180’ più recupero alla fine del campionato 2021/22. Campionato che conferma che sarà difficile colmare l’abisso tecnico non solo con le big del calcio europeo, ma anche con le altre squadre medie di Spagna, Inghilterra e Germania. Anche la Francia soffre la sindrome italiana perché i suoi fuoriclasse giocano tutti all’estero, gode solo il Commissario tecnico transalpino.

180’ alla fine che le tifoserie vivranno con gioie e dolori, sperando che sia tanta l’adrenalina di allenatori e calciatori. Da parte di tutte le squadre che lottano per lo scudetto, per l’Europa e per la salvezza è il momento di non pensare più agli arbitri, al VAR, a coloro che pensano “intanto gli avversari sono già salvi“. Bisogna solo vincere e rimandare i calcoli alla fine.

Gli allenatori e i loro staff non dovranno fare i ragionieri del risultato, approfittando della deficienza della FIGC con il calendario sfasato – e anche falsato – alla penultima giornata di campionato non giocata in contemporanea.

C’era anche la copertura possibile di tutti gli spazi tv facendo giocare la retrocessione al pomeriggio, lo scudetto alla sera della domenica e l’Europa League al sabato. Giocare dal sabato al Lunedì è una vergogna.

Meschinità a 5 giorni dalla penultima giornata di campionato chiedere la contemporaneità delle partite dopo aver fatto slittare per 4 mesi le gare anche tra squadre (non solo per colpa della FIGC e della Lega) che non si giocavano nessuna competizione.

Due sere fa sotto la Nord i tifosi del Genoa chiedevano solamente che il Vecchio Balordo non si risparmiasse neanche un minuto, giocando a viso aperto alla Blessin e a muso duro. Loro ci saranno. “Tutti a Napoli, Comunque e Ovunque“. Come sempre in auto, moto o treno nessuno li può tenere a freno, canta l’Inno del Grifone.

I vecchi genoani sognano un altro Faccenda, barbuto più di Fidel e di altri, qualcuno che spinga il pallone alle spalle del numero uno napoletano intorno al 90’, magari anche qualche minuto prima come fece il terzino nato a Ischia nel campionato 81/82, con la collaborazione graziosa del portiere Castellini, una pedata che salvo il Vecchio Balordo dalla retrocessione. Era l’ultima giornata, non la penultima. Mario Faccenda entrò nella storia rossoblù a quarti.

A proposito di arbitri e di VAR, anche il calendario di Frate Indovino in questo mese di maggio dedica loro un “VedoPrevedoTravedo” che riportiamo: “Dovremo scordarci guardalinee e arbitri da stigmatizzare per un fallo riconosciuto o negato. Accanto ai calciatori vedremo sempre più moderni sistemi di rilevazione e controllo tridimensionale, con i quali verranno costantemente letti sia la posizione degli atleti in campo sia il loro comportamento. Come sarà? Gli attuali professionisti del settore dovranno adattarsi alle logiche informatiche, senza essere d’accordo, specializzandosi nella lettura dei dati, diventando – di fatto – l’interfaccia interpretativa di ciò che viene monitorato digitalmente nel campo di gioco”.

Operazione fallita nel campionato che sta per finire. Pairetto a Spezia non ha dato tempo al VAR di scaricare le strisce, gli “algoritmi” del fuorigioco”, ed è stato squalificato dando ragione al suo assistente sul campo. Non solo: Marinelli a Venezia domenica scorsa ha fatto  le spallucce al collega VAR di poco corso e non considerato all’altezza, addirittura senza neanche presentarsi davanti al monitor. Anche lui sospeso, così come Banti.

Tutti gli errori certificati successivamente dai vecchi colleghi arbitrali nelle trasmissioni successive avrebbero potuto cambiare l’attuale classifica, solo a chiacchere, se avessero certificato tutti gli errori nei confronti di ogni squadra e non solo delle cosiddette grandi.

Anche i pianti di coccodrillo  della stampa specializzata a 180’ dal termine della stagione su arbitri e VAR  si potevano evitare quando i buoi sono scappati dalla stalla dopo trentasei giornate, mai d’accordo tra i quotidiani sportivi e politici dal Nord al Sud con vetrinisti della notizia addetti alla moviola cartacea dopo aver visto e rivisto replay a favore della longitudine e latitudine delle squadre vicine alle loro testate e non del regolamento del gioco calcio.

Visto l’equilibrio del campionato qualcuno farà la classifica in base agli errori arbitrali, dimenticandosi dei rigori sbagliati o parati. Sarà troppo tardi.