Chi si aspettava che Italia-Germania valida per la Nation League sarebbe stata una cipolla che si sbucciava piangendo sarà rimasto deluso, e non solo per il risultato considerati i giudizi degli scommettitori e dei loro siti specializzati alla vigilia.

Invece la Giovine Italia mandata in campo da Mancini ha fatto vedere di poter essere fondamentale per la ricostruzione del Risorgimento calcistico italiano, anche se la loro vita in azzurro sarà un fardello che crescerà con l’età.

Mancini si è preso molti rischi perché contro i tedeschi ha cambiato molto e si sarà pentito di non averlo fatto nelle partite che dovevano portare al Mondiale in Qatar. Frattesi, Pellegrini, Scamacca erano già presenti e vivi nel campionato italiano nel novembre degli spareggi.

L’Italia contro la Germania è stata viva, i giovani hanno capito qual è la responsabilità della maglia azzurra e hanno dato un segnale di ripartenza. Importante che Mancini e il suo staff adesso dimentichino non solo coloro che sono scappati dal ritiro di Coverciano senza motivo, come Zaccagni  e Lazzari, ma anche degli altri 8 che hanno fatto le valigie (autorizzati) e di qualche altro seduto in panchina contro i tedeschi.

La polemica del Mancio coi club continua: “L’esordio dei tanti giovani non è un messaggio ai club, ma di bravi ce ne sono. Ora speriamo crescano in fretta“. Giustamente i giovani hanno bisogno di crescere e giocare nei loro club e nelle competizioni europee, ma quelli schierati a Bologna sabato sera erano quasi titolari fissi nelle loro squadre anche se molti non hanno la possibilità di schierarsi nelle competizioni europee vista l’assenza dei loro team.

La Germania non era un avversario facile. La domanda su come affronteranno il Mondiale in Qatar adesso dovranno porsela i teutonici e il loro calcio. Il pareggio agli Azzurri tirerà su il morale a tutto il clan azzurro dopo un anno di delusioni della vittoria europea.

Anche se il cammino sarà nuovamente lungo, Mancini ha capito che la formazione inedita anti-panzer, che vedeva in campo dieci novità e altri esordi rispetto a quella del passato spenta sul piano non solo fisico, è motivo di consolazione per il futuro azzurro. Mancini, Vialli e compagnia avranno capito che il repulisti della vittoria europea è stato fatto in ritardo. Il segnale di cambiamento forte è arrivato, perciò meglio tardi che mai.

Martedì prossimo ci sarà un’altra prova, sempre in Romagna contro l’Ungheria, che ha battuto gli inglesi con un calcio di rigore farlocco. La Federazione Italiana Giuoco Calcio non può continuare a sbagliare e illudersi del pareggio con i tedeschi.

Basta parole, sproporzionati proclami per annunciare i cambiamenti come il ripartire dai vivai, il valorizzare i giovani nei top club, il fare casting per giovani promesse nel campionato Primavera di Serie A e B. Dalle parole, parole, parole bisogna passare subito ai fatti, perché i miracoli nel calcio, stile Europeo, sono difficili da rifare.

L’Italia può ripartire, i talenti ci sono e non sono stati assenti nel campionato, seppur scarso, appena finito. Ci sono specialmente a centrocampo dove è mancata l’energia in nazionale: una mancanza che ci ha tenuto fuori nuovamente da un Mondiale di calcio.