutto il tempo per rinforzarsi, così da sfidare sullo stesso piano la Juventus, che con Di Maria e Pogba parte decisamente in pole position, e il Milan, che a prescindere da una sessione di calciomercato non proprio scoppiettante resta comunque la vincitrice dell’ultimo scudetto. Come fare? Per esempio ingaggiando Mertens, un attaccante in grado ancora oggi di fare la differenza, e Milenković, che non è forte come lo slovacco ma almeno ha ancora ampi margini di miglioramento. Se poi arrivasse l’ex Telles, come riportato pochi giorni fa da alcuni giornali, pronto a insidiare sulla fascia un non convincente Gosens, forse il giudizio finale sull’Inter sarebbe maggiormente lusinghiero.