Sarà testardaggine, oltre ogni raziocinio, o sarà eccessiva fiducia nel valore dei numeri nella storia degli ultimi campionati e in quelli attuali, a scavare negli almanacchi si riesce ancora a tenere accesa la fiammella della speranza per il Vecchio Balordo. A condizione di chiudere gli occhi su tante, troppe sventure di queste prime 26 giornate dei Grifoni e dei soliti errori, compreso l’ultimo gol incassato da Carnevale di Venezia come gli altri in precedenza su palloni inattivi.

Comunque oggi il Genoa ha 16 punti e 13 gare da giocare e l’obiettivo salvezza  appare lontano anni luce. Ecco insomma rosso su blu, invece di nero su bianco, senza rincorrere il tempo, la dimostrazione che la rimonta salvezza tanto auspicata dai tifosi è ancora possibile, ma solo con numeri alla mano.

La carica dei mille al Penzo e la Coreografia che ha lasciato di stucco la tifoseria lagunare è qualcosa solo da genoani: “Serie A o Serie B i grifoni sono sempre qui o li“.

Difficile dire quanto sarà quest’anno la quota salvezza, ma una cosa è certa: al Genoa servono almeno 6/7 vittorie dopo averne centrata solamente una in 26 turni e dopo aver fatto altri 4 pareggi.

Meglio perciò allora non disperdere energie in foto, Instagram e parole, ma magari aspettare e raggruppare tutte le emozioni in fondo per un’unica e grande celebrazione da condividere con il Popolo genoano.

Il problema principale per arrivare allo scenario auspicato è che il Genoa dovrà trasformarsi in una squadra vincente come vogliono Blessin e Spors. Il problema non è facile da risolvere, anche se le statistiche sono sempre a favore del Genoa eccetto quella dei gol realizzati. Le idee del tecnico sono chiare, solo la fase offensiva fa fatica.

I numeri raccontano che Ballardini ha realizzato 17 reti in 12 partite vincendo solo una gara. Con lo Zio succedeva tutto nei secondi tempi dopo l’ennesimo gol fotocopia e in campo andava uno statico 3-5-2. Il tutto confermato da Pandev nella sua intervista: era difficile fare gol giocando a 60 metri dalla porta. Il Genoa poi veniva trasformato tatticamente nel secondo tempo tatticamente. Il Genoa di Balla ha realizzato 17 gol pur incassandone 24. L’epoca di Sheva con il 3-5-2 statico e stitico per oltre 90 minuti, anche in svantaggio e dentro la propria metà campo, ha portato 3 reti, ma ad averne incassate 21. D’accordo, c’era un calendario terribile, ma con Spezia e Doria c’era la possibilità di risollevare la baracca se non si avesse avuta la paura di togliere una ragnatela dal soffitto per la paura che cadesse il tetto.

Con Blessin oltre le zero vittorie in quattro gare, quattro pareggi con 2 gol fatti e 2 incassati. Si creano tante azioni da gol andate in fumo perché una buona parte arriva nei piedi di quello che corre di più: Portanova. Però senza di lui nel primo tempo al Penzo il Grifone a rombo era sparito. Senza pressione e pressing il Grifone aveva perso il cuore del gioco. Badelj girava intorno al pallone come all’antica, nessuno giocava senza sfera, Rovella la cui classe non si discute marcato a uomo da Ampadu si è smarrito non avendo il pallone tra i piedi da giocare. Sturaro solito cuore.

Il Blessinpressing funziona quando cerca la profondità con due mediani per linea, ognuno con compiti diversi e con gioco senza pallone.

Bravo Blessin col suo staff a cambiare musica e modulo dopo 25’ di gioco considerato che anche Gudmundsson si era perso a fare il trequartista o vertice alto del rombo, ruolo difficile anche perché con l’AZ Alkmaar lo aveva ricoperto  poche volte.

Nel secondo tempo giuste le sostituzioni di Vasquez e Sturaro già ammoniti: con Orsato si rischiava il doppio giallo. Non capita, non vuol dire che abbiamo ragione, per la seconda volta dopo la gara con la Salernitana la sostituzione di Destro nel momento in cui bisognava  buttarla dentro. Blessin è uno che risponde, ma se non si fa la domanda è difficile sapere il perché.

Anche contro il Venezia dei 16 calciatori schierati, 12 erano della vecchia guardia. Complimenti Blessin per averli rigenerati. In passato la squadra dava l’impressione di non capire la strategia, non si divertiva a realizzarla, non si entusiasmava, non c’era mai squadra dai primi minuti di gioco.

Quello detto alimenta qualche pensiero sugli arrivi della campagna di rafforzamento di gennaio. Amiri tra tutti i ristoranti italiani poteva evitare di andare a mangiare esotico, mentre per Frendrup lanceremo appello a Chi l’ha Visto?

Adesso arriva l’Inter venerdì. E ha ragione Blessin: considerati i risultati di questo campionato, anche il Grifone potrebbe schiacciare il Biscione. in questo campionato Eupalla la Dea del pallone giocherà una sola volta anche con il Vecchio Balordo?

Lo scorso pezzo lo finimmo con l’aritmetica, questa volta con la Matematica: il motore della salvezza che continua a far sperare come l’amore del Popolo genoano è il motore della Vita per il Vecchio Balordo.