Avere sette vite come i gatti per il Grifone significa la capacità ad atterrare sulle sue unghie anche dopo una lunga caduta, come i gatti riescono sempre a riprendersi,  anche dopo la batosta del Derby che ad altri sarebbe fatale.

Finalmente il Grifone come auspicato da Blessin, ha tirato fuori i “coglioni”, termine usato correttamente in italiano dal tecnico alla vigilia. I genoani al Ferraris, una fossa infernale, hanno visto la figura leggendaria del Grifone con il corpo e le palle da leone e la testa d’Aquila.

L’Harry Potter principale di Genoa-Juventus è stato Blessin con la sua pietra filosofale di calcio preparando la squadra in modo ottimale prima e durante la partita.

Partita preparata con una formazione dalle caratteristiche generali tecnico-tattiche giuste da parte dei calciatori a disposizione: Amiri dietro la punta o le punte, Frendrup a centrocampo e Criscito con i suoi cross collettore di calci d’angolo: 9 a favore del Vecchio Balordo difficilmente visti in altre gare contro 2 della Juventus.  

La Juventus a “corto muso” ha avuto occasioni da gol importanti (12 tiri totali di cui 4 in porta), il Genoa a “lungo muso” fino alla fine dell’ultimo secondo , 18 tiri totali di cui 6 in porta. Da una parte e dall’atra sbagliati  rigori in movimento. È piaciuto il TotalBlessin, tornare a casa a mani vuote sarebbe stato un delitto.

I rossoblù a quarti attaccavano e si difendevano a fisarmonica: nella prima parte di gara ci hanno messo del tempo a prendere le misure al 4-3-3 di Allegri che durante la stagione ha dato grattacapi, con il centrocampo in balia degli avversari. Nel secondo tempo il Totalpressing genoano ha funzionato meglio giocando organizzato e con i cambi giusti al posto giusto, più forte fisicamente dei bianconeri annullando il gap tecnico, in particolare imbavagliando il vero regista bianconero Bonucci che non doveva fare più il libero con i tre attaccanti genoani in campo.

La svolta sarebbe stata l’inserimento in avanti dei terzini sulle corsie laterali (Hefti e Criscito) con sovrapposizioni sulle fasce laterali: il rientro a centrocampo o nelle retrovie degli attaccanti ha creato gioco.

Per fare questo gioco occorrono attaccanti e centrocampisti dotati di velocità e resistenza, ecclettici, al di là della tecnica, cercando di agire con disinvoltura ed efficacia nelle varie zone del campo. Genoa visto contro la Juventus ha fatto vedere di non essere ancorato ad un sistema fisso di gioco, ma anche interscambiabile in ruoli e funzioni.

L’analisi post partita di Blessin e il suo staff potrebbe per le ultime due gare di campionato cambiare qualcosa strategicamente mutando anche il  numero di modulo con uno ancor più equilibrato con la presenza di un numero pressoché uguale di calciatori in tutte le zone del campo.

La Juventus non è arrivata al Genoa con il pensiero della Finale di Coppa Italia, vista la formazione mandata in campo ad inizio gara e i cambi del secondo tempo. Dei titolari mancava solo De Light e si è sentita la su mancanza, oltre agli infortunati di lungo corso.

Bravi i grifoni ad azzoppare la zebra e la facilità con cui i bianconeri riescono e sono riusciti in  altre gare a “corto muso” a creare strappi con azioni individuali pur  non giocando bene. L’unico a riuscirci è stato Dybala, vera qualità e campione di classe, che ha fatto gol anche di piede destro e che la Signora potrebbe regalare a fine campionato all’Inter.

La bravura di Criscito e compagni mai in ritardo nelle chiusure sull’uomo non consentendo agli avversari di sviluppare in campo aperto le proprie trame, feroci sulle seconde palle. È giusto in una cronaca fare i complimenti anche all’arbitro Sozza. Ha indovinato tutto, il rigore non concesso a Madama su assist di Abisso al VAR, il rigore non concesso a Frendrup per il vantaggio ottimale concesso al compagno davanti al numero uno juventino, non doveva tornare indietro e dare il rigore.       

Adesso genoani di tutto il mondo, “Keep Calm and Sweeten Your Life”, godetevi partita dopo partita: lo zucchero proveranno a metterlo Blessin e la sua Band. Non è niente facile, i conti difficili si faranno alla fine anche con i risultati degli altri.

Grifone 7 vite.