Dopo Gasperini e Juric, a mister Blessin e il suo staff tecnico toccherà affrontare la squadra di Tudor che ha le stesse caratteristiche di Atalanta e Torino.

Una delle prerogative del Verona di Tudor è portare un forte pressing sulle ripartenze degli avversari cercando di pressare in avanti in maniera continua per chiudere tutte le prime linee di passaggio. Quando Sirigu giocherà il pallone su uno dei suoi compagni di movimento, tutti i giocatori dell’Hellas, a parte i tre difensori scaligeri che rimangono nei pressi della linea di metà campo, inseguiranno il loro marcatore in avanti.

Blessin e i suoi collaboratori tattici, come contro Atalanta e Torino, dovranno nuovamente sviluppare una strategia atta a prevenire la verticalità dei veronesi per non correre all’indietro e non permettere a Barak e Simeone di riempire l’area genoana, e neppure a Caprari di sfruttare i dribbling nell’uno contro uno.

Altra prerogativa da monitorare sarà il lancio lungo, l’attacco diretto su Simeone. L’argentino ha un ruolo importante giocando da prima punta totale, con i suoi movimenti continui per non dare riferimenti ai difensori avversari, giocando anche con le spalle alla porta e in profondità, operazione che lo colloca dopo 30 giornate al quinto posto della classifica cannonieri con 15 reti realizzate.

Verona-Genoa sarà una partita da pressing ultra offensivo, l’atteggiamento cardine sarà l’aggressione immediata del pallone. Per il Vecchio Balordo lunedì alle ore 18.30 il pressing e il contropressing dovranno essere efficienti e vincenti dal primo sviluppo di gioco dei veronesi, per chiudere tutte le prime linee di passaggio avversarie. Protagoniste dovranno essere anche le seconde palle.

Considerato che Tameze cercherà di levare il respiro a Badelj, Bleesin dovrà trovare colui che lo toglie a Veloso. Uno dei difetti dell’Hellas è che ci sono poche tattiche precise sui movimenti che devono fare i centrocampisti, quasi ossessionati nell’inseguire e pressare continuamente per recuperare il pallone o per disturbare il gioco avversario.

L’Hellas in campionato non ha gradito le situazioni da calcio da fermo e tutta la fase difensiva relativa al gioco con il pallone in movimento, facendo fatica a mantenere la concentrazione per tutta la durata della gara.

Da sfruttare per i centravanti rossoblu a quarti la lentezza dei difensori scaligeri in campo aperto. Nelle ultime giornate di campionato (ma la sosta potrebbe averli ricaricati) hanno patito a livello fisico spendendo molte energie contro avversari che li facevano correre a vuoto.

Dai Blessin, non è un altro esame, ormai li ha superati tutti, ma un’altra rincorsa ad un obiettivo al quale i 2000 e più che vi seguiranno (assieme a tanti altri in altri settori dello stadio) credono. Tutti vogliono uscire dal Bentegodi, godendo.

Blessin a parole, a gesti, con sorrisi farà capire, citando Voltaire, che “ogni calciatore deve accettare le carte che la vita (partita) gli offre: ma una volta che le ha in mano, deve decidere da solo come giocarsele per vincere la partita“.

Il Verona, dopo un inizio di stagione dannoso con la guida tecnica di Eusebio Di Francesco, tre partite tre sconfitte, considerato che il nuovo tecnico poco aveva da spartire con il gioco di Juric dell’anno precedente, ha scelto Tudor, ex allenatore dell’Udinese e soprattutto ex secondo di Pirlo alla Juventus, posizione nella quale ha avuto contrasti con il più metronomo del passato.

Dal suo arrivo in panchina, la formazione veneta ha avuto un cambio passo totale. L’Hellas ha cominciato a macinare punti, confezionando alla trentasettesima giornata di campionato (tre in meno per Tudor) 42 punti con 11 gare vinte, 9 pareggiate e 10 perse, il tutto realizzando 55 reti ma subendone 47.

Ha superato Roma, Juventus, Lazio e pareggiato a Napoli. Il rovescio della medaglia quello di aver perso punti con le squadre della parte destra della classifica. Le sconfitte che l’Hellas non ha digerito sono state quelle consecutive con Atalanta e Torino, la scuola di Gasp e Juric prediletta da Tudor.

Gli scaligeri giocano un calcio molto fisico, intenso e verticale, fanno buon lavoro in fase di non possesso pallone con l’obiettivo di togliere respiro alle manovre avversarie, difendendo e pressando sempre in avanti.

Il modulo è 3-4-2-1. Il punto cardine principale è Veloso, che dovrebbe rientrare contro il Genoa. Il gioco sulle corsie esterne vede protagonisti Faraoni e Lazovic. Il movimento continuo da parte di Caprari e Barak in fase di rifinitura ha permesso al Cholito di ritornare goleador. Caprari, Barak e Simeone hanno realizzato 35 reti, 20 i primi due 15 al bomber.

L’Hellas parte da dietro con i tre difensori e il portiere, con la vicinanza dei due mediani per avere la superiorità numerica vicino al pallone e Miguel Veloso, il vero catalizzatore grazie alla sua abilità tecnica e visione di gioco .

Tudor non ama il possesso pallone pur avendo qualche calciatore dai piedi buoni, l’obiettivo è solo la verticalità per favorire il reparto offensivo e calciatori bravi nell’attaccare la profondità giocando uno contro uno.

Atro punto di forza le corsie laterali: contro il Genoa dovrebbero rientrare Faraoni e Lazovic, giocatori pronti a creare densità su una corsia per poi attaccare su quella opposta sfornando uno contro uno e cross a ripetizione, in particolare il troppo dimenticato serbo  non solo dalla società rossoblù a quarti ma anche dai tifosi del loggione del Ferraris.

Formazioni come sempre a domani all’ora del thè. Arbitro Fourneau della sezione di Roma, classe 1984, libero professionista. Arbitro dal 2006, in Lega Professinisti dal 2014, debutto in B nel 2017, nel 30 dicembre 2017 prima designazione in Serie A. Nell’organico Can A e B da luglio 2020.

Vanta 24 gare in Aerie A con 12 rigori e 6 espulsi. In stagione 9 gare, mai gli scaligeri mentre un pareggio per i Grifoni, il 2-2 alla seconda di campionato a Bologna. In questa stagione già concessi 4 rigori e 3 rossi sventolati.

Con l’Hellas 4 gare dirette, 4 pareggi, con il Genoa  solo 2  gare con i petroniani (1 vittoria e 1 pareggio). Primo assistente Valeriani Ravenna, secondo Cecconi di Empoli, quarto uomo Volpi di Arezzo. VAR Chiffi di Padova, AVAR Pagliardini di Arezzo.

Diffidati Verona: De Paoli, Veloso, Faraoni. Diffidati Genoa: Portanova