La nouvelle vague di Mancini e compagnia è stata interrotta bruscamente contro i tedeschi ieri sera perdendo il primo posto nel girone addirittura scivolando al terzo posto in questa iniziale classifica della Nations League, vista e considerata l’altra Waterloo inglese casalinga contro l’Ungheria. Classifica che bisognerà subito mettere a posto nelle gare del prossimo settembre con gli stessi albionici e poi coi magiari per non correre il rischio di essere retrocessi nella Aerie B della competizione.

La sconfitta contro i tedeschi, squadra che darà del filo da torcere nei prossimi mondiali, ci poteva stare, ma la batosta no perché è stata figlia di ingenuità ed errori. Si è visto di tutto da parte degli Azzurri.

Vedendo le altre gare successive alla sconfitta pesante contro gli argentini, disputata con la vecchia guardia azzurra, non siamo stati visionari, ma cronisti. I sostituti della Nazionale davano una marcia in più sul piano della corsa e improvvisamente si erano riviste le geometrie in profondità e sulle corsie laterali dimenticate dopo l’Europeo vinto nel 2021.

Agli occhi di tutti i tifosi, senza illudersi, circolavano le parole che per combattere la  crisi  profonda azzurra bisognava toccare il fondo per salvarsi. L’abbondante ritocco di Mancini, i cambi di formazione tra una gara e l’altra, i debutti di calciatori (qualcuno neanche su Wikipedia) davano coraggio.

Contro la Germania la differenza non l’ha fatta solo la fisicità ma anche il palleggio, le triangolazioni, quelle che permettevano di presentarsi soli davanti a Donnarumma. La Germania non sdentata come due settimane fa e con rientri importanti ha fatto la differenza.

Sul piano fisico il naufragio ci poteva stare, anche se Mancini ha cercato di mascherare tutto nelle gare precedenti con il turnover perché in pochi di quelli schierati erano in grado di giocare a fine campionato ogni tre giorni. Sul piano tecnico, gli errori in difesa che hanno regalato almeno tre reti e a centrocampo sono difficili da digerire da parte di Mancini, da parte di chi era davanti ai televisori e da parte dei poveri emigrati presenti. Per quanto riguarda l’attacco, Mancini nelle gare giocate cercava un goleador e anche stavolta non ci è riuscito: l’attacco tascabile contro i giganti tedeschi ci poteva stare se avessero utilizzato i dribbling e puntati gli avversari, invece nulla.

La differenza tra Germania e Italia, quella più importante, è che dovranno capire Lega Calcio e FIGC che 8/11, di cui molti assenti nella prima gara contro gli Azzurri, avevano giocato in Champions League, qualcuno con un Mondiale sulle spalle e tutti gli altri schierati da Flick giocano in Bundesliga. Di quelli schierati in azzurro solo Donnarumma e Barella sono stati protagonisti fissi a livello europeo.

Gli Azzurrini, l’Under 21, nel pomeriggio avevano dato una soddisfazione centrando la qualificazione per l’Europeo con il primo posto nel girone battendo per 4 a 1 l’Irlanda. Mister Nicolato e la nuova banda sono stati imbattuti nel girone con sette vittorie e tre pareggi, gli irlandesi dovranno giocare i playoff per accedere all’Europeo di Romania e Georgia.

Operazione rinnovamento riuscita per il ct dell’Under 21 dopo che Mancini ultimamente gli aveva portato via le colonne del centrocampo .Rinnovamento da parte di Nicolato con 48 calciatori convocati di cui 42 utilizzati.

Vedendo cantare all’inizio l’Inno di Mameli a tre genoani usciti dalla Cantera del Genoa, ossia Pellegri, Rovella, Cambiaso abbracciati in fondo al gruppo, è stato emozionante, ancor di più vederli protagonisti con gol e assist. Alla fine della partita altra gioia per  tutti vederli in circolo a centrocampo cantare l’Inno d’Italia con direttore di orchestra il Commissario Tecnico.

Mancini e Nicolato a fine di ogni gara hanno sollecitato, non punzecchiato, le squadre di Serie A – ma anche di B – ad utilizzare di più i giovani: i talenti ci sono e bisogna avere solamente coraggio di credere nelle loro possibilità.

La sconfitta con la Germania e quella precedente con l’Argentina devono essere inizi veloci di cambiamenti, riforme, affinché i problemi del calcio italiano in FIGC e Lega non continuino a scivolare sotto le poltrone. I dirigenti del calcio italiano, delle società, gli allenatori, almeno che non abbiano interessi particolari, non possono far giocare più giovani stranieri che italiani.

Dopo la debacle con la Svezia e la Macedonia del Nord non si può continuare a scavare la fossa ai giovani del calcio italiano in Serie A e B. Mancini e Nicolato hanno fatto vedere che ci possono essere importanti talenti, adesso bisogna farli crescere facendoli giocare e non scaldare solo le panchine.